Venerdì 19 novembre 2021, alle ore 18 si inaugura la mostra antologica di Renato Bruscaglia al Mig di Castronuovo di Sant’Andrea.
La mostra, che durerà fino al 31 gennaio 2022, accoglie 60 opere datate 1952-1999 ed è affiancata dalla presenza delle incisioni e delle litografie di Antonietta Raphaël e Saul Steinberg in occasione degli omaggi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e della Triennale di Milano.
Il compito di valorizzazione, formazione e trasmissione della storia della grafica che il nostro Museo svolge ogni giorno a livello nazionale, non si ferma. La mostra è un omaggio ad un artista che proprio attraverso l’incisione ha mostrato il suo carattere di sperimentatore pieno di risorse, costantemente rivolte verso la contemporaneità ma senza mai dimenticare Urbino e il suo paesaggio. La mostra, a cura di Giuseppe Appella, realizzata con la collaborazione dell’“Archivio Renato Bruscaglia” di Urbino, continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con “Per una storia della grafica europea del Novecento” e proseguito con le personali di Daumier, Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz, Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli, Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter, Viviani, Arp, Viani, Breton e il Surrealismo, Fazzini, Max Bill, Sol LeWitt, Bram Van Velde, Gruppo CoBrA, Martin Bradley, Jean Messagier, Lucio Venna, De Chirico/Apollinaire:“I Calligrammes”, Vedova, Fontana, Della Torre, Castellani, Clavé.
Nell’elenco dei nomi analizzati nel corso degli anni non è casuale la presenza di altri incisori illustri, tutti appassionati disegnatori en plein air: Bartolini, Castellani e Ciarrocchi che, insieme a Bruscaglia, tracciano una sorta di “linea marchigiana” della grafica del Novecento.
L’antologica di Bruscaglia, predisposta per il centenario della sua nascita, ripercorre cronologicamente, attraverso 60 incisioni e 7 acquarelli datati 1951-1999, la storia di una vita vissuta nello spazio della città-palazzo (Urbino) e del suo territorio, alla ricerca di un’armonia che coniughi compiutamente stagioni, frammenti di realtà, cronaca di ogni giorno, affetti, ore, luci, pensieri, fissandoli su fogli dove la tecnica si fa procedimento e linguaggio di un segno inciso sulla lastra di zinco fatto specchio di se stesso, dei silenzi della propria solitudine.
Vedute, ritratti, nudi (Donne nello studio, 1951; La riva boscosa, 1958-1963; Bigietta, 1963; Nodo d’orizzonte, 1969; Appennino minore, 1978; La casa del filosofo, 1988; Bordo di falesia, 1999) rileggono la storia dell’incisione (da Rembrandt a Morandi) per consegnarci una capacità tecnica continuamente rinnovata dall’esercizio quotidiano, tale da permettergli inedite modulazioni di segni indirizzati verso l’evocazione di immagini tornate a una nuova esistenza che la parola, fermata nei taccuini, amplifica, come un’eco, tra le ampie colline del Montefeltro. In quel paese-paesaggio, di cui scrive Eugenio De Signoribus nella bella poesia dedicata a Bruscaglia, che “tramanda la sua eternità in un segno inciso” dal quale riemerge “l’universo spazio della nostra vita”.
Notizie biografiche
Renato Bruscaglia (Urbino, 19 novembre 1921–Bologna, 25 novembre 1999) ha frequentato l’Istituto per la Decorazione e Illustrazione del Libro di Urbino, che già prima della II Guerra Mondiale aveva raccolto molti protagonisti dell’Arte Grafica Italiana, diplomandosi nel 1941 sotto la guida di Leonardo Castellani. Di alto profilo è stata la sua attività come insegnante che ha svolto prima presso lo stesso Istituto – per circa venti anni – ricoprendo le cattedre di Disegno dal Vero, Decorazione ed Incisione Calcografica, per passare poi, nel 1965, a quella di Tecnica dell’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1967 ha contribuito in prima persona alla fondazione dell’Accademia di Belle Arti di Urbino che ha diretto fino al 1971 e dove ha insegnato Calcografia fino al 1992. Nel 1966, promotrici l’Accademia Raffaello e la Scuola del Libro, ha collaborato all’organizzazione, assieme ai colleghi Carlo Ceci e Pietro Sanchini, del Corso Estivo Internazionale dell’Incisione Artistica, svolgendovi poi per venticinque anni l’insegnamento della Calcografia e, su invito della Fundación Rodriguez-Acosta, ha tenuto nel 1976 a Granada un corso di specializzazione in tecniche incisorie.
Dal 1945 al 1998 ha esposto in mostre collettive e personali in Italia e all’estero disegni, dipinti e prevalentemente incisioni all’acquaforte. Tra le manifestazioni principali a cui ha partecipato: la Mostra dell’Incisione Italiana dell’Opera Bevilacqua La Masa (Venezia, dal 1955 al 1965), la Biennale di Venezia (nel 1956 e nel 1962), la Mostra Internazionale di Grafica in palazzo Strozzi a Firenze (1969), la Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1974), la IV Triennale dell’Incisione a Milano (1980) ed ha conseguito importanti premi. Molte le personali a Milano, Bologna, Firenze, Palermo, Ferrara e Lugano, presentate da autorevoli critici tra i quali Gian Carlo Cavalli, Cesare Gnudi, Danilo Courir, Roberto Tassi, Mario Valsecchi, Paolo Volponi, Francesco Carnevali, Silvia Cuppini e non ultimo Andrea Emiliani, suo affezionato estimatore ed amico il quale gli ha dedicato una ampia ed esaustiva monografia che ha accompagnato le diverse antologiche allestite dopo la sua scomparsa nel 1999. Le sue opere sono presenti nelle più importanti raccolte pubbliche e private sia in Italia che all’estero.
Nel 1988 ha pubblicato il risultato della sua lunga esperienza artistica in un trattato dal titolo “Incisione calcografica e stampa originale d’arte”. Il testo è stato ripubblicato nel 2019 in una nuova veste grafica con contributi aggiornati a corredo del testo integralmente riprodotto. Un ”libro di mestiere” – come lo definì lo stesso Bruscaglia – che ricopre un’importanza particolare nel settore dell’editoria dedicata all’arte incisoria trattando in modo esauriente, ma non asettico, tutte le tecniche dell’incisione calcografica diretta ed indiretta.
Alla notevole produzione artistica e all’intensa attività formativa Bruscaglia ha affiancato un impegno tenace e costante nel sociale spendendosi in prima persona nella valorizzazione delle tradizioni culturali, si pensi alla preziosa attività fornita a fianco di Carlo Ceci per l’organizzazione del Teatro di Corte negli anni ’50 e ’60, ma soprattutto nella difesa, tutela del patrimonio paesaggistico e architettonico di Urbino e del suo territorio. Bruscaglia diceva di aver ritenuto questo senso del dovere civico e intellettuale dall’insegnamento di Pasquale Rotondi che gli aveva affidato l’esecuzione del rilevamento assonometrico della struttura del Palazzo Ducale, finalizzato al bel libro dedicato, nel ’50 appunto, alla “città in forma di palazzo”, edito dalla stessa Scuola del Libro. Molte battaglie lo hanno visto in prima linea: assieme a Paolo Volponi, Carlo Bo, Giancarlo de Carlo, Antonio Cederna, Andrea e Vittorio Emiliani e tanti altri per l’approvazione di ben due leggi speciali per Urbino; nella difesa dei locali della Data del Palazzo Ducale di Urbino dall’intervento aggressivo dell’architetto Giancarlo De Carlo, con il quale comunque esisteva un forte rapporto di reciproca stima; nella battaglia per evitare la costruzione di un cavalcavia che avrebbe deturpato le colline circostanti nel 1995, anno in cui si impegnò anche a livello istituzionale candidandosi sindaco per la lista civica Per Urbino capoluogo alle elezioni comunali, e facendo parte del consiglio fino al 1997.
Durante la mostra di Bruscaglia, nella Saletta delle acquisizioni, sarà possibile vedere l’intero corpus grafico di Antonietta Raphael e una cartella di Saul Steinberg, in concomitanza con gli omaggi che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e la Triennale di Milano dedicano ai due artisti.
Le mostre, visitabili tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, saranno presentate e commentate quotidianamente su web e social network dai tanti scrittori, critici e storici dell’arte che si sono occupati dei tre illustri maestri.