Per centrare pienamente gli obiettivi della transizione ecologica e digitale, non si può prescindere dagli agricoltori e dalle aree rurali, che costituiscono metà dell’Europa e rappresentano il 20% della popolazione. Perciò garantire a chi fa agricoltura risorse, strumenti e incentivi adeguati alle sfide in atto, vuol dire comprendere il ruolo strategico e insostituibile del settore primario, che non è solo quello di produrre cibo sano e sicuro per tutti, ma anche di assicurare la tenuta e lo sviluppo dei territori; salvaguardare il suolo e le foreste contro il dissesto idrogeologico e i cambiamenti climatici, gestire le risorse idriche, produrre energia da fonti rinnovabili, accrescere la sostenibilità dei processi produttivi con la ricerca e le nuove tecnologie, difendere il paesaggio e la biodiversità. Questo il messaggio lanciato da Cia-Agricoltori Italiani in occasione della sua Assemblea nazionale, a Roma al Centro Congressi Angelicum, dove centinaia di produttori provenienti da tutta Italia si sono ritrovati insieme sotto lo slogan “Agricoltori Italiani leader della transizione”, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.
All’assemblea era presente una delegazione della Cia-Agricoltori di Potenza e di Matera che ha rilanciato il Progetto “La Basilicata-il Paese che vogliamo”, una nuova visione della Basilicata, con l’esigenza di aprire a nuove alleanze strategiche per costruire un modello di sviluppo eco-sostenibile, con l’obiettivo di fare della nostra regione il “Giardino del Mezzogiorno” e il “Vivaio del Mediterraneo”. Nel Progetto, che sarà aggiornato recependo le indicazioni dell’assemblea nazionale, grande attenzione, con l’impiego delle risorse del Pnrr, agli investimenti infrastrutturali e la logistica, dai collegamenti viari, passando a quelli ferroviari, la resilienza delle reti di distribuzione esistenti, il loro efficientamento a partire da quelle energetiche, a quelle idriche, fognarie, la metanizzazione, per poi passare alla connettività telematica e digitale su tutto il territorio e nelle aree rurali – sino alle aree interne e alle politiche di coesione, che in Basilicata investe gran parte del territorio e circa i 4/5 dei nostri comuni, un piano per la viabilità minore e di collegamento secondario e terziario. Per la Cia lucana che si prepara ad affrontare le grandi sfide della ripresa post pandemica è inoltre strategico dar vita al distretto regionale per la sostenibilità e l’innovazione agro-alimentare, zootecnico e silvo-forestale, insieme al rilancio del turismo, dell’impresa culturale e del settore no-profit, come un piano di manutenzione del territorio, che non deve guardare solo al dissesto idrogeologico, ma deve contemplare la dimensione ambientale e sociale.
“A quasi due anni dalla pandemia, con la sfida del Green Deal davanti e gli accordi del G20 e della Cop 26 sul tavolo, non è più la stagione delle attese, ma quella dell’azione -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Gli agricoltori sono pronti a guidare da protagonisti la rivoluzione verde e digitale, a lavorare da subito sull’ulteriore riduzione dell’impatto ambientale e sul miglioramento dell’efficienza energetica, ma serve pragmatismo e coerenza. Per salvaguardare da un lato la competitività e la redditività del settore e delle sue imprese, e dall’altro per fare in modo che gli investimenti a disposizione vadano a segno, senza troppi ostacoli burocratici, con progetti puntuali, efficienti e mirati, risultati tangibili sul campo e in grado di fare scuola”.
Da qui l’ultimatum del presidente Cia alle istituzioni nazionali ed europee: “Bisogna utilizzare bene i 6,8 miliardi del PNRR destinati all’agricoltura, approvare una legge di bilancio più coraggiosa rispetto alle urgenze del comparto e costruire un Piano Strategico Nazionale della nuova Pac con aiuti e agevolazioni concrete agli imprenditori impegnati nell’obiettivo di un sistema produttivo più sano, equo, green e digitale”.