Le segreterie nazionali di FLC Cgil, UIL Scuola, Snals-Confsal e Gilda hanno indetto lo stato di agitazione che, nelle more del tentativo di conciliazione posto in essere presso il Ministero dell’Istruzione, prevede iniziative di mobilitazione e conferenze stampe per informare sulle trattative in corso a livello nazionale.
Lo stato di agitazione indetto dalle sigle sindacali è motivato dalla mancanza di investimenti adeguati in favore del personale scolastico con il conseguente aumento del differenziale salariale rispetto alla media degli stipendi europei e degli altri comparti della stessa Pubblica Amministrazione, un gap che è, già ora, di oltre 300 euro.
E se gli adempimenti previsti dai protocolli sanitari per contenere l’emergenza COVID vengono scaricati sulle spalle del personale scolastico senza alcun riconoscimento economico, il disegno di Legge di Bilancio prevede dal 1° gennaio ulteriori tagli di organico, per cui rischiano di non essere prorogati, solo in Basilicata, 600 contratti di personale ATA!
La condizione in cui si vuole lasciare la scuola di questo Paese, per la mancanza di investimenti, con il pretesto del decentramento amministrativo e di una incompiuta autonomia scolastica, trasforma tutto il personale scolastico in apparato burocratico sottopagato e sempre più in balia di agenzie esterne, per lo più di natura privata.
Per questi motivi con il tentativo di conciliazione nazionale, ci attiveremo unitariamente per rivendicare stipendi dignitosi che valorizzino, nei fatti e non a parole, la professionalità docente. Risulta, ormai, improcrastinabile una revisione e valorizzazione dei profili professionali di DSGA, assistenti amministrativi e tecnici, collaboratori scolastici.
E l’ora di un’inversione di tendenza che ponga la centralità della questione salariale nel sistema scolastico statale e pubblico, la stabilizzazione dei precari e l’incremento degli organici, l’estensione della carta docenti al personale educativo, ATA e precario, la cancellazione degli assurdi vincoli quinquennali alla base della mobilità docenti e DSGA, la progressione professionale ATA e la stabilizzazione dei DSGA facenti funzione.
In assenza di segnali significativi e di una reale inversione di rotta, se le nostre richieste non saranno accolte dal governo, anche dalla Basilicata si lancia la richiesta netta e chiara di indizione urgente dello sciopero del comparto.