“Nessuno si salva da solo: il Covid – 19 colpisce tutti”. E’ il tema dell’incontro dibattito, organizzato dall’Adiconsum nella sala convegni dell’hotel San Domenico.
Hanno partecipato al dibattito Marina Festa, Presidente Provinciale dell’Adiconsum di Matera, Anna Maria Cammisa, Direttrice della Caritas Diocesana di Matera-Irsina, Mariano Ruggieri, Direttore U.O.C. Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica delle ASM di Matera, Alba dell’Acqua, Presidente Regionale Moica, Pino Bollettino, Coordinatore Provinciale Cisl di Matera, Giuseppe Tedesco, del Centro Giuridico Adiconsum di Matera e Basilio Gazzeni, Presidente della Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla e il presidente del Consiglio Comunale di Matera, Antonio Materdomini.
I lavori sono stati coordinati da Vincenzo Telesca, Presidente Regionale dell’Adiconsum.
Marina Festa, Presidente Provinciale dell’Adiconsum: “In questa iniziativa abbiamo analizzato le iniziative messe in campo per far fronte alla grave crisi sanitaria, economica e sociale che il Covid-19 ha prodotto.
La crisi, conseguente alla pandemia, ha colpito circa 12 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi, costretti a una riduzione o a una sospensione dell’attività. Rispetto alle crisi economiche tradizionali, ha colpito in maniera differenziata settori, territori e generazioni, andando ad aumentare le diseguaglianze mettendoci di fronte a sfide inaspettate e complesse per quanto riguarda la sanità, l’occupazione e le nuove povertà”.
Di seguito la relazione di Marina Festa, Presidente Provinciale dell’Adiconsu
Covid – 19 ci ha messo di fronte a sfide inaspettate e complesse per quanto riguarda la sanità, l’occupazione e le nuove povertà.
Oggi è il tempo per una discussione concreta su come ognuno di noi, nei diversi ruoli, ha contribuito a sostenere tali situazioni, con uno sguardo per esempio ai lavoratori precari, ai disoccupati, alle attività commerciali e artigianali che hanno dovuto abbassare la saracinesca, e alle nuove povertà, ma anche come si può contribuire per la ripartenza.
La crisi conseguente alla pandemia ha colpito circa 12 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi, costretti a una riduzione o a una sospensione dell’attività. Rispetto alle crisi economiche tradizionali, ha colpito in maniera differenziata settori, territori e generazioni, andando ad aumentare le diseguaglianze.
A soffrire di più, anche per lo scarso investimento su formazione e inserimento nel mondo del lavoro, sono stati i giovani.
Trascuratezza che vincola al ribasso le possibilità di crescita. Se non si inverte questa tendenza non solo si pregiudicano le prospettive economiche del Paese, ma si rischia di alterare in profondità il patto fra generazioni che è un elemento costitutivo dell’assetto sociale.
Abbiamo assistito alla chiusura immediata di gran parte delle attività commerciali e industriali, ascoltato annunci del Presidente del Consiglio in ogni ora del giorno e letto le bozze di decreti legge su Facebook e diffusi ancora prima della firma.
Un caos. Dalla sera alla mattina, il nostro Paese si ferma, pezzi interi della nostra economia cadono in ginocchio. Niente tornerà come prima.
La nuova crisi ha impoverito le famiglie con una rapidità improvvisa e inaspettata: è più pericolosa di quella del 2008 che strutturale e ha avuto tempi di maturazione più lunghi, così che si sono potute prendere contromisure per risollevarsi. Il Covid-19 invece è piombato sulle nostre vite da un giorno all’altro, senza dare il tempo di capire. Si sono chiuse le attività che sono andate immediatamente in rosso.
Sono mancati gli anticorpi economici, soprattutto dentro lo Stato, per opporsi alle conseguenze del virus. Complici la scarsa efficacia e la lentezza degli strumenti messi in campo si è creata una pericolosissima assenza di liquidità. E così, come ha affermato anche il Ministro dell’Interno, in questi momenti di crisi di liquidità economica la criminalità organizzata è pronta a intervenire.
Nei giorni di quarantena, l’Adiconsum è rimasta operativa sul territorio. In stretta collaborazione con l’Associazione Antiracket Famiglia e Sussidiarietà, della quale faccio parte, e con la Fondazione Lucana Antiusura “Mons. Vincenzo Cavalla”, ha attivato uno sportello per assistere le famiglie che hanno subìto direttamente o indirettamente le conseguenze socio economiche degli effetti della pandemia. A Montalbano Ionico, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, abbiamo aperto un centro di ascolto e di assistenza per dare aiuto e un sostegno alle famiglie e piccole imprese in difficoltà economiche. Abbiamo ricevuto richieste di aiuto, per il pagamento di bollette, di fatture, di prestiti sia da chi si è trovato in difficoltà economica a causa del Covid-19 sia da coloro che erano ai margini dell’economia legale già prima della pandemia.
In molti casi si è trattato di persone sovraindebitate, cattivi pagatori, famiglie e aziende commerciali già in sofferenza con le rate e i prestiti prima della comparsa del virus. Per tutti loro non sono stati previsti aiuti di Stato. Un errore! Dovevano essere i primi a cui bisognava pensare, eppure nella logica dei vari decreti che si sono susseguiti saranno gli ultimi!
A metà novembre 2020 è giunta all’Associazione Antiusura Famiglia e Sussidiarietà una telefonata. Una delle tante. In questo caso è tal la signora Vittoria. È titolare di una attività commerciale e il marito lavora con lei come dipendente. Non ha avuto contributi dallo Stato perché priva di un conto corrente. Espone le sue difficoltà: “Non riesco a pagare i miei fornitori, vivo con mio marito e mio figlio che ha bisogno di un paio di scarpe. Non ho ricevuto nessun aiuto o bonus. Per riprendere l’attività devo pagare le fatture che ho in sospeso, altrimenti non mi danno la merce e non so cosa fare. L’attività commerciale rappresenta la nostra sola entrata.”
Davanti a tale disperazione occorreva agire. Vista la situazione debitoria siamo intervenuti con un contributo a fondo perduto di quasi duemila euro, messi a disposizione dalla Regione Basilicata per fronteggiare queste situazioni a rischio di usura.
La pandemia amplia criticità della nostra società che sono il sovraindebitamento e il gioco d’azzardo.
La piaga del sovraindebitamento durante la pandemia si è acutizzato ed evidenziato. Dobbiamo prendere atto che il dilagare del virus ha amplificato e fatto emergere il disagio economico latente nel nostro vivere sociale.
Oggi raccogliamo situazioni più esasperate di famiglie che si trovano indebitate oltre le loro capacità di restituzione non solo perché gli stipendi sono bassi o perché il lavoro manca. Spesso le persone si indebitano oltremisura per la mancanza di un’educazione economica e finanziaria. Manca la capacità di usare con consapevolezza i propri risparmi, programmando e gestendo in modo oculato le risorse, poche o tante che siano.
In questo scenario, gran parte delle famiglie hanno ridotto notevolmente gli acquisti discrezionali, limitando all’essenziale la loro spesa, come generi alimentari e forniture per la casa, ma, nello stesso tempo, si tenta la fortuna, fino a cadere nella azzardopatia.
A fronte di tali situazioni, per esercitare un’azione politica sulle Istituzioni e intercettare le famiglie in difficoltà.
Il 13 novembre ultimo scorso, presso la Cisl di Potenza, è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per la prevenzione dal sovraindebitamento e il gioco d’azzardo tra la Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla, l’Associazione Antiracket e Antiusura Famiglia e Sussidiarietà e l’Adiconsum, l’Adoc, La Federconsumatori e l’Associazione Famiglie fuori gioco.
Ed è con questo spirito di collaborazione che intendiamo proseguire con coloro che partecipano a questa assise materana.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)