Si entra nel vivo del tema dell’inserimento lavorativo delle persone autistiche con il progetto “PeperonAut. Gustiamo l’inclusione”, promosso dal comune di Chiaromonte che ha risposto al bando sulla Rete multidimensionale della inclusione sociale attiva delGAL “La Cittadella del sapere”.Il soggetto attuatore del progetto è l’associazione Anffas Policoro che da anni si occupa di autismo, in collaborazione con la Fondazione Stella Maris Mediterraneo e l’associazione Lucanicom e il Consorzio di Tutela dei Peperoni di Senise Igp.
Nella due giorni di formazione che si è tenuta a Chiaromonte la scorsa settimana, nella sala multimediale dell’ospedale, sono intervenute Erika Borroz ed Angela Aresi, entrambe psicologhe e psicoterapeute collaboratrici del dottor Roberto Keller, psichiatra tra i massimi esperti di autismo in Italia.
Entrambe esperte di terapie cognitivo-comportamentali nei disturbi dello spettro autistico, le due professioniste hanno trattato i vari aspetti dell’inserimento lavorativo di persone autistiche, dalla valutazione attraverso test specifici, alla preparazione all’introduzione nell’ambiente lavorativo, alla formazione delle figure preposte ad accompagnare tale introduzione, fino alla gestione dei comportamenti problematici che possono verificarsi nelle varie fasi del progetto di inserimento. Si è trattato di un duplice evento formativo che ha lo scopo di preparare psicologi ed educatori inseriti nel progetto PeperonAut ma che ha visto una partecipazione ben più ampia, aperta ad altre figure professionali che si occupano a vario tutolo di autismo.
Punto di partenza per ogni discorso sull’inserimento lavorativo delle persone autistiche è la Convenzione ONU dei Diritti delle persone con disabilità (2006) che all’articolo 27 riconosce il diritto di tutte le persone con disabilità, comprese quelle con Disturbo dello Spettro Autistico, “all’opportunità di guadagnarsi da vivere con un lavoro liberamente scelto o accettato e in un ambiente di lavoro aperto, inclusivo e accessibile”. Lavorare, per una persona autistica, non è un diversivo ma una scelta di vita legata al suo diritto all’autodeterminazione.
Per l’inserimento lavorativo, è stato spiegato, si parte sempre dalle esigenze, dai desideri e dai sogni delle persone con autismo, che devono essere non solo compartecipi ma protagonisti delle proprie scelte, devono cioècoprogettare gli interventi che riguardano la loro vita.
Non bastano solo le leggi, dunque, ma ci vuole una nuova mentalità. Occorre cambiare la logica e la cultura dell’approccio, passare da quella dell’assistenza a quella del diritto al lavoro. Un diritto disatteso se si considera che ad oggi in Europa il tasso di occupazione degli autistici è inferiore al 10% delle persone con autismo in età lavorativa, e spesso lavorano in posti di lavoro precari, con lavori di breve durata, in istituti o ambienti protetti e sempre sottopagati, quindi a rischio di povertà.
Il lavoro è come un toccasana per le persone con autismo perché agisce positivamente sull’autonomia, sull’autostima e sulla qualità della loro vita, soprattutto se si passa da una logica di mercato, che si basa sulla produzione di beni e servizi monetizzabili, a quella del lavoro che produce valore sociale. In questa ottica viene recuperato tutto il lavoro che la persona con disabilità può svolgere a vantaggio della collettività sentendosi così parte nel suo contesto sociale e trasformare una vita assistita in una vita operosa.
PeperonAut non è fine a se stesso essendo un progetto pilota che precede altre e più ampie progettualità, come spiega il sindaco di Chiaromonte Valentina Viola. “Abbiamo deciso di candidare questo progetto perché Chiaromonte è già da tempo sensibile, da un punto di vista sanitario, alle tematiche del disturbo dello spettro autistico. Qui infatti -spiega il sindaco- è presente anche il Centro “Early Start” gestito dalla Fondazione Stella Maris Mediterraneo con la collaborazione dell’Asp e che dal 2017 continua a supportare i genitori dei piccoli ospiti occupandosi di intervento precoce nei disturbi dello spettro autistico attraverso un coinvolgimento attivo ed intensivo della famiglia.
Altrettanto siamo consapevoli di come le persone con questo tipo di fragilità e le loro famiglie hanno bisogno di essere accompagnati e sostenuti anche nella loro quotidianità e per tutto l’arco della loro vita. Nasce anche da ciò l’idea di realizzare una Fattoria Sociale in località Giardini del Vescovo e di cui PeperonAut rappresenta un inizio per la messa in opera della stessa. Infatti, affinché le idee progettuali diventino realtà ed abbiano una ricaduta economica e sociale positiva sui nostri territori è fondamentale innanzitutto la formazione degli operatori che, solo dopo la reale e approfondita conoscenza di queste problematiche, potranno contribuire positivamente ad accrescere le risposte a tutti i bisogni, compreso l’inserimento lavorativo delle persone fragili.”
Nov 24