“Il concetto di Medicina di Genere indica non solo la ricerca e l’applicazione di terapie mirate alle donne. Indica in maniera più incisiva un percorso dove la scienza medica considera gli uomini e le donne nelle loro diversità di livelli culturali, contesti ambientali e sociali che determinano comportamenti e stili di vita”.
Lo ha affermato la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, che con il Cug dell’Azienda sanitaria di Matera ha organizzato un convegno sul tema “Salute, cultura e differenze di genere” in programma domani a Casa Cava nella Città dei Sassi”.
“Iniziative come queste – ha detto – sono in continuità con tutte quelle dove è favorita l’ottica di genere, perché solo attraverso la comprensione delle differenze possiamo combattere in maniera fattiva il problema della violenza sulle donne. La violenza di genere – ha continuato la Consigliera Pipponzi – è considerata, come ci ricorda la convenzione di Istanbul all’articolo 3, la più grave discriminazione di genere e, in ogni caso, una violazione dei diritti umani. E’ un fenomeno che fonda le sue radici sugli stereotipi e sui pregiudizi e, comunque, su una cultura ancora patriarcale. Nella violenza di genere emerge con tutta la sua evidenza il persistente divario uomo donna, palese soprattutto nell’ambito del mondo del lavoro ed economico. Laddove ci sono stereotipi pregiudizi e divari si vanno a rinfocolare le discriminazioni di genere con le sue conseguenze più estreme: le violenze e il femminicidio. Dobbiamo portare avanti una rivoluzione culturale che vada proprio nel senso di favorire la parità di genere sin dalle scuole in famiglia e naturalmente in tutti i consensi istituzionali, favorendo in tutti in modi la cultura dell’inclusione, unica strada per sconfiggere la subalternità uomo-donna”.