In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne riportiamo l’intervista alla poetessa Antonella Pagano.
Lei è da sempre impegnata sul fronte spinoso dei Diritti Umani, ha anche ricevuto il Premio Internazionale don Tonino Bello proprio in onore dei Diritti Umani, ci lascia un suo pensiero?
Grazie per avermi chiamato. E’ un giorno per me estremamente doloroso, scuote tutta me, madre, cittadina, coltivatrice della bella parola, mai fredda sociologa. Di tutta la mia “Poesia dei territori”, questo è il territorio che con le sue spine, ha detto bene Lei chiamandolo fronte spinoso, è quello che, insieme ai Diritti della Bambina e dei Bambini, occupa un posto privilegiatissimo nei miei pensieri e nelle mie azioni, che siano prettamente intellettuali come di impegno solidale e operoso. Non le risponderò con il mio amato registro narrativo, sarò asciutta: femminicidio: forma estrema di violenza di genere. Spezza la vita a donne. Forma più estrema di violazione dei diritti umanispesso preceduta da condotte definite misogine: maltrattamenti, violenza fisica e psicologica, violenza sessuale, violenza educativa, violenza sul lavoro, violenza economica. Violenza! Violenza!In Italia in questo 2021 sono state spezzate le vite di 1 donna ogni 3 giorni, ieri il macabro assurdo destabilizzante conto segnava: 109 donne.Mi piacerebbe avere accanto a questa colonna numerica un’altra colonna relativa a quanti hanno favorito e migliorato la qualità della vita delle donne. E vorrei numeri con molti zeri. Non mi aiuterebbe a comprendere o sentir meno dolore per le 103 vite, bellezza, anime, cuori, pensieri, sguardi che non vedranno più il sole, che non potranno più agghindarsi per la festa della vita, ma mi permetterebbe di credere in un possibile futuro meno colorato di sangue.Spezzare la vita di una donna è:-colpire al cuore il genere umano,-colpire il seno che concepisce, -annientare la prima calda, accogliente, sicura, nutriente culla, la culla di tutti noi. Ci diciamo civili! Ci diciamo evoluti! Me lo domanderei! Dovremmo domandarcelo tutti. i diritti umani sono ancora utopie poste in essere solo parzialmente.Un altro numero? 84.000.000 di fuggitivi, ottantaquattromilioni di uomini, donne e immagino bambini che scappano via da paesi che ignorano i Diritti Umani, paesi che calpestano ogni possibilità di vita che possa dirsi tale. Anche noi adulti italiani, con tutto il patrimonio di bellezze naturalistiche e architettoniche, il più cospicuo del mondo, castighiamo i cervelli più luminosi, non sappiamo creare lavoro né semplice né congruo al loro genio. Non penso vi siano al mondo 84.000.000 di uomini probi, retti ed equi che si prodighino per rendere la vita degna d’essere vissuta! Ovvero credo che vi siano tanti uomini e donne rispettosi e rispettose della vita, ma dal rispetto ad assicurare che i Diritti Umani trovino piena realizzazione, è ben diverso, molto diverso. Chiede impegno costante, solido, irremovibile, indiscutibile e soprattutto senza compromesso alcuno. Anche di questo mi interrogherei. E mi addolora infinitamente dover continuare a ritenere attuale la mia composizione poetica: “Raccoglierò le lacrime di tutte le donne” che qualche mese fa la Regione Marche lo ha adottato quale vessillo fertile ed efficace per il rilancio delle politiche delle Pari Opportunità in tutto il territorio regionale. Non dimentico in questa circostanza la più grande crisi umanitaria del pianeta, l’Afganistan con i Talebani che stanno negando a metà della popolazione dello Stato –quella femminile- anche il più piccolo diritto, oltre ad aver gettato lo Stato in una condizione di bisogno inaudito per l’assoluta incapacità a governare. Non riescono neppure a distribuire gli aiuti umanitari che stanno arrivando in quantità assai significative.