Nella fase preoccupante della nuova ondata della pandemia che richiede un rafforzamento delle prestazioni sanitarie, per effetto di scelte della Regione (Dipartimento Salute), effetti fortemente negativi stanno per abbattersi sui cittadini e sui laboratori di analisi, da sempre strutture sanitarie “sentinella” per il monitoraggio delle condizioni di salute. L’allarme è lanciato dall’Anisap, l’associazione dei laboratori di analisi, contenuto in una lettera che il presidente Roberto Cicchetti ha inviato al Presidente Bardi, all’assessore Leone e ai principali interlocutori istituzionali. Un rischio concreto – spiega Cicchetti – è quello di un appiattimento della qualità delle prestazioni, in quanto i costi di produzione risultano assolutamente sproporzionati oltre ogni logica imprenditoriale ancorché di tipo sanitario. Il ribasso di tariffa, mediamente del 37 %, che si concretizza con il Tariffario Balduzzi, e a cui si aggiunge una ulteriore riduzione del 12% non è sostenibile per i laboratori di analisi di Basilicata, come per qualunque altra tipologia di struttura. La riduzione tariffaria decisa dal Dipartimento diventa a sua volta un costo ulteriore nella gestione e non può essere compensata con meccanismi di ottimizzazione dei processi di produzione in quanto, questi ultimi, strettamente correlati alle stringenti norme del settore. Tutte quelle forme di agevolazione messe in atto per una maggiore fruibilità dei servizi – evidenzia l’Anisap che ha tenuto martedì scorso un’assemblea straordinaria degli associati – saranno oggetto di revisione e molto probabilmente di tagli, producendo servizi meno efficienti e in alcuni casi la interruzione della erogazione dei servizi. Inoltre, si rischia fortemente di assistere ad una riduzione della capacità occupazionale delle strutture. La quota di costo più impegnativa per una attività sanitaria, quale quella relativa alle retribuzioni del personale, sarà oggetto di taglio con conseguenti perdite di ore lavorative, se non di intere unità lavorative. Il presidente Cicchetti, in proposito, ha ricordato che i laboratori di analisi, nel periodo pandemico 2020-2021, sono stati in grado, addirittura, di aumentare la forza lavoro integrando, nelle piante organiche, nuove unità lavorative, dando di fatto non solo una risposta concreta alle esigenze di salute dei cittadini lucani e di lotta alla pandemia, ma una risposta di tipo occupazionale in un momento storico in cui la crisi economica ha investito numerosi settori del panorama economico regionale e nazionale. Vi è, poi, un’altra criticità, che i titolari di strutture sanitarie segnalano, ovvero quella relativa alla azione sempre più pressante di grandi gruppi finanziari extraregionali, che, approfittando delle difficoltà economiche in cui si troveranno i centri, potranno con maggiore efficacia concludere acquisizioni, di fatto realizzando un accentramento delle risorse economiche regionali e delle prestazioni. In questo caso – dice Cicchetti – non è difficile ipotizzare la cinica logica speculativa alla base di queste attività di mercato il cui unico obiettivo è la massimizzazione dei profitti. Le strutture associate Anisap, a conclusione dell’ assemblea, nonostante le forti preoccupazioni prospettate, hanno deciso di proseguire nella erogazione dei servizi pur in costanza di regressione tariffaria e non avendo alcuna garanzia di copertura finanziaria della quota di prestazioni extra budget, solo ed esclusivamente per senso di responsabilità, dovere medico e vicinanza verso i cittadini bisognosi di cure in questo difficile periodo di pandemia, che si sta caratterizzando, oltretutto, per la quarta ondata di contagi. Pertanto, l’Anisap Basilicata richiede di dare un impulso risolutivo affinché si concluda, quanto prima, la procedura amministrativa attesa per il ripristino del Tariffario Regionale (come da DGR 989/2013), e di intraprendere attività di confronto sui temi che riguardano l’attività dei laboratori strettamente intrecciati alle condizioni di salute dei cittadini. Ma Cicchetti mette in guardia: in assenza di rapido riscontro alle legittime richieste dei titolari di struttura sanitarie, l’Associazione utilizzerà qualunque mezzo ritiene utile a tutela dei propri interessi e di quelli dei cittadini bisognosi di cure.
Il Presidente riferisce quanto emerso dalla assemblea regionale degli associati Anisap Basilicata, e vale a dire, gli interrogativi ai quali l’ Associazione ha difficoltà a trovare risposte “sensate”, e le forti preoccupazioni, che ne conseguono, per le sorti di un intero settore. L’Anisap Basilicata non comprende le eventuali motivazioni alla base del provvedimento regionale che riguarda il “ritorno” ad un tariffario ampiamente contestato a livello nazionale da tutte le Associazioni di Categoria e dalle Società Scientifiche. oggetto di impugnativa a vari livelli e che la Magistratura Amministrativa non ha considerato illegittimo solo e soltanto per la sua prerogativa “emergenziale” e dunque transitoria. La finalità del Decreto Balduzzi, quindi, era quella di realizzare obbligatoriamente un risparmio nei bilanci di quelle Regioni tenute al rispetto del “piano di rientro”, condizione quest’ultima mai verificatasi per la Regione Basilicata. Altre Regioni con caratteristiche completamente opposte alla Basilicata per numerosità di prestazioni di laboratorio e numero di abitanti, dove in linea teorica se ne potrebbe comprendere l’adozione per la realizzazione di economie di scala, si sono dotate di un tariffario regionale. L’ Associazione segnala che la precedente Giunta Regionale, invece, si è fatta carico delle legittime osservazioni contro la applicazione del Tariffario Balduzzi fatte da Anisap a suo tempo, e, “nelle more della definizione delle tariffe annuali” di cui all’art.16 della Legge Regionale 27 gennaio 2015 n.5, aveva definito le tariffe della branca di laboratorio di analisi come da Tariffario Regionale DGR n. 989 del 2013. Un tariffario, quest’ultimo, frutto di un lavoro realizzato da un tavolo tecnico (appositamente nominato nel 2013) composto da rappresentanti di Strutture Pubbliche e Private, che, con indubbia competenza, aveva effettuato un’attenta valutazione delle componenti di costo con relative valutazioni comparative di qualità, e del contesto regionale, per arrivare alla definizione della tariffa di ogni singola prestazione. Uno strumento di gestione, quindi, calibrato sulla realtà della regione Basilicata, ovvero in base alla tipologia delle strutture pubbliche e private accreditate e sulle caratteristiche del territorio e della popolazione regionale. Una scelta, all’epoca, da parte della Giunta Regionale, fatta sulla base del fatto che il Tariffario Balduzzi non potesse garantire la qualità delle prestazioni di laboratorio erogabili tanto dalle strutture Pubbliche che da quelle private accreditate, salvaguardando, quindi i centri più piccoli e i presidi pubblici insistenti in comuni orograficamente svantaggiati.