La “Carta della Comunità” un documento programmatico sulla buona sanità del durante e dopo pandemia con la proposta di un gruppo di lavoro permanente (composto da professionalità tecnico-scientifiche, Regione, ASL, aziende ospedaliere, Comune, Ambito Sociale di Zona, privato accreditato, Farmacie, Medici di medicina generale, terzo settore/cooperazione e associazionismo dei pazienti,) a cui affidare la “mission” di dare prosecuzione e iniziativa verso l’attuazione del PNRR e di due strumenti regionali in fase di definizione: il Piano Strategico Regionale e il nuovo Piano Sanitario Regionale. E’ la conclusione pragmatica del V Forum di Sanità Futura – “Covid Life Long Term” -che si è svolto in questo fine settimana oltre che nel Castello anche all’interno del Palazzo Vescovile di Melfi.
La giornata conclusiva si è aperta con un video messaggio del Presidente della Regione Vito Bardi che ha confermato l’attenzione per il settore della specialistica ambulatoriale accreditata sottolineando come poliambulatori, centri diagnostici e laboratori “hanno dato un contributo significativo nella fase di superamento dell’emergenza Covid e continuano a darlo per abbattere le liste di attesa”. Bardi ha ribadito la “esigenza di maggiore collaborazione pubblico-privato partendo da un’analisi attenta dei fabbisogni sanitari” ed ha chiesto che il Forum faccia pervenire proposte sia per il Piano Strategico Regionale che per il nuovo Piano regionale sanitario, entrambi in fase di approvazione dopo le consultazioni sociali e il confronto avviati in queste settimane.
L’impegno della Giunta Bardi a dare una svolta nelle relazioni con il comparto della specialistica ambulatoriale perché “la cooperazione produca effetti efficaci a dare risposte alle esigenze di tutela della salute dei cittadini specie nella fase pandemica” è stato ribadito dall’assessore regionale Gianni Rosa intervenuto ai lavori come rappresentante del Governo regionale. “Senza nascondere le difficoltà e le criticità del Pnrr, prima fra tutte la definizione dei compiti delle Regioni e la disponibilità di sicure risorse economiche, per ora solo sulla carta”, l’assessore Rosa ha insistito sul modello di sanità territoriale mentre il direttore generale del Dipartimento Salute, Domenico Tripaldi, ha messo il “dito nella piaga”: “insieme ad uno sforzo di riprogrammazione e quindi di adeguamento legislativo servono più soldi da destinare alle prestazioni e ai servizi del privato che oggi rappresenta meno del 3% della spesa complessiva sanitaria regionale”. Anche Luigi D’Angola, direttore sanitario ASP, illustrando con slide i dati delle prestazioni ambulatoriali dal 2020 ad oggi ha sottolineato “i numeri estremamente negativi” e ribadito “l’urgenza di accelerare la ripresa delle stesse avvalendosi del privato accreditato a partire dalla revisione dei tetti di spesa”.
Raccogliendo l’invito alle proposte Giuseppe Demarzio, Michele Cataldi, Antonio Mussuto, dirigenti di Sanità Futura, hanno presentato i punti principali della “Carta della Comunità”, costruita intorno alle parole d’ordine “resilienza e trasparenza”, che presto sarà consegnata al Presidente Bardi.
In sintesi: per la “Missione 6” del Pnrr che finanzia strutture di medicina territoriale tra le quali le “Case della Comunità” il privato accreditato ha progetti e programmi da realizzare con il pubblico, abbandonando la sterile competizione e preferendo la strada della coprogrammazione di ruoli, funzioni e risorse, in una logica di sistema. I fabbisogni sanitari vanno programmati subito per il 2022 ma con un respiro di collaborazione strutturale e quindi pluriennale, per dare la possibilità di pianificare azioni investimenti ed interventi. Occorrono azioni di semplificazione delle procedure burocratiche (“stop alle inutilità burocratiche”); per le liste di attesa e la mobilità dei pazienti sono necessarie risorse finanziarie strutturali, prontamente disponibili all’occorrenza, in modo parallelo ai cosiddetti tetti di spesa imposti ad ogni struttura. Soprattutto è indispensabile provvedere alla remunerazione delle prestazioni già erogate nel periodo di emergenza pandemica attraverso il decreto Draghi sostegni bis, ancora in attesa. Adottare i PAC, prestazioni ambulatoriali complesse, che riuscirebbero a sgravare gli ospedali dai ricoveri inutili e inappropriati.
La prima idea-progettuale che viene da Melfi riguarda la “Casa della Comunità” una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali per potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità. A Melfi c’è un esempio concreto rappresentato da Polimedica, poliambulatorio con servizi e prestazioni comprensoriali che – come hanno riconosciuto il sindaco di Melfi Giuseppe Maglione e il Presidente della Conferenza dei Sindaci del Vulture Alto-Bradano Biagio Cristofaro – rappresenta una risposta efficace ai bisogni di tutela della salute per un’utenza di circa 100mila abitanti. “Il modello di Casa della Comunità – ha evidenziato il presidente di Polimedica Cataldi – è già funzionante e come tale andrebbe preso a riferimento, tutelato e valorizzato, oltre che accompagnato nelle ulteriori fasi di potenziamento di servizi e prestazioni”.
Per rafforzare ruoli e compiti della cooperazione sociale e del terzo settore, inoltre, il presidente di Confcooperative Basilicata, Pino Bruno ha indicato un percorso virtuoso da seguire abbandonando la “logica ospedalocentrica” e puntando su una rete già esistente di cooperative e imprese sociali che già svolgono un prezioso lavoro di assistenza soprattutto al domicilio dei cittadini, da una parte, e i Comuni, dall’altra, per una medicina territoriale più vicina ai cittadini e più capace di fornire assistenza sociale e sanitaria.
Larga parte del Forum è stata dedicata al PNRR che imposta una riorganizzazione complessiva del SSN e dei SSR in una prospettiva di “riforma di fatto” della sanità pubblica e accreditata. Prevede inoltre investimenti in strutture, in tecnologie diagnostiche e terapeutiche e in infrastrutture digitali di ICT, di “gestione” e di monitoraggio, non trascurando la formazione di operatori e manager. Un nodo da sciogliere non di poco conto è l’assenza della voce “spesa corrente”. Tutto questo però – dicono i dirigenti di Sanità Futura – può e deve essere un’opportunità per il privato accreditato, che lavorerebbe in modo integrato per l’esercizio a regime di queste strutture. Il PNRR è un’occasione unica di cambiamento e innovazione che va colta fino in fondo facendo i conti, veri, con la realtà dei SSR, inducendo, proponendo e imponendo i cambiamenti necessari. Nel PNRR un grande ruolo viene dato all’introduzione massiccia di nuove tecnologie digitali sia in ambito diagnostico e terapeutico che in quello informativo a supporto della “mantenimento in carico” dell’intera comunità con una gestione integrata delle informazioni.
Nelle conclusioni della due giorni – che ha registrato numerosi interventi di esperti, medici specialisti, esponenti delle istituzioni e della società – significativo il messaggio del Vescovo di Melfi Mons. Ciro Fanelli: “i temi del Forum fanno parte dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa e con il diritto alla salute per le comunità mettono al centro le persone e con esse le fasce più deboli, con la necessità di mettere fine ad ogni tipo di contrapposizione tra lavoro e salute”.