Un pubblico numeroso e attento ha gremito l’auditorium del centro culturale Nitti di Melfi per seguire l’incontro di apertura, dedicato alla figura di Jacques Maritain, del secondo ciclo di “Radici morali”. L’evento, organizzato da Associazione e Fondazione “Francesco Saverio Nitti” con l’attivo contributo dell’Università degli Studi della Basilicata, rientra nei “Percorsi di eccellenza” del Dipartimento di Scienze Umane dello stesso ateneo.
L’incontro è stato aperto da Gianluca Tartaglia, direttore dell’Associazione Nitti, che ha sottolineato, tra l’altro, come “il lavoro sinergico tra i vari soci fondatori della Fondazione Nitti abbia prodotto un ciclo di incontri su figure, con sensibilità diverse, che non mancherà, come il primo, di suscitare l’interesse del pubblico e degli studenti“ e da Vincenzo Castaldi, vice sindaco della città di Melfi, che ha espresso “la volontà da parte dell’Amministrazione comunale di sviluppare una proficua e qualificata collaborazione con Associazione e Fondazione Nitti per la crescita culturale della città e di rilanciare il progetto per la realizzazione di un museo nella casa natale dello statista melfitano”.
Donato Verrastro, docente di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi della Basilicata, introducendo l’incontro su Jacques Maritain ha affermato che “agli studenti è stata offerta l’occasione per approfondire uno dei più acuti ispiratori della cultura politica cattolica del secondo Novecento, nel cui solco si è incuneata la riflessione sulla ricostruzione democratica dell’Europa in un interessante quanto inedito intreccio tra valori religiosi e impegno civile.
Maritain, in questo senso, ha consentito di spingere il dibattito oltre gli steccati nazionali, proponendo una visione di democrazia come esercizio di convivenza tra i componenti del “corpo politico”, una comunità di donne e uomini impegnati nella costruzione di stati democratici fondati sulla libertà individuale, sul solidarismo, sull’abbattimento delle barriere elevate dai nazionalismi che nel cuore del Novecento avevano nutrito i totalitarismi e sull’ambiziosa prospettiva di una comunità mondiale a salvaguardia della pace tra i popoli.
Ai giovani d’oggi, pertanto, figure come quella di Maritain o come quelle dei protagonisti di cui si tratterà nei prossimi incontri, possono ancora dire molto: a partire dalla storia, infatti, recuperando valori e ideali, si potranno porre basi più solide per una formazione di qualità, oltre che per l’esercizio attivo di una cittadinanza consapevole”.
E’ toccato, invece, agli studenti Francesco Pio Maisto e Fabrizio Cocina , iscritti al corso magistrale di Storia e civiltà europee dell’Unibas, sollecitare con interventi e domande Gennaro Giuseppe Curcio, segretario generale dell’Istituto internazionale “J. Maritain” di Roma.
“Jacques Maritain, di cui ricorre il settantesimo anno della pubblicazione del celebre trattato di filosofia politica ‘L’uomo e lo Stato’, – ha affermato Curcio- è il pensatore del ‘900 che più ha contribuito a diffondere i principi della solidarietà, della pace, della fratellanza e dell’amicizia civile quali fondamenti della politica davvero umane. Concentrandosi sulla persona, sul suo rispetto e la sua tutela, ha costruito una comunità (diversa dalla società) animata da uomini e donne impegnati a vivere nell’amicizia civile. Accompagnato dalla moglie Raissa – compagna di vita e sostegno per il suo sviluppo personale e filosofico (grazie a lei si avvicina agli studi di Bergson e Tommaso d’Aquino, con il suo sostegno si converte al cristianesimo ricevendo insieme il sacramento del Battesimo, con la sua guida contempla la bellezza artistica grazie ai famosi ‘circoli maritainiani’ con cui trasformavano la loro casa in confronti dialogici con artisti, musicisti, letterati, filosofi, ecc.) – il filosofo francese è protagonista di importanti pagine della storia dello scorso secolo, tanto europeo quanto americano. Infatti, la sua intuizione sull’aspetto pratico dei diritti consente l’accordo che nel 1948 definisce la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo. La sua intensa amicizia con Montini orienta i lavori del Concilio Vaticano II. Come professore educa al bene comune, divenendo formatore di una classe politica che vede impegnate personalità come Moro, La Pira, De Gasperi o ancora Frey e Schumann. Da Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede contribuisce a ristabilire gli equilibri europei resi precari dalle guerre. Negli anni americani – periodo in cui tiene le sei conferenze pubblicate nel 1951 nel volume Man and the State -, oltre a promuovere teorie politiche a favore della democrazia e a delineare i tratti di uno stato a servizio della persona, è testimone della prossimità all’altro aiutando numerosi europei che, a causa dei conflitti, vivevano situazioni di particolare e tragica difficoltà. Jacques Maritain è il filosofo che più ha saputo far pratico esercizio delle sue teorie. Se il cardine del suo pensiero è la persona, l’uomo Maritain è l’esempio di come si possa vivere nel mondo quell’amicizia civile che, nel cordiale disaccordo, valorizza le differenze nella loro bellezza e unicità. Nel suo essere filosofo pratico ancora oggi testimonia quanto la libertà, che nasce sempre nell’esercizio della responsabilità nei confronti dell’alterità, possa essere la strada che conduce alla verità attraverso la solidale e amicale fraternità”.