“Il patto di sviluppo tra Europa, Mediterraneo e Africa di cui parla il Ministro degli Esteri Di Maio è una necessità in vista della ripresa post-pandemica e per attuare le azioni annunciate in occasione del G20 con la Presidenza Italiana”. E’ il commento del Presidente della Camera ItalAfrica Alfredo Cestari sottolineando che “nel 2020, seppur in piena pandemia, l’Ue ha rappresentato il principale partner commerciale del continente africano e ha assorbito il 28% della quota di import ed export dell’Africa. Negli ultimi anni il nostro Paese è risultato costantemente ai primi posti per volume di investimenti diretti esteri in Africa, superando i 27 miliardi di euro nel 2020. Si tratta pertanto – continua – di passare dalle enunciazioni di principio agli accordi di cooperazione e di partenariato economico per cogliere insieme ai partner africani le grandi potenzialità del Continente. C’è la necessità di riavviare, su basi nuove, la cooperazione tra Europa e Africa.
Il nostro progetto “Sud Polo magnetico” – aggiunge Cestari – è uno strumento finalizzato al rafforzamento della cooperazione economico-sociale tra Italia e Africa, che individua nel Mezzogiorno l’hub naturale per sviluppare l’interazione commerciale e produttiva tra Europa e continente Africano. La Camera di commercio sta attivando tutti i canali indispensabili per avviare un tavolo di confronto con questi Paesi che veda protagoniste le imprese del Sud con il sostegno e il coordinamento dei ministeri del sud, dello sviluppo economico, del turismo e degli esteri. Il nostro obiettivo è quello di orientare una cospicua fetta dei 100 miliardi per la cooperazione rafforzata tra Unione Europea e Africa verso i rapporti tra il Mezzogiorno d’Italia e i paesi dell’Africa centrale». «Abbiamo deciso di intervenire – ha proseguito il numero uno della Camera di commercio ItalAfrica – guardando al sud del mondo affinché si mettano sul tavolo risorse economiche, competenze e sinergie.
Voglio ricordare – aggiunge Cestari – che durante il G20 di Matera già il Ministro Di Maio ha avuto modo di anticipare quale linea intende perseguire sul tema africano, confermando l’obiettivo della ristrutturazione del debito, ma anche richiamando gli obiettivi dell’Agenda Onu di Sviluppo 2030 e dell’Agenda dell’Unione Africana di Sviluppo 2063. La strategia proposta intende promuovere anche iniziative con le banche di sviluppo, e con le altre organizzazioni internazionali pertinenti, per finanziare le attività in Africa, con l’ obiettivo specifico di migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, minacciate dalla sovrappopolazione, dall’ impoverimento delle terre, dai cambiamenti climatici, dalla mancanza di reti elettriche e servizi sanitari. In sostanza si tratterà di condurre nuove sfide e sostenere nuovi impegni su tutti i possibili profili dello sviluppo economico e sociale del continente africano, da cui è evidente che potrebbero derivare i principali rischi sui cambiamenti climatici, sulla sicurezza alimentare, sulla pressione migratoria, sulla minaccia del terrorismo, in definitiva, sulla sicurezza globale e sul futuro dell’umanità. Per l’Africa un modello di crescita endogeno e integrato, rispettoso delle persone e dell’ambiente, rappresenta la migliore risposta a fenomeni migratori che se incontrollati rischiano di apparire tormentati e fragili rimedi nei confronti della crescita demografica. Se l’Europa ha compiuto grandi e gravi errori con l’Africa oggi si apre una stagione di leale collaborazione, con la consapevolezza della complementarietà. L’Africa rappresenta il partner naturale per la Ue. Africani e europei insieme costituiscono una vasta regione, un’area al centro delle dinamiche globali. Serve una cooperazione vera tra popoli dei due continenti. Serve l’elaborazione di un ambizioso progetto comune che metta fine ad ogni retorica di aiuto semplicemente umanitario”.