La delibera di Giunta regionale inerente l’adozione delle direttive attuative dei Contratti di sviluppo a valenza regionale (Art.15 della Legge regionale n.20/2012 e s.m.i) al centro dei lavori odierni della terza Commissione consiliare (Attività produttive, Ambiente, territorio), presieduta da Piergiorgio Quarto (FdI). Ad illustrare il provvedimento l’assessore alle Attività Produttive, Lavoro Formazione e Sport, Francesco Cupparo, coadiuvato dall’ingegnere Giuseppina Lo Vecchio i quali hanno evidenziato che si tratta di uno strumento di incentivazione teso ad attrarre investimenti, in particolare di un bando a sportello sempre aperto per grandi finanziamenti (da tre a cinque milioni di euro).
Le direttive – viene spiegato nella delibera – hanno lo scopo di definire le procedure attuative per la selezione di interventi finalizzati al rafforzamento delle imprese esistenti e alla creazione di nuove iniziative imprenditoriali nel territorio lucano attraverso lo strumento dei Contratti di sviluppo regionale. L’obiettivo dello strumento è finalizzato, tra l’altro, ad aumentare il livello di competitività e la sostenibilità ambientale delle imprese attraverso la ristrutturazione delle loro attività e la riconversione produttiva nell’ambito dell’economia circolare e la transizione ecologica; attrarre nuove attività che impiantino i loro siti produttivi sul territorio regionale, nelle zone economiche speciali (aree Zes); recuperare siti industriali o artigianali dismessi per effetto della cessazione o dell’esaurimento delle attività produttive che vi erano state allocate attraverso l’avvio e l’insediamento di nuove attività, anche in comparti o segmenti diversi per vocazione di business. I contratti di sviluppo possono essere proposti da imprese di piccole, medie e grandi dimensioni ovvero consorzi di imprese e società consortili e da imprese aderenti o che si impegnino ad aderire a un contratto di rete per la realizzazione dello scopo comune. Le proposte di Contratto di sviluppo regionale possono avere ad oggetto un programma di sviluppo industriale, turistico o commerciale. Il contratto candidato dovrà essere complessivamente di importo non inferiore a 3 milioni di euro. Il contributo concedibile, a prescindere dalla forma di aiuto, non potrà essere complessivamente superiore a 5 milioni di euro di cui massimo 700 mila euro per il progetto di ricerca, ove previsto”.
Al dibattito sono interventi i consiglieri Acito, Braia e Quarto. Al termine del confronto il presidente Quarto ha rinviato la votazione sul deliberato alla prossima seduta per permettere ai commissari la presentazione di eventuali emendamenti al testo.
Successivamente, all’attenzione della commissione, la proposta di legge, d’iniziativa dei consiglieri Braia e Polese, riguardante l’istituzione del Registro regionale dei Comuni con prodotti a Denominazione Comunale (De.Co.).
Il testo normativo ha la finalità di valorizzare l’istituzione delle Denominazioni Comunali (De.Co.), quale strumento efficace per promuovere il territorio, attraverso le produzioni agroalimentari ed enogastronomiche tipiche nonché di difesa della storia, delle tradizioni e dei saperi locali e per contribuire alla promozione delle specificità storico-culturali di un determinato territorio. La De.Co., deliberata e contrassegnata dal Comune, non è un marchio di qualità e neppure uno di certificazione. Si tratta, bensì, di un prodotto agroalimentare o gastronomico, una ricetta, ma anche un prodotto ad alto valore storico della tradizione locale, una festa, una fiera, una sagra oppure una tecnica particolare di coltivazione o di allevamento, identificativo di una determinata comunità.
Durante i lavori il presidente Quarto ha portato all’attenzione dei commissari due note contenenti osservazioni inviate dal dipartimento Agricoltura e dalla Coldiretti. Dopo averle esaminate la commissione ha deciso di rinviare il voto sulla pdl alla prossima seduta al fine di predisporre alcuni emendamenti al testo.
Hanno partecipato ai lavori della commissione, oltre al presidente Quarto, i consiglieri Carlucci (M5s), Acito e Bellettieri (FI), Sileo e Aliandro (Lega), Braia (Iv).