Frammenti di Cinema – Opere di Paolo Mirmina(MIR)
Matera, Mediateca Provinciale – Palazzo dell’Annunziata, P.za Vittorio Veneto
27 Settembre – 17 Ottobre 2009
nell’ambito della terza edizione de “[Basilicata cinema] Fatevi i corti vostri – Festival degli audiovisivi amatoriali e/o autoprodotti”
Inaugurazione: 27 Settembre, ore 19.30
ORARI MOSTRA:
Lun./Sab. – 9.00/18.00 Ingresso libero
Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – nell’ambito del Festival “Fatevi i corti vostri” Basilicata Cinema – e della Regione Umbria.
A cura di Luigi Petruzzellis
Una tazza di caffè, una sigaretta, una Vespa, alcuni manifesti politici, un vecchio televisore, dischi, bottiglie, automobiline, oggetti dai quali emergono volti più o meno noti, si alternano a locandine di film strappate e rimescolate in un originale mix di colori; “quadri” e “sculture” che apparentemente non hanno un senso logico, tanto meno sembrano avere un nesso tra di loro; oggetti che, per l’appunto, sembrano dei frammenti gettati lì casualmente.
E’ questa l’originale produzione artistica di Paolo Mirmina, in arte MIR; una visione volutamente onnivora dell’arte, come onnivoro è del resto il mondo che qui – tramite quest’arte – egli vi descrive, ovvero quello del cinema, che inevitabilmente si nutre delle nostre esperienze e della nostra immaginazione fino a restituirci non solo uno spaccato della realtà, ma soprattutto la possibilità di riprodurre qualcosa che non esiste o che addirittura pensiamo non possa mai accadere. Il cinema per MIR è quanto di più vicino possa esistere al suo modo di essere artista; così come egli si riappropria di oggetti e materiali di uso quotidiano attribuendogli una nuova vita tramite un rivestimento di piccoli frammenti di collage, il cinema si riappropria dell’essere umano fornendone una immagine diversa, a volte cruda e reale e a volte fantasiosa e immaginifica, come le opere esposte. Cade allora la distinzione tra i due diversi mondi e quella con la vita di tutti giorni, che li condiziona e ne viene a sua volta condizionata. Ecco che la sequenza a prima vista casuale assume quasi la funzione di una pellicola, in un susseguirsi di opere che in realtà ha lo scopo ben preciso di fornire una immagine altra e non convenzionale di ciò che quotidianamente ci circonda. E’ quindi il cinema scomposto e sezionato nei suoi elementi più piccoli, tanto quelli che spesso passano inosservati ma che contribuiscono in maniera determinante alla sua magia, quanto quelli che vengono resi celebri a tal punto da fissarsi per sempre nell’immaginario collettivo (come ad esempio la Vespa di Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze romane), è un telefono che squilla nervosamente, è la tazza di caffè di migliaia di film, è cronaca e politica, erotismo e satira, è il contributo che tutti più o meno consapevolmente gli forniamo semplicemente vivendo.
Frammenti di cinema, frammenti di ricordi ed esperienze personali strettamente legate a piccole e grandi pellicole; Mirmina mette in atto un vero e proprio processo di deframmentazione di alcuni tra i più noti simboli di questo variegato mondo con più di 100 tra sculture, oggetti e quadri di ogni genere, fornendo in tal modo lo scenario ideale e simbiotico alla terza edizione del Festival per audiovisivi amatoriali e autoprodotti Fatevi i corti vostri, evento patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – nell’ambito del progetto Basilicata Cinema – e con il patrocinio della Regione Umbria. Proprio a quest’ultima sarà dedicata la serie Frammenti d’Umbria, contenente 10 opere ispirate ai luoghi di provenienza dell’artista alle quali si aggiungerà un singolare omaggio alla città di Matera e alla Basilicata, in quello che andrà a configurarsi come un proficuo scambio culturale tra le due differenti realtà. E’ in questo contesto di esaltazione totale della creatività che lo spettatore sarà quindi chiamato ad essere doppiamente protagonista: del Festival Fatevi i corti vostri – producendo i filmati e votando i finalisti – e della mostra, per la quale spetterà proprio a lui compiere l’ultimo atto, e cioè riappropriarsi dei ricordi che le opere di MIR inevitabilmente suscitano e che sono parte integrante della sua produzione artistica. Dopo tutto, per far rivivere un ricordo basta un frammento…
Info e Contatti:
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