Scoperto “supermarket” della droga. Operazione dei Carabinieri di Lagonegro nei confronti di quattro persone indagate per concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Di seguito i particolari.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lagonegro, coadiuvati da personale delle Stazioni Carabinieri di Rivello e Lagonegro nonché da personale del Nucleo Cinofili dei Carabinieri di Tito (PZ), hanno dato esecuzione a quattro ordinanze di misure cautelari personali emesse dal GIP del Tribunale di Lagonegro nei confronti di:
• A.F. 47enne del luogo, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere;
• S.K. 43enne del luogo, sottoposta agli arresti domiciliari;
• C.M.50enne di Nola (NA), sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza;
• M.A.19enne del luogo, sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione alla P.G.
I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Lagonegro e condotta dal personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Lagonegro che, ha consentito di sequestrare complessivamente circa 600 grammi di sostanza stupefacente del tipo “Marijuana “, “Hashish ” e “Cocaina “, nonché di smascherare una rete di spaccio condotta in concorso dai predetti nel centro di Lagonegro.
Gli indagati avevano realizzato in pianta stabile, all’interno di un’abitazione, un vero e proprio “supermarket” della droga dove periodicamente vari soggetti si recavano al fine di approvvigionarsi di sostanza stupefacente.
Gli acquirenti si portavano presso l’abitazione dello spacciatore, sia con autovetture che a piedi, e, cercando di farsi notare il meno possibile, si introducevano nell’androne del plesso abitativo restandovi solo per pochi minuti ovvero il tempo strettamente necessario per compiere l’acquisto per poi dileguarsi successivamente in modo molto rapido.
La scaltrezza era parte integrante delle condotte degli spacciatori, i quali tendevano a variare di continuo il proprio modus operandi onde evitare i controlli da parte delle Forze dell’Ordine, anche in virtù delle loro pregresse vicissitudini giudiziarie.