Una piéce nel segno dell’accoglienza e dell’incontro come valori universali, necessari per costruire un nuovo umanesimo.
Così la Fondazione Sinisgalli ha voluto formulare l’augurio di buon Natale e di un sereno Anno Nuovo a Montemurro, organizzando, domenica 19 dicembre, il recital “Cunti canti e musicanti” nell’Ex Convento di San Domenico, a chiusura degli appuntamenti del 2021.
La serata è stata aperta dal Direttore della Fondazione, Luigi Beneduci, che ha ricordato gli appuntamenti organizzati, sia online, sia in presenza, nel corso dell’anno per celebrare il quarantennale dalla morte di Sinisgalli, nonostante le difficoltà provocate dalla pandemia. Nel portare i suoi saluti, il Sindaco di Montemurro Senatro Di Leo ha ringraziato la Fondazione per il lavoro svolto, sottolineando inoltre come la serata fosse il primo degli appuntamenti del cartellone natalizio promosso dall’Amministrazione Comunale con l’intento di far tornare pian piano la comunità ad incontrarsi e a stare insieme, un bisogno di cui si è sentita molto la mancanza in questi ultimi due anni.
Protagoniste della serata sono state l’attrice Eva Immediato e la musicista Daniela Ippolito con la sua arpa. In scena con loro anche il Presidente della Fondazione Sinisgalli, Mimmo Sammartino, che è anche autore di testi lirici del recitativo, brani affiancati da richiami di scritture sacre delle tre religioni monoteistiche, da racconti di frontiera, da canzoni contro la guerra, da frammenti poetici (da Quasimodo a Ungaretti a versi di migranti e profughi), da canti tratti dalle tradizioni popolari di diverse lingue e latitudini.
È stata una serata intensa che ha suscitato pensieri ed emozioni seguendo la corrente di parole di un racconto di confine come luogo di incontro e non di separazione con l’Altro.
Il confine, la frontiera, in fondo sono stati anche il luogo emblematico del pensiero sinisgalliano – ha sottolineato Sammartino in chiusura di serata. – La prospettiva per mettere in relazione alfabeti, linguaggi, codici in apparenza diversi e distanti. Costruire ponti, d’altronde, è un processo necessario. Imprescindibile per rappresentare la complessità e riprogettare il mondo.