Il settore dell’economia ha ottenuto diversi vantaggi, negli ultimi anni, grazie all’introduzione di nuove tecnologie. Queste nuove opportunità non riguardano solamente il modo di seguire i mercati e i loro andamenti ma, soprattutto, le possibilità che il mercato offre. Sicuramente, tra le novità più importanti che nascono dall’incontro tra economia e tecnologia ci sono le criptovalute.
Queste ultime non sono altro che valute virtuali ormai conosciute in tutto il mondo. La più nota è, sicuramente, Bitcoin che rientra nella categoria delle criptovalute bidirezionali, ovvero che è possibile convertire nel tradizionale denaro. Le criptovalute sono formate da diverse caratteristiche. Le principali sono “il libro mastro, il protocollo e i partecipanti”.
Il libro mastro non è altro che il posto dove vengono immagazzinate le diverse transazioni che vengono effettuate. Questo strumento ne consente anche il tracciamento e il controllo. Il protocollo, invece, consiste in una serie di regole che gli utenti devono seguire per poter eseguire delle transazioni. Ricordiamo che le criptovalute possono anche essere usate per l’acquisto di servizi e prodotti nel Web.
Il rapporto tra le criptovalute e i Paesi emergenti
I nuovi mercati mondiali, quelli che stanno emergendo, hanno aumentato notevolmente la loro forza nel settore delle criptovalute. Tra i casi più noti ci sono, sicuramente, quelli dell’Ucraina, della Colombia e del Kenya. Come ricorda Bitcoin Profit, secondo delle analisi statistiche effettuate dalla “Bank of America” tra i primi 10 Stati al mondo con le migliori metriche che riguardano le criptovalute rientrano solamente nazioni che fanno parte dei nuovi mercati. Tra queste citiamo, oltre ai tre precedenti Stati, anche la Cina, l’India, la Nigeria, il Kazakistan, il Vietnam e il Sud Africa.
I dati che arrivano dal report del Bitcoin mostrano come soltanto Russia, Nigeria e Cina effettuano maggiori scambi di questa criptovaluta rispetto agli Stati che fanno parte della Comunità Europea. Ma a cosa è dovuto il successo delle monete virtuali in questi Stati? Innanzitutto, si deve a un utilizzo su piccola scala e ai trasferimenti effettuati in entrata e in uscita verso lavoratori che risiedono all’estero.
Inoltre, alcuni di questi Paesi, come ad esempio la Cina, sono ai primi posti per quanto riguarda anche l’estrazione di criptovalute. La Cina, tra l’altro, ne estrae circa due terzi e si pone al primo posto davanti a Russia e Stati Uniti.
Secondo gli esperti di questo settore, il crescente uso di criptovalute in questi Paesi porterà, a breve, a un’adozione di valute digitali a livello nazionale. Questa scelta potrebbe portare gli Stati, che l’adotteranno, a far crescere l’inclusione finanziaria e a migliorare il sistema dei pagamenti.
In Kazakistan, Ucraina e Kenya, le Banche Centrali hanno già iniziato degli studi per trovare la giusta strategia per l’inserimento di proprie valute che andrebbero a sostituire le attuali criptovalute. Secondo stime recenti, inoltre, circa un quinto delle banche centrali mondiali punterà a questo obiettivo, ovvero introdurre le proprie monete digitali nel prossimo triennio.