Pandemia, clima, energia, occupazione e PNRR sono i temi sui quali si basa la riflessione di Pierluigi Diso per questo 2022 appena iniziato. Come sarà l’anno che verrà? Di seguito la nota integrale.
Il 2021 è stato l’anno del mondo con il fiato sospeso. L’anno della ripresa globale dopo le ondate più intense della pandemia, ma anche quello della crisi dei prezzi dell’energia. L’anno delle grandi campagne di vaccinazione, ma anche quello della “grande inflazione”. Dal 2022 iniziamo il nuovo corso verso il futuro. Ci sono le sfide delle transizioni verdi e digitali, gli ambiziosi piani di investimento lanciati da Usa ed Europa. Ma il passato ci fa ombra ed ecco le nuove sfide Cina-Usa che ci ricordano la guerra fredda, insieme alla pandemia ancora non sconfitta. L’evoluzione del virus si è mostrata nelle sue varianti – Alfa, Beta, Gamma, Delta e più di recente Omicron – che nascono e si diffondono rapidamente. La variante Omicron sarà maggiormente trasmissibile? Di sicuro ci fa più paura e dal 2022 dovremo continuare a combatterlo, migliorando i vaccini e i farmaci. L’economia europea ha fatto un vigoroso salto in avanti durante la scorsa estate tornado subito al suo livello prepandemico di attività economica e occupazione e si spera che entro il 2023 possa riprendere la linea di crescita. Ma dopo diversi anni in cui l’inflazione è stata bassissima, la forte ripresa dell’attività economica è accompagnata da una rapida ripresa inflazionistica, superiore alle aspettative. La pandemia da coronavirus ha bloccato la domanda e l’offerta. Sono cambiati i modelli di consumo facendo esplodere i servizi a domicilio, facendo calare le vendite di automobili e aumentando la domanda dell’elettronica di consumo. L’aumento della domanda di alcuni beni è stata tale che l’offerta ha faticato a tenere il passo, anche per la carenza di materie prime. Anche i prezzi dell’energia hanno avuto un forte rimbalzo dai livelli minimi della pandemia. I prezzi del petrolio si stanno stabilizzando, ma a un livello relativamente alto. Anche i prezzi globali del gas naturale si sono ripresi dopo le pressioni ribassiste nella primavera del 2020, ma negli ultimi mesi hanno registrato aumenti senza precedenti, mettendo già in ginocchio famiglie e imprese. In Europa il prezzo all’ingrosso del gas è aumentato in misura superiore, a causa della riduzione delle scorte dopo un inverno freddo, della scarsa offerta dalla Russia e della straordinaria debolezza della produzione eolica e idroelettrica. Alcuni ricordano già quanto accaduto a fine anni settanta per i prezzi e i salari. Ma siamo lontani da ciò, per fortuna. Un ritorno a un livello di attività economica normale implica necessariamente un ritorno alla normalità dei prezzi, anche se, a breve, ciò implica tassi di aumento più alti della norma. A ciò si sommano le difficoltà legate alle interruzioni nella logistica globale, all’inflazione nel settore dell’energia e agli squilibri tra domanda e offerta, ma se il prezzo sale non vuol certo dire che c’è inflazione. Qual è il ruolo della politica alle pressioni inflazionistiche? Ecco che occorre un’attuazione credibile del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nell’ambito di Next Generation UE. Sarà importante avere una guida lungimirante e una strategia fiscale credibile a medio termine. Nella fase acuta della crisi pandemica, era giusto dare prova di prontezza e agilità. Adesso serve la mano ferma e molta pazienza. La politica fiscale dovrebbe essere tempestiva e temporanea, mentre le riforme strutturali, come indicato nei Pnrr, dovrebbero essere fattibili, lungimiranti ed eque. Allora, mentre la Pandemia aleggia maligna sulla nostra vita quotidiana, la Panda mia non va più a metano perchè costa caro, rimbocchiamoci le maniche in questo 2022 e abbiamo fiducia in Draghi che già tempo fa diceva che per una buona politica monetaria occorre essere pazienti e prudenti.
Pierluigi Diso