Covid, FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) sezione di Matera: “Le feste sono passate, i disagi no”. Di seguito la nota integrale.
Alle segnalazioni di vari organi di stampa in merito alle criticità riscontrate nell’ultima settimana nella gestione dei pazienti Covid e dei relativi contatti, nelle attività di tracciamento e nelle prenotazioni dei tamponi molecolari, la ASM non ha fornito ancora alcuna risposta.
I cittadini in attesa di una telefonata dalle USCA (Unità speciali Covid) hanno trovato nel medico di famiglia il loro unico punto di riferimento per ottenere informazioni e aiuto.
Dall’inizio della pandemia il carico di lavoro dei medici di famiglia è aumentato a dismisura [si veda l’articolo pubblicato sul Messaggero del 5 gennaio 2022 con le testimonianze del Prof. Cricelli (SIMG) e del Dott. Scotti (FIMMG)] dovendo rispondere ai bisogni assistenziali di pazienti impossibilitati a ricevere le visite specialistiche periodiche a causa delle lunghe liste di attesa, impegnati nella somministrazione delle vaccinazioni antinfluenzali e anti Covid, nell’inserimento in piattaforma Covid dei contatti stretti, nel controllo degli esiti dei tamponi, nella gestione ordinaria di tutte le altre patologie.
Alle attività ambulatoriali e domiciliari si aggiunge il tempo impegnato a rispondere alle telefonate di pazienti che chiedono informazioni sugli argomenti più vari, non solo di interesse clinico (modalità per il rinnovo della tessera sanitaria, del rilascio del green pass, tempi per la fine della quarantena e dei tamponi di controllo), temi di competenza esclusiva dei servizi di Igiene e Sanità Pubblica e delle USCA rispetto ai quali non si è sempre in grado di fornire delle risposte certe.
Attualmente il servizio USCA del Distretto di Matera dispone solo di 3 postazioni (con PC, stampante e telefono) per poter contattare oltre 1800 pazienti Covid: ci risulta che 1/3 di questi siano ancora in attesa di un primo contatto ed alcuni di loro sono registrati in piattaforma prima del 31 dicembre 2021!
Si aggiunga che alcuni medici USCA sono stati distolti dai compiti istituzionali loro affidati (assistenza dei pazienti positivi e tracciamento dei contatti) per affiancare il personale in servizio presso il Drive-in ospedaliero o per svolgere delle funzioni di tipo amministrativo
Questo disservizio si traduce anche in un grave disagio sociale: cittadini che attendono la liberatoria per poter uscire di casa, attività produttive in difficoltà per carenza di personale dovuta a lavoratori in attesa dei controlli di fine quarantena, problemi per persone e studenti che, dopo le vacanze natalizie, devono tornare in sicurezza alle loro residenze e ai loro studi.
Per smaltire questa mole di lavoro servirebbe portare le postazioni USCA da 3 a 6 utilizzando i medici esclusivamente per i compiti previsti dalla loro Convenzione.
Spiace costatare che dopo due anni di pandemia e giunti al picco della quarta ondata non si sia fatto tesoro degli errori del passato. Se i medici di famiglia sono esasperati, i cittadini lo sono ancora di più.