La quarta ondata è arrivata e per la quarta volta ci ha colto impreparati. Un’impreparazione che riguarda soprattutto il modo con cui nelle ultime ore si sta affrontando il tema del ritorno in classe a seguito del diffondersi del virus anche tra i più piccoli.
Ciò che desta stupore, spiega il consigliere comunale di Idea – Cambiamo Antonio Di Giuseppe, è la continua approssimazione nel prendere di petto un problema che ormai è diventato parte della nostra quotidianità. Mi ricollego con quanto dichiarato dal collega consigliere al comune di Matera, Sassone, che ha saputo sulla questione ben evidenziare le criticità di un sistema che è stato sin dall’inizio privo di qualsiasi genere di organizzazione.
Come si può continuare a parlare di riapertura in sicurezza se si guardano i dati giornalieri e lo sforzo con cui le scuole affrontano in concreto le regole per contenere il contagio? È facile emanare decreti se non si conosce quella che è la realtà delle cose. Sul tema si è perso tempo e si continua imperterriti a percorrere una strada che ha portato a commettere errori.
Trovo a tal proposito incomprensibile, prosegue Di Giuseppe, la posizione del governo nazionale di procedere contro quelle regioni che, aggiungo, con lungimiranza, visto il livello dei contagi, delle vaccinazioni e la situazione degli screening tra questa fascia di popolazione , intendono posticipare la riapertura della scuole primarie e secondarie a fine mese proponendo il ritorno alla didattica a distanza.
Demonizzare l orientamento di amministratori che, se guardiamo bene nella realtà dei fatti trova anche il supporto di chi nel mondo della scuola ci lavora, tanto da parlare di un inevitabile “rientro a singhiozzo” tra personale e alunni;si traduce in sostanza nel timore di un ritorno alla dad. Un ritorno che deve essere esteso a tutti senza, cosi come invece si evince dagli ultimi DPR con le regole per i diversi livelli di istruzione , che lo stesso diventi causa di un nuovo trauma tra i più giovani che si vedranno costretti a rinunciare, perché contagiati o non ancora vaccinati, a seguire le lezioni in presenza ma soprattutto a fare a meno della socialità tra coetanei che verrebbe lesa predisponendo modalità di lezioni differenti tra presenza e dad.
Il rinviare il ritorno in classe deve esser visto, mi si conceda il termine, come un’occasione che consente di rimediare a ciò che fino ad ora non è stato fatto. Si deve cogliere il periodo di dad che dovrà essere temporaneo e calibrato sull’andamento delle vaccinazioni, per dotare finalmente gli istituti di sistemi di areazione meccanica che favorirebbero il ricambio dell’aria e la bonifica degli ambienti da sostanze dannose attraverso un meccanismo che permette l’ aspirazione e l’ espulsione dell’aria interna verso l’esterno trattenendo il calore e immettendo aria nuova dall’esterno; per riorganizzare il sistema del trasporto scolastico anch’esso poco sicuro per evitare il contagio essendoci mezzi che non rispondono nel numero a quella che è l’utenza della popolazione scolastica.
La responsabilità porta ad assumere scelte impopolari agli occhi di molti, credo, conclude il consigliere, che fin tanto che non sarà concluso il ciclo vaccinale per i più piccoli è necessario evitare qualsiasi l’incertezza adottando misure semplici ed equilibrate con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre.