Il report di oggi diffuso da Unioncamere sui costi per energia, gas naturale, acqua e rifiuti a carico delle Pmi nel 2021 – il 13,3% in più del 2020 – con l’arrivo delle nuove bollette energetiche segnate dai nuovi rincari non consente di perdere tempo: subito la riforma strutturale della bolletta elettrica per non ‘spegnere’ le Pmi italiane che pagano il prezzo dell’energia più alto d’Europa, superiore del 33,5% rispetto alla media dei Paesi Ue. E’ quanto afferma Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale di Confartigianato che aggiunge: ai piccoli imprenditori l’elettricità costa 4 volte di più rispetto a una grande industria a causa dell’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali in bolletta e che gonfia del 35% il costo finale dell’energia per le nostre piccole imprese.
Dal report di Unioncamere dedicato all’evoluzione delle tariffe pagate nell’ultimo anno dalle piccole e medie imprese italiane per i principali servizi pubblici, emerge che i più penalizzati sono stati i negozi di beni non alimentari, per i quali la spesa è aumentata del +20,3%. Meno pronunciati i rialzi per i negozi ortofrutticoli (+8,7%). Gli incrementi di spesa dipendono prevalentemente dall’andamento del costo della fornitura di energia elettrica e gas naturale, aumentati rispettivamente del +15,3% e +22,2% in dodici mesi.
Gli incrementi dell’energia elettrica sono dovuti al forte aumento della materia prima che dal prezzo medio di 4,81 eurocent/kwh del 2020 è passata a 11,18 eurocent/kwh nel 2021. Questo rincaro ha inciso soprattutto su una delle 4 voci che compongono la bolletta, quella relativa alla vendita (+83%), che riflette appunto il costo d’acquisto dell’energia elettrica e la sua commercializzazione. Tali aumenti sono stati in parte compensati dalla riduzione dei costi infrastrutturali e degli oneri di sistema (rispettivamente -3% e -39% in media rispetto allo scorso anno). L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, inoltre, ha ridimensionato gli oneri generali (annullandoli del tutto nel IV trimestre 2021), al fine di scongiurare un aumento ancora più pronunciato della bolletta.
Anche gli incrementi del gas naturale sono da attribuire alla risalita del prezzo della materia prima (+71% rispetto al 2020) per effetto di consumi che sono rimasti sostenuti anche nei mesi primaverili, delle riduzioni delle forniture dal Nord Europa e di minori disponibilità di Gas Naturale Liquefatto.
Gentile ricorda che l’appello ad adottare misure per riequilibrare ed alleggerire il costo dell’energia pagato dalle piccole imprese è stato lanciato nelle scorse settimane dai vertici di Confartigianato, CNA, Casartigiani al Governo e al Parlamento. Le tre Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi hanno presentato un dossier dal quale emergono i pesanti squilibri nella struttura della bolletta energetica che penalizzano i piccoli imprenditori. Il peso degli oneri di sistema è distribuito in maniera sperequata tra le diverse categorie di utenti, poichè non è allineato all’effettivo consumo di energia. Le piccole aziende in bassa tensione, infatti, a fronte di una quota di consumi energetici del 32%, sono costrette a pagare il 49% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica, pari ad una somma di 4,7 miliardi di euro.