Estendere la moratoria dei debiti bancari avviata con il decreto Cura Italia, per le piccole e medie imprese, come chiede con forza il Presidente Confcommercio Carlo Sangalli, è ancora più necessario ed urgente in Basilicata dove secondo la Banca d’Italia a giugno scorso la quota di imprese che utilizzavano la moratoria sui crediti bancari introdotta dal DL 18/2020 (decreto “cura Italia”) oppure uno dei nuovi finanziamenti con garanzia pubblica previsti dal DL 23/2020 (decreto “liquidità”) era pari a circa il 67 per cento del totale delle imprese lucane, un valore sostanzialmente in linea con quello di fine 2020 e circa 5 punti percentuali più elevato rispetto alla media nazionale. E’ quanto sostiene il presidente di Confcommercio Potenza Fausto De Mare. “L’obiettivo deve essere quello di ridare ossigeno alle imprese per superare questa nuova, e in parte inaspettata, emergenza sanitaria, come chiesto anche dall’Abi».
In dettaglio, l’incidenza dei prestiti in moratoria sul totale dei finanziamenti alle imprese nella nostra regione è diminuita di 5,8 punti percentuali a giugno scorso rispetto alla fine del 2020 (dal 18,6 al 12,8 per cento), mentre nello stesso periodo quella dei prestiti con garanzia “Covid-19” è cresciuta di 5,7 punti percentuali (dal 21,7 al 27,4 per cento). La quota di prestiti che hanno beneficiato di una delle due misure è rimasta pertanto nel complesso stabile.
Nell’attuale fase economica, resa ancora più difficile dalla recrudescenza della pandemia, il Governo deve accelerare le misure per le pmi, come deve fare la Regione dopo la positiva esperienza degli aiuti erogati attraverso gli Avvisi Pubblici. Questo – continua De Mare – perché vanno date risposte efficaci ed urgenti alle imprese che soffrono e che rischiano di chiudere nei prossimi mesi. Per evitarlo, bisogna sostenere i settori più colpiti – tra i quali il ricettivo-alberghiero, la ristorazione – con indennizzi, con crediti d’imposta dedicati – come quelli per le locazioni commerciali o per le giacenze di magazzino del commercio moda – con moratorie fiscali e con un nuovo ciclo di cassa Covid. Le risorse vanno assolutamente trovate, perché bisogna evitare ad ogni costo che pandemia e crisi economica inneschino una nuova, pericolosa emergenza sociale. Quanto alle risorse già previste a professionisti, partite Iva, titolari di imprese che negli ultimi due anni hanno subito le conseguenze della pandemia sono stati riconosciuti in Basilicata dall’Agenzia delle Entrate nel 2021 contributi a fondo perduto per 93,2 milioni (su un totale di 12,7 miliardi) e nel 2020 per 63,5 milioni (su un totale di 9,5 miliardi). Agli aiuti statali va aggiunta la misura che la Giunta Regionale ha approvato di sostegno finanziario forfettario a favore degli operatori economici (PMI, liberi professionisti, associazioni) operanti nei settori più duramente colpiti dalle restrizioni imposte per il contenimento del contagio da Covid-19 per i quali si sono prolungate le interruzioni delle attività. Le risorse regionali complessivamente stanziate ammontano a circa 10 milioni di euro. L’insieme degli aiuti – commenta il presidente Confcommercio – tuttavia, come conferma l’Istat, non ha impedito che una partita Iva su 4 lo scorso anno finisse sotto la soglia di povertà. Ci preccupa inoltre la crescita innescata dai prezzi delle materie prime e che, anche per i rincari delle bollette, rischia di ridimensionare i consumi delle famiglie italiane, che possono però fare conto su un “eccesso” di risparmio forzoso e precauzionale accumulato negli ultimi due anni. Contro gli effetti negativi dell’inflazione importata – raccogliendo l’appello del Presidente Sangalli – bisogna rafforzare la crescita attraverso la messa a terra degli investimenti del PNRR e di quelli previsti dalla legge di bilancio per il 2022.