“I bonus per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico delle abitazioni stanno concorrendo in maniera significativa al rilancio dell’economia italiana. L’accelerazione degli investimenti con la cessione del credito ha avuto, tuttavia, un rallentamento in riferimento a uno dei maggiori operatori finanziari italiani, Poste Italiane, una SPA con un sostanzioso capitale pubblico. Per ridare ossigeno ai privati e alle imprese, ho formulato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia e delle Finanze affinché i crediti vengano sbloccati”.
Lo dice, in una nota, il senatore e capo del Dipartimento per il Mezzogiorno della Lega, Pasquale Pepe.
“Nello specifico – spiega Pepe – Poste Italiane si è inserita sul mercato come importantissimo interlocutore per le ristrutturazioni, tra cui quella del ‘SuperBonus 110%’, forte anche della propria immagine di sicurezza e di solidità. Fino al mese di ottobre 2021 ha onorato i propri obblighi nei tempi contrattuali. Ma, a partire dal mese di novembre 2021, ha iniziato ad accumulare enormi ritardi, ben oltre i termini contrattuali pattuiti con le imprese”.
“Dal mese di novembre 2021 – continua Pepe – moltissime imprese hanno provveduto a cedere a Poste Italiane i crediti maturati per l’esecuzione dei lavori. Questa cessione viene effettuata tramite una apposita piattaforma telematica realizzata da parte dell’Agenzia delle Entrate. Adoperando tale piattaforma il cedente (l’impresa) propone la cessione al cessionario (Poste Italiane in questo caso) il quale deve formalmente accettarla adoperando il proprio cruscotto telematico. I contratti prevedevano che il cessionario avesse 20 giorni lavorativi per accettare la proposta di cessione. Ma nella maggior parte dei casi Poste non ha proceduto né con le accettazioni di tali crediti ceduti né con il rifiuto della cessione stessa. Questo comporta che il cedente (l’impresa) non possa disporre in alcun modo dei propri crediti, i quali si trovano in un ‘limbo’. Dunque, il meccanismo si inceppa e i lavori non possono procedere”.
“Data la centralità di Poste Italiane nel meccanismo della cessione del credito, questi ritardi creano degli enormi problemi di liquidità lungo tutta la filiera, avendo le imprese programmato di incassare in un determinato lasso di tempo senza che, però, ciò avvenga. Poste Italiane, peraltro, non fornisce alcun tipo di informazione sulla motivazione dei ritardi né si adopera per rispondere alle richieste da parte delle imprese che non riescono ad interagire con la società. Informazioni ufficiose parlano di una dilatazione dei termini di lavorazione delle pratiche. Voci che, tuttavia, non trovano al momento riscontri ufficiali. Dunque, mancano comunicazione, chiarezza e trasparenza, mentre ci sono imprese con milioni di euro bloccati in questo limbo, a cui non viene comunicato nulla”.
“Pertanto – conclude il senatore della Lega – ho chiesto, attraverso un’interrogazione parlamentare, se il Ministro dell’Economia e delle Finanze sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di sua competenza intenda assumere affinché Poste Italiane SPA proceda nei termini contrattuali ad accettare o a rifiutare le cessioni dei crediti con immediatezza, per consentire alle imprese di poter onorare i contratti con i cittadini”.