L’amministrazione regionale anziché affrontare e rimuovere le criticità le esaspera. La particolare e delicata fase storica richiederebbe uno sforzo straordinario, utilizzando in modo razionale e efficiente le risorse umane disponibili. Invece accade tutt’altro. Stretta nella morsa della mediocrazia e di una riorganizzazione che mostra tutti i limiti che abbiamo denunciato da tempo, l’amministrazione regionale si è letteralmente impantanata. Il personale è dimenticato, scarsa è l’attenzione che nei loro riguardi manifesta la politica regionale. Nel denunciare per tempo i ritardi e le criticità, avevamo vivamente sollecitato l’amministrazione regionale a rivedere il suo modus operandi per non ripetere gli stessi errori. Purtroppo, la scarsa propensione all’ascolto ha portato l’amministrazione regionale ad accumulare ritardi circa le procedure riguardanti le progressioni verticali da B a C e da C a D, l’attribuzione delle progressioni orizzontali per l’anno 2020, lo scorrimento della graduatoria del concorso per la stabilizzazione dei precari sulla base del piano assunzionale anno 2021 e per l’anno 2022, la procedura di stabilizzazione di n. 6 unità di categoria C. A ciò bisogna aggiungere la mancata erogazione della Produttività anno 2019 2020 per i dipendenti ex Centri per l’Impiego e della produttività anno 2020 per i dipendenti delle ex Province. La valutazione del personale è una cosa seria e non può essere ridotta ad una praticuccia da chiudere all’ultimo momento in modo sbrigativo. E’ offensivo soprattutto per i tanti lavoratori che con dedizione e spirito di servizio continuano a mantenere in piedi l’amministrazione regionale. Gli uffici sono vuoti, manca il personale e la recente stabilizzazione dei precari (non ancora conclusa purtroppo) colma solo parzialmente queste lacune. Bisogna procedere subito all’assegnazione delle posizioni di specifica responsabilità, a cui è interessato anche il personale recentemente stabilizzato. La formazione del personale è ormai un ricordo remoto, e anche su questo l’amministrazione non ha prestato ascolto alle nostre continue sollecitazioni. La mancata valorizzazione delle risorse umane, la crisi drammatica del ceto dirigente con conseguenti spropositati incarichi dirigenziali ad interim, hanno generato confusione, superficialità ed inefficienza.
Così non si può andare avanti. Bisogna urgentemente porre un freno alla destrutturazione della macchina amministrativa regionale.
La tentazione di alimentare altro precariato per rispondere all’emergenza non è condivisibile. Ribadiamo ancora una volta no al precariato.
Sono tanti problemi che vanno affrontati per tempo, per questo chiediamo di riprendere quanto prima gli incontri della delegazione trattante.