Nino Vinciguerra ricorda la figura di “U Ciaroll” per la rubrica “La storia siamo noi”.
Quando si abitava nei Sassi capitava che nelle case, favorita dal rientro dei contadini (che inavvertitamente la trasportavano nella paglia che c’era a bordo del traino) e di conseguenza dall’umidità, si annidava la “serpa c’rvaun” (serpe cervone). E’ un serpente assolutamente innocuo, non velenoso. Succedeva quindi che, creandosi un po’ di allarmismo, si dicesse “scet a chiamè a Tizio, ca chir iè Ciaròll”. Quindi arrivava u ciaròll e risolveva il fastidio creatosi (che, comunque, coinvolgeva tutto u “v’cnonz”, il vicinato). Ma chi era u ciaròll: era un incantatore di serpenti, per cui prendeva il rettile e liberava l’abitazione. Ma ciaròll da dove deriva? Nascita della figura dei ciarauli:
La leggenda vuole che questi singolari personaggi, nati nella notte del 25 gennaio (data della conversione di San Paolo), posseggano qualità taumaturgiche donate proprio dal Santo. I ciarauli sono in grado, infatti, di poter guarire dai morsi di serpenti o di altri rettili velenosi. Il primo dei ciarauli sarebbe stato proprio San Paolo che, sull’isola di Malta, subì il morso di un un serpente rimanendo indenne. Così il santo decise di liberare l’isola da tutti i pericolosi rettili e stabilì che chi nasce nella notte tra il 24 e il 25 gennaio sull’isola possa guarire chi è colto da tale sventura. Nacquero così i sampaolari o ciarauli (ciarmatori in italiano), la cui discendenza si ramificò anche nel meridione d’Italia, soprattutto in Sicilia e in Puglia.
Nino Vinciguerra
⚓🇮🇹 A sassilive, a Nino, grazie per la nota dialettale e significato. Grazie. Domenico ⚓🇮🇹