Consigliere Doria (Matera Civica): “Amministrazione Bennardi si opponga al disegno di legge che mortifica gli enti locali e seppellisce ogni principio di sussidiarietà”. Di seguito la nota integrale.
Quasi in sordina, lo scorso 4 novembre il Governo ha approvato il disegno di legge in materia di concorrenza e mercato. Si occupa dei servizi pubblici locali, con l’indicazione di una revisione completa della normativa vigente entro sei mesi.
E’ un provvedimento che, per la prima volta nella storia repubblicana, pone come finalità dello sviluppo della concorrenza e quindi di apertura totale al mercato di tutti i servizi pubblici locali senza alcuna distinzione, eludendo completamente il principio di sussidiarietà e favorendo preferibilmente mega gestori di natura privatistica.
Si favorisce una netta sproporzione fra gli obblighi del privato affidatario del servizio pubblico e il malaugurato ente locale che non si pieghi alla privatizzazione del servizio pubblico di qualunque genere. Il privato affidatario dovrà stilare semplicemente una relazione annuale sui dati di qualità del servizio e sugli investimenti effettuati, l’ente locali dovrà invece addurre “una motivazione anticipata e qualificata che dia conto delle ragioni che giustificano il mancato ricorso al mercato”.
E’ finanche previsto il potere sostitutivo dello Stato, ove non si addivenisse alla privatizzazione indicate dal decreto.
Desta, pertanto, non poca meraviglia il fatto che l’Associazione nazionale dei Comuni Italiani non abbia ancora espresso nessuna valutazione su un provvedimento che cambia in maniera radicale il ruolo degli enti locali. E’ in palese contrasto con i risultati del referendum del 2011, quando il popolo italiano si espresse nettamente per la proprietà e gestione pubblica dei servizi e beni pubblici essenziali.
Si tratta in realtà della più radicale indicazione di privatizzazione dei servizi pubblici essenziali e primari che sia mai stata messa nero su bianco da un esecutivo nazionale, sia per quanto riguarda l’ampiezza dell’ambito di competenza sia per quanto riguarda la spinta normativa all’affidamento al mercato dei medesimi.
Al punto tale che emergono chiari dubbi di costituzionalità, con l’aggravante che non esiste ad oggi una normativa europea tale da imporre una cessione in toto al mercato di tutta la partita dei servizi pubblici locali, ma che anzi è principio cardine della legislazione europea, anche primaria, quello della sussidiarietà ora palesemente violato dal disegno di legge in questione.
Questo provvedimento, oltre a colpire radicalmente la funzione di perequazione sociale che servizi effettivamente pubblici e indirizzati e gestiti effettivamente dall’ente di prossimità permetterebbero, metterà ancora più in crisi gli equilibri di bilancio dell’ente locale, spingendolo sempre più a ricorrere al mercato. Eppure la pandemia avrebbe dovuto insegnare quanto il ruolo del pubblico e servizi sanitari (e in generale servizi pubblici) adeguati dal punto di vista delle risorse e del pieno controllo e proprietà rimanga l’unica strada da seguire, invertendo la rotta di privatizzazioni e affidamento al mercato seguita negli ultimi decenni.
Di contro, questo provvedimento si va ad incardinare in una visione di totale concessione al mercato di ogni attività anche regolatoria della società, nonché in forme di divisivo “darwinismo sociale e istituzionale”, Di più, il collegamento dell’autonomia differenziata al Bilancio dimostra che il complemento istituzionale delle privatizzazioni risiede strategicamente nella autonomia differenziata e nello svuotamento delle prerogative dei Comuni, che si legherebbe così ad un processo preoccupante e pericoloso di rimessa in causa dell’unità della Repubblica.
Vanno pertanto decisamente respinte le proposte che differenziano i territori e alimentano le diseguaglianze.
Così, per tutte queste ragioni, come Matera Civica abbiamo presentato una mozione che impegna l’Amministrazione comunale a sostenere i contenuti di un ordine del giorno che sarà discusso oggi in aula ed è finalizzato a chiedere il ritiro del disegno di legge in questione, in ogni sede, nonché a dare adeguata pubblicità ai contenuti dell’ordine del giorno nei confronti della cittadinanza.