Consigliere comunale Pasquale Doria (Matera Civica): “Tagli e ore contate. Primo appello alle istituzioni, ai consiglieri regionali, alle associazioni e al mondo della cultura materana: salviamo la biblioteca Tommaso Stigliani”. Di seguito la nota integrale.
Se è vero che spesso la lettura è un atto di segreta ribellione, chiudere le biblioteche pubbliche significa colpire tutti i cittadini liberi, ma specialmente quelli meno abbienti. Basterebbe questo inderogabile principio espresso nella Carta costituzionale, il diritto allo studio, per ribadire che è giusto, importante, decisivo lottare per tenerle aperte, nel caso specifico mobilitarsi in favore della Biblioteca provinciale “Tommaso Stigliani”. Saremo tutti più poveri se il suo cuore pulsante si fermerà.
Ci risiamo, rischia nuovamente di chiudere. Può accadere già nelle prossime ore. I tagli inflitti dalla Regione con una determina approvata l’ultimo giorno del 2021 risulteranno fatali qualora non si corra prontamente ai ripari. Su una disponibilità di 1 milione e 760 mila euro ne sono stati sottratti indebitamente 1 milione e 400 mila. Azzerare tali risorse significa che la paralisi è imminente. Di più, i continui tagli a questo servizio, che si ripercuotono ad esempio negli orari in cui avviene l’apertura al pubblico, non fanno che limitare le possibilità di accesso, soprattutto a scapito di una folta popolazione di studenti, ancora una volta duramente penalizzati nei loro percorsi di apprendimento.
Non si dimentichi che intorno ai libri custoditi nel cuore di piazza Vittorio Veneto sono nate e cresciute comunità incontaminate, al di fuori di qualsiasi logica di mercato o di ricerca del profitto. La nostra Biblioteca è pubblica, non si paga il biglietto per entrare e raccoglie un insieme di conoscenze non necessariamente accademiche, ma un patrimonio di idee molteplici ed entusiasmanti, a volte radicali, ma accessibili sempre gratuitamente, catalizzatrici di aggregazioni eterogenee di cittadini che si riuniscono spontaneamente in un posto solo per studiare, per crescere, per migliorare se stessi e la propria comunità.
Quando le biblioteche chiudono trionfa quel tipo di mentalità secondo cui i libri non servono. Ma questo giudizio non vale certo per chi ha riconosciuto la bellezza della Biblioteca Tommaso Stigliani. Magari a partire dai suoi percorsi più segreti, il ponte metallico che unisce le due parti del corpo di fabbrica, circondato da testi rari, custoditi in corridoi la cui volta a sesto acuto richiama acuminati ghirigori gotici nascosti tra antiche pagine di pergamena, e ancora bordi dorati, frastagliati, cesellati, un vero e proprio paradiso per gli amanti dei caratteri bodoni, italici, aldiniani, elzeviriani.
Siamo ben oltre un banale deposito di libri, ma all’incontro immediato con i saperi, il gusto e la bellezza, non in sterili camere iperbariche, piuttosto al cospetto di fontane zampillanti che dissetano fiori di giardino, foglie verdeggianti, frutti preziosi che infondono forza e spirito sufficienti ad affrontare sfide complesse, che davvero aiutano a vivere.
Forse è anche per questa loro immortalità che amiamo i libri, una infinita fonte di meraviglia per le generazioni che sono cresciute nelle sale, tra le scale, i corridoi e gli infiniti scaffali del monumentale palazzo dell’Annunziata.
Per tutti loro è ormai giunto il momento di mobilitarsi, difendiamo un patrimonio da sottrarre al lavorio silente dei tarli e altri fastidiosi insetti che annunciano la necrosi del libro a scapito della limpida volontà di sapere di ognuno di noi: salviamo la Biblioteca!