Questa mattina al CineTeatro Comunale Gerardo Guerrieri di Matera in occasione del Giornata Internazionale della Memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto, il Comune di Matera, d’intesa con la Prefettura di Matera, l’Ufficio Scolastico Provinciale e la Provincia di Matera, ha organizzato un evento sul tema con la partecipazione do studenti materani di ogni ordine e grado e i testimoni della Shoah.
All’incontro hanno partecipato il Prefetto di Matera, Sante Copponi, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, gli assessori comunali Valeria Piscopiello e Tiziana D’Oppido, i consiglieri comunali Gianfranco Losignore e Nicola Stifano, i consiglieri regionali Enzo Acito e Luca Braia, i sindaci di Grassano e Grottole, Filippo Luberto e Angelo De Vito e i massimi rappresentanti delle forze dell’ordine.
Sono stati offerti al pubblico, tra gli altri, contributi del Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma, del sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau Sami Modiano e della Fondazione Elisa Springer A-24020 e approfondimenti sulla figura di Anna Frank e di Liliana Segre. Durante l’evento si è svolta anche la consegna delle medaglie d’onore concesse con decreto del Presidente della Repubblica dal Prefetto a internati in un campo di concentramento nazista durante la seconda guerra mondiale.
La medaglia d’onore è stata concessa dal Presidente della Repubblica a tre internati militari italiani nei lager dei nazisti, il materano Cosimo Di Cuia Cosimo (medaglia ritirata dalla figlia Anna Maria Di Cuia), Giovanni Mellone nato a Grottole il 2 aprile 1920 e internato in Germania dal 9 settembre 1943 al 30 ottobre 1943 (medaglia ritirata dalla cognata Lucia Pergola) e Vito Nicola Bonamassa nato a Grassano il 6 agosto 1922, internato in Germania dal 9 settembre 1943 all’8 maggio 1945 (medaglia ritirata dal figlio Francesco).
La medaglia del materano Cosimo Di Cuia, che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni, catturato in Grecia a Kalamata e internato a Berlino. Rientrò dopo anni a casa, dopo che tutti lo credevano morto.
Il 13 settembre 1943 Cosimo Di Cuia fu catturato prigioniero dai tedeschi a Kalamata, in Grecia e poi fu internato a Berlino. Fu liberato il 18 settembre 1945 e tornò finalmente a casa.
Il 30 luglio del 1955 gli fu concessa la Croce al merito di guerra. Cosimo Di Cuia ha sempre ricordato con orgoglio il fatto di aver combattuto per la patria. la richiesta della medaglia è stata presentata dal pronipote andrea.
L’evento è stato aperto con un intermezzo musicale di studenti deò Liceo “Tommaso Stigliani” della Dirigente
Rosanna Papapietro. E’ stato eseguto al violoncello Schindler’s List di John Williams.
Dopo i saluti e l’introduzione degli assessori comunali Tiziana D’Oppido e Valeria Piscopiello è stato trasmesso il messaggio del del Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni.
A seguire sono intervenuti il sindaco di Matera Domenico Bennardi, il Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, la Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Matera Tiziana Di Noia, il Prefetto di Matera Sante Copponi e il Vescovo di Matera Pino Caiazzo.
Spazio quindi al contributo di studenti della scuola dell’infanzia “L’Albero Azzurro” del Dirigente
Giuseppe Bruno, sul crocus, simbolo della stella di David, al contributo video di studenti della scuola “Enrico Fermi” della Dirigente Isabella Abbatino sulla pietra gialla, al contributo video di studenti della “Padre Minozzi” a tema “Le lanterne della memoria” della Dirigente Mariarosaria Santeramo e al videomessaggio agli studenti da Sami Modiano, superstite dell’Olocausto italiano, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e attivo testimone della Shoah.
L’iintermezzo musicale di studenti del Liceo “Tommaso Stigliani” ha previsto in scaletta Preludio n.1, di Heitor Villa-Lobos alla chitarra, con lettura di testimonianze di deportati e Auschwitz di Francesco Guccini, violino e pianoforte.
Damiano Laterza, giornalista ed esperto di antichità giudaiche e studioso della presenza ebraica a Matera attraverso un video messaggio ha raccontato alcune curiosità sull’inchiesta condotta dall’FBI su Anna Frank e sul notaio olandese Arnold van den Bergh.
E’ stato quindi letto un testo sulla Shoah dai ragazzi dell’associazione Genitori H Ventiquattro, un messaggio della Fondazione Elisa Springer A-24020 mentre in collegamento da Foggia è stata raccontata Liliana Segre dai bambini
La consegna di tre medaglie d’onore dal Prefetto ai familiari dei cittadini militari e civili deportati e internati nei lager nazisti e due esecuzioni musicali affidate a studenti del Liceo “Tommaso Stigliani” hanno concluso l’evento per la Giornata della memoria: sono stati eseguiti alla chitarra Capriccio arabo di Francisco Tarrega insieme alla lettura di testimonianze di deportati e La vita è bella, di Nicola Piovani, violoncello e contrabbasso.
Gli allestimenti dell’evento sono stati a cura degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Enrico Fermi”. Ha collaborato l’Associazione Volontari Open Culture 2019.
Michele Capolupo
Matera celebra il Giorno della memoria, intervento Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese
Il Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, interviene sulla “Giornata della Memoria” con un messaggio rivolto soprattutto alle giovani generazioni. “ll 27 gennaio del 1945”, spiega il Presidente Piero Marrese“ le truppe russe spalancavano al mondo intero i cancelli dell’orrore di Auschwitz, luogo simbolo del massacro, della morte e delle peggiori barbarie che l’umanità ha potuto perpetrare ai danni di se stessa, dell’uomo contro l’uomo, all’insegna di una scellerata, quanto spaventosa, ideologia fascista. . Lo studio e
la conoscenza della storia, della nostra storia, della storia dei popoli, con rigore analitico, sotto il profilo politico, economico, sociale e scientifico ci consentono di acquisire ampie vedute per l’evoluzione dell’umanità verso il progresso e il miglioramento del proprio stato di benessere. La storia di ieri, e mi rivolgo soprattutto ai giovani, ci da’ oggi le coordinate per orientarci nel domani e, come diceva Marc Bloch,
storico e partigiano: “L’incomprensione del presente cresce fatalmente dall’ignoranza del passato”. La liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, il 27 gennaio del 1945, rappresenta l’evento”simbolo” di un cambiamento epocale in quello che appare il più assurdo e insensato accadimento della storia passata. Milioni di persone morte in nome di falsi Ideali”. “Quello che invece deve guidare l’azione di chi governa e detiene il potere”, conclude il Presidente Piero Marrese “sono i valori di libertà, di
uguaglianza, di tolleranza e del rispetto della vita, quest’ultimo un diritto naturale fondamentale inalienabile. Il “giorno della memoria” deve essere un monito per le nuove e future generazioni affinché questi i fatti atroci non possano ripetersi mai più!“
Quando le navi dell’Aliyah salpavano da Metaponto, intervento di Damiano Laterza per la Giornata della Memoria 2022
Siamo qui oggi per parlare di qualcosa che effettivamente è stata una tragedia immane, qualcosa che non dovremmo mai dimenticare ma che ha avuto anche un risvolto diciamo felice, alla fine. Perché la tanto abusata resilienza di cui si parla in questi tempi drammatici che viviamo è in realtà un concetto insito nella cultura ebraica in maniera molto forte. Questa voglia di riscatto, questa capacità di risollevarsi, questo scatto di orgoglio che ha caratterizzato gli ebrei dopo la tragedia che li ha colpiti nel Ventesimo secolo si sono esplicitate in un sentimento di rivincita talmente eclatante che li ha portati poi a fondare lo Stato di Israele, nel 1948.
Un evento epocale per la storia umana. Oggi si discute tanto di questa entità politica del Medio Oriente sempre con punti di vista differenti e molto spesso conflittuali ma la fondazione dello Stato di Israele è indubbiamente un evento storico dal quale non si può prescindere e la sua stessa esistenza – continuamente messa in discussione da fondamentalisti di varia estrazione – non dovrebbe più essere contestata.
Israele nasce, è vero, quasi come conseguenza dell’Olocausto ma in realtà i semi vengono gettati prima, nel XIX secolo all’interno dei grandi movimenti internazionali di rivendicazione territoriale per quei popoli che non avevano un loro Stato-nazione, in più gli ebrei erano il prototipo del Popolo senza terra. L’Aliyah, è il ritorno, la “salita” – così il termine si può anche tradurre – alla Terra Promessa, agognato da milioni di ebrei, per circa due millenni che finalmente diviene realtà negli anni che seguirono il Secondo conflitto mondiale.
Subito dopo la guerra, tutti gli ebrei che erano scampati ai campi sterminio, in fuga alla ricerca di una vita nuova, diversa, più sicura si imbarcavano su delle navi della speranza che ricordavano un po’ queste che oggi noi vediamo nel Mediterraneo con i profughi dal nord Africa. Queste navi che partivano da ogni dove erano delle vere e proprie carrette del mare e trasportavano questi profughi che andavano a fondare lo Stato di Israele.
Persone reduci dai campi, tantissime persone che tra loro neanche si conoscevano, famiglie che erano state divise, bambini da soli si imbarcavano dove potevano. Tra questi porti dai quali le navi salparono, noi qui in Basilicata abbiamo una testimonianza storica importantissima perché Metaponto è stato uno dei porti di partenza e ci sono diversi racconti che ho raccolto nel corso degli anni.
Soprattutto le fonti ebraiche riportano della nave prima denominata Susanna e poi ribattezzata Shabtai Lozinsky, un vecchio battello la cui storia è stata ben documentata. Trasportava circa 700-800 passeggeri a seconda delle fonti. Questa nave è partita da Taranto ma subito si scoprì che aveva una falla. Siamo al 4 marzo del 1947, l’imbarcazione arriva a Metaponto, sbarca questi passeggeri e si dirige verso Portovenere (La Spezia) per le necessarie riparazioni prima di tornare in Lucania e riprendere il viaggio.
Quindi noi abbiamo un periodo in cui questi passeggeri – circa 700 persone – si trovano a Metaponto. Negli anni ho raccolto testimonianze di persone anziane che vivevano lì, poche per la verità perché Metaponto è disabitata da quando i romani hanno sparso il sale su questa città gloriosa che era già stata popolata da ebrei, al tempo di Pitagora se vogliamo andare indietro.
Queste scarne testimonianze ci raccontano di una collaborazione, di un aiuto attivo che le popolazioni della nostra terra lucana hanno fornito a questi profughi; hanno aiutato materialmente queste persone a scappare perché dopo qualche giorno la nave è tornata e ha potuto prendere il largo, riuscendo il 13 marzo 1947 a raggiungere la Terra promessa.
Fu una delle poche navi che ebbe un viaggio agevole perché allora c’era un blocco navale da parte degli inglesi che non volevano lasciare questo territorio da loro governato in seguito al collasso dell’Impero Ottomano. La famosa Palestina Mandataria era un territorio che praticamente oggi corrisponde allo stato d’Israele e al regno di Giordania, cioè il cosiddetto Stato Palestinese che già esiste a differenza di ciò che molti dicono.
Comunque sia la breve ricostruzione dell’epopea della nave Lozinsky che felicemente concluse il suo viaggio rappresenta solo un piccolo contatto recente avvenuto tra il mondo ebraico e la Basilicata ma in realtà ciò che potremmo raccontare noi qui a Matera, soprattutto per quanto riguarda le origini storiche dell’ebraismo più antico è qualcosa di pazzesco.
Si tratta di una storia molto ricca ancora tutta da raccontare, abbiamo delle vestigia incredibili ancora sepolte dalla polvere del tempo, abbiamo tantissimo lavoro da fare, auspicando l’avvio di progetti di valorizzazione del patrimonio ebraico che c’è qui dalle nostre parti. Poiché il legame tra l’ebraismo e le nostre radici è fortissimo. Un esempio? Ne faccio solo uno, di tipo culinario: un piatto tipico che si chiama cazzomarro, sapete tutti di cosa si tratta. Non è una parolaccia ma è una parola ebraica che si trova nel vocabolario materano – una delle tante – e si usa anche qui a Roma.
Insomma voglio dirvi che odiare gli Ebrei non ha senso perché siamo tutti quanti ebrei, sotto sotto. Se qui al Sud Italia facessimo uno screen del DNA di tutti gli abitanti vedremmo che siamo al 100% di origine semitica e lo siamo anche nei modi, nel modo di parlare, di pensare, tante cose che facciamo, che mangiamo, come viviamo.
La fotogallery dell’evento (foto www.SassiLive.it)