Criticità ospedale di Melfi, Fp Cgil Potenza. “Personale in affanno e a rischio sicurezza”. Di seguito la nota integrale.
Una situazione insostenibile, che denunciamo da lungo tempo, quella del presidio ospedaliero di Melfi.
Continuano a essere gravi e inascoltate le criticità con le quali si scontra quotidianamente il personale, che ormai da due anni, nonostante l’assoluta assenza di risposte concrete, ha continuato a lavorare in piena pandemia a servizio dei pazienti con senso di responsabilità.
Nonostante le reiterate richieste di personale, per le vie brevi e per iscritto, a tutta la direzione strategica, a oggi la carenza di personale oss non consente sempre di assicurare il confort alberghiero, soprattutto nel reparto di Medicina, e il numero delle unità di personale infermieristico è tale da non garantire sempre la presenza nelle ventiquattrore di almeno due unità infermieristiche in tutti i reparti.
Solo grazie al lavoro certosino dei coordinatori infermieristici è possibile continuare ad assicurare la copertura dei turni. I reparti che soffrono maggiormente sono il reparto di Medicina con i suoi venti posti letto con solo nove infermieri “effettivi”e il pronto soccorso come front office dell’ospedale con il territorio, con solo dodici infermieri, cosicché si riesce a garantire la presenza di tre infermieri nei turni diurni e due nel turno notturno. Per quanto concerne gli operatori socio sanitari, c’è sempre un solo oss nel turno notturno e occasionalmente una seconda unità nei turni diurni. Nel servizio di laboratorio analisi mancano almeno tre tecnici di laboratorio e il personale infermieristico è insufficiente per gestire gli accessi esterni alla sala prelievi.
Gli operatori sono sottoposti a un forte stress psicofisico, con grande difficoltà anche a garantire il diritto alla fruizione delle ferie residue dell’anno precedente. Si susseguono disfunzioni e criticità frutto dell’improvvisazione di alcune scelte acuite dall’assenza di una direzione sanitaria di presidio autorevole: la promiscuità nei percorsi sporco (Covid) / pulito (non Covid); la gestione del paziente sospetto Covid, dalla gestione del tampone e dell’esito, sino ai percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali verso la radiologia; la mancata applicazione dei protocolli sulla sanificazione, con rischi enormi per i pazienti e gli operatori tutti, dal Pronto soccorso alla radiologia, passando per tutte le unità operative del presidio; il mancato rispetto delle direttive aziendali sui comportamenti e sui percorsi univoci e stabiliti per pazienti Covid o sospetti tali e il distanziamento sociale; le disposizioni di servizio discutibili e improprie (quali, ad esempio, la chiamata in reperibilità per sopperire alle carenze organiche e organizzative); il controllo del green pass degli operatori e del personale delle ditte esterne.
Un’altra criticità che rischia di creare conseguenze gravissime per gli operatori e gli stessi pazienti è la gestione della sala contumaciale, che se già occupata, costringe a inappropriati stazionamenti sulle ambulanze del 118, ritardando valutazioni in tempi congrui del paziente e conseguenti diagnosi e bloccando, dall’altro lato, le postazioni territoriali di soccorso del 118, sottraendole ad altri possibili interventi ed esponendo, d’altro canto, il personale triagista a probabili omissioni.
È incomprensibile, tra l’altro, il ritardo dell’attivazione in piena quarta ondata pandemica di un nuovo punto di accesso in Ospedale, che da solo avrebbe evitato la promiscuità fra l’area Covid e quella non covid, contribuendo a ridurre il rischio del contagio.
Sono davvero troppe le situazioni su cui occorre fare chiarezza, soprattutto in un momento delicato in cui, anche con protocolli stringenti e condivisi, è difficile prevenire la diffusione del virus.
Riteniamo sia indispensabile un intervento immediato volto a sanare le criticità evidenziate, con la predisposizione di percorsi e protocolli che permettano la sicura, corretta e rapida gestione dei pazienti, nonché l’assegnazione di ulteriore personale infermieristico e OSS a supporto di operatori stremati, che, nonostante la loro abnegazione per adempiere al loro compito di assistenza e cura, rischiano di non riuscire a garantire gli standard minimi richiesti.
Bisogna mettere in campo in tempi rapidissimi azioni di rafforzamento del presidio ospedaliero federiciano, a tutela degli operatori e dell’utenza del territorio Vulture Alto Bradano.
In mancanza di riscontri positivi finalizzati alla soluzione delle carenze e criticità segnalate, la Fp Cgil metterà in campo tutte le possibili azioni tese alla tutela della dignità professionale dei lavoratori e alla tutela della salute dell’utenza.