Con determinazione del direttore generale del Dipartimento Attività Produttive del 18 gennaio scorso, pubblicata ieri sul sito istituzionale della Regione, è stata autorizzata la riapertura dei termini per la presentazione delle candidature a valere sull’Avviso pubblico per la realizzazione del Piano di reindustrializzazione del sito produttivo inattivo ex “Auchan”, nell’area industriale del Comune di Melfi. Il nuovo termine ultimo per la presentazione delle candidature è stato fissato al 31/03/2022.
Ne dà notizia l’assessore Francesco Cupparo sottolineando che, nonostante la Regione abbia destinato 8 milioni di euro, per tre volte il Bando è andato deserto. Noi, come stiamo facendo per tutte le altre vertenze aziendali aperte, continuiamo a sostenere i 125 lavoratori ex Auchan rimasti senza occupazione secondo gli obiettivi che ci siamo dati con i Piani per la reindustrializzazione dei siti produttivi inattivi come quello ex Auchan, al fine di favorire il consolidamento, la salvaguardia dei livelli occupazionali, il rilancio e lo sviluppo di attività produttive in crisi sul territorio regionale. Il progetto degli investimenti produttivi deve perciò contenere inoltre interventi di ricerca e innovazione di processo e/o di prodotto; interventi di salvaguardia ambientale; interventi sul risparmio energetico; interventi sulla certificazione di qualità. Quanto alla salvaguardia dei livelli occupazione il progetto deve prevedere: il numero complessivo delle unità lavorative da occupare; le qualifiche funzionali; la tipologia di contratto da applicare; il numero delle unità provenienti dagli ammortizzatori sociali; Il numero minimo dei lavoratori da occupare deve essere: non inferiore al 50% di quello impegnato nella precedente attività nel caso in cui il Piano viene realizzato nello stesso sito produttivo inattivo; non inferiore al 60% di quello impegnato nella precedente attività nel caso in cui il Piano viene realizzato in altro sito. Tutto questo – conclude Cupparo – tenendo conto prioritariamente della ricollocazione delle unità lavorative impegnate nella precedente attività, ove disponibili al reinserimento lavorativo e della ricollocazione delle unità lavorative rientranti nel Centro per l’Impiego del territorio su cui è situato il sito inattivo, a favore dei quali siano stati attivati ammortizzatori sociali, ove disponibili al reinserimento lavorativo.