“Il Report dell’Istat sulla situazione e le prospettive delle nostre imprese dopo l’emergenza sanitaria Covid-19 conferma la tendenza del comparto produttivo regionale proiettato verso la ripresa: poco meno dell’80% delle imprese lucane prevedono di trovarsi in una situazione di “completa” o “parziale solidità” entro la prima metà del 2022”. A sottolinearlo è l’assessore regionale alle Attività Produttive Francesco Cupparo per il quale “non si può comunque sottovalutare che la crisi sanitaria continua a generare un clima di incertezza al punto che il 20% delle nostre imprese – sempre secondo le indicazioni dell’Istat – prevede di trovarsi in questi primi mesi del nuovo anno in situazione di “parziale rischio” o “seriamente a rischio” e che un terzo delle nostre imprese ha ridotto lo scorso anno il fatturato di circa il 10%. Dunque senza tralasciare le attività produttive, in particolare imprese e ditte individuali e di famiglia che sono ancora in difficoltà e per le quali lo scorso anno la Giunta Regionale ha approvato misure di sostegno e di aiuti per circa 200 milioni di euro, l’impegno in questa nuova fase va rivolto ad intercettare la volontà di rilancio, investimenti e nuova occupazione. In proposito – aggiunge Cupparo – l’indagine Istat ci è particolarmente utile: in accordo con quanto riscontrato nella percezione delle criticità, il fattore di sostegno che le imprese segnalano con maggiore frequenza è la ripresa della domanda interna. Le misure che costituiscono il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono un fattore di sostegno percepito da una parte importante ma non prevalente delle imprese, almeno sull’orizzonte temporale del primo semestre del 2022. Per ciascuno dei capitoli del PNRR direttamente considerati, circa la metà delle imprese non li considera rilevanti come traino dell’attività. Il giudizio riguarda sia le misure legate alla transizione ecologica (il 47,7% le reputa di modesta o elevata importanza) sia quelle inerenti le infrastrutture e la mobilità sostenibile (47,1%) che hanno evidentemente un orizzonte di sviluppo più lontano. Più della metà delle imprese assegna una modesta (36,0%) o elevata (17%) rilevanza alle misure legate a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Per tutte le tipologie di misura PNRR, l’importanza (modesta o elevata) tende a crescere all’aumentare della dimensione aziendale, soprattutto nei capitoli legati a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura e alla rivoluzione verde e transizione ecologica. A livello settoriale, una minore rilevanza si associa alle imprese attive nel terziario non commerciale: più della metà considera non rilevanti i diversi capitoli del PNRR. Non ho mai pensato al Pnrr come ad un documento di carta. Esso – continua l’assessore – deve raccogliere sogni e desideri di ripresa e riscatto che vengono dalle persone. Avvertiamo la responsabilità politica ed istituzionale di dare risposte a chi ha perso il lavoro, a chi ha riaperto l’impresa ma ha difficoltà di mercato, a chi pensa al futuro della propria famiglia e dei propri figli. Per chi come me considera l’attività di governo una missione etica, fondata sui valori cristiani, al servizio delle comunità, è certamente questo un impegno gravoso da svolgere prima di tutto attraverso la condivisione e la partecipazione dei soggetti sociali. Lo dico ricordando l’incontro recente a Tito promosso dal Comune e dalla Caritas a testimonianza della vicinanza della Chiesa e degli amministratori locali ai bisogni materiali delle famiglie specie in difficoltà. Dunque dopo le numerose misure attivate a favore delle imprese per contribuire al loro sostegno e per superare le difficoltà legate alla pandemia guardiamo alla ripresa e ai processi del futuro. Le aziende hanno bisogno di crescere e noi dobbiamo con loro guardare alla nuova fase produttiva. Da ciò – conclude Cupparo – ne deriva l’importanza di innovare attraverso lo studio di nuovi scenari per le PMI, la consapevolezza degli imprenditori, la conoscenza delle scommesse dell’innovazione e della strategia digitale, favorire la trasformazione dei processi produttivi del territorio regionale verso la digitalizzazione, supportare la creazione di un ecosistema dell’innovazione per la collaborazione tra sistema della ricerca e dell’università e tessuto imprenditoriale”.