“E’ il nuovo, vero e pericoloso nemico da combattere: la disinformazione e tutto ciò che ad essa è ricollegabile, come le fake news, la tutela dell’onore e della reputazione, la correttezza dei linguaggi contro l’istigazione in ogni sua forma”. A dirlo, il sottosegretario di Stato all’Informazione e l’Editoria, Rocco Giuseppe MOLES, intervenendo oggi al convegno “(Dis)Informazione. Sfide Internazionali e resilienza interna” alla Farnesina. “E’ vero che le notizie fasulle sono sempre esistite – dice il sottosegretario – ma il fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale con l’avvento di internet dove risulta molto più complicato distinguere tra notizia attendibile e non. La disinformazione e la marea di fake news che circolano sui social possono influire anche sul funzionamento della democrazia, rappresentando evidentemente un rischio serissimo”. Le molte opportunità fornite dal web, oggi, secondo MOLES, si scontrano con i rischi connessi alla sempre più diffusa “circolazione dei dati e delle informazioni spesso non certificate. Da qui la necessità di ricorrere a misure per arginare questi fenomeni infausti anche se, lo dico spesso, le nuove minacce corrono più veloci degli interventi normativi”. Tra gli esempi di “come un’informazione non corretta o volutamente bugiarda possa portare allarme sociale e pericolo, pensiamo ad esempio alla questione vaccini” ma anche al “bodyshaming, l’anonimato in rete, con tutto ciò che di nocivo ci consegnano, come bullismo, depressione indotta, istigazione al suicidio, ghettizzazione delle persone. Tutti noi – dice – vogliamo una rete più trasparente, inclusiva, pluralista e democratica in cui siano chiari i responsabili delle informazioni, in cui ci sia tutela dell’identità digitale delle persone, in cui sia certa la paternità dei dati e ci sia la possibilità di rettificare con immediatezza le notizie. La sfida che abbiamo di fronte e che riguarda tutte le democrazie è quella di arginare le fake news perché solo sulla base di notizie vere e certificate i cittadini potranno farsi opinioni giuste e correte, avere strumenti per orientarsi nella realtà, decidere chi votare o come tutelare la propria salute. È necessario un ripensamento del ruolo dell’intero sistema”, dice. Proprio su questi temi, ricorda infine, “con il mio dipartimento da tempo ho avviato una riflessione prevedendo comitati di lavoro e tavoli tecnici e coinvolgendo anche operatori di settore ed esperti di materia con l’obbiettivo di curare uno studio utile a qualsiasi tipo di proposta, anche normativa”, convinto che “il conivolgimento delle istituzioni e di tutti gli attori sul campo sia la base utile e necessaria per accorciare la distanza tra norma pensata ed esigenza e problemi reali. Lo abbiamo fatto già con il recepimento la ricezione della nuova direttiva sul copyright. Ora stiamo avviando un progetto di nuova comunicazione istituzionale proprio sulla disformazione e a sostegno di pratiche positive dell’uso dei media digitali”.