La candidatura dell’area industriale di Melfi per localizzare una delle “Hydrogen Valley” previste dal Pnrr, avanzata dal sindaco di Melfi Giuseppe Maglione, che tra l’altro non esclude in alcun modo la realizzazione di altri progetti per la creazione di centri di produzione e distribuzione di idrogeno in altre aree della regione, rientra nella strategia della Uil espressa in più occasioni.
La presenza del polo automotive con Stellantis e le attività dell’indotto dà un ulteriore significato a questo progetto per offrire condizioni di competitività al più grande player internazionale presente in Basilicata che specie in questa situazione di forte incremento delle bollette energetiche ha bisogno di ridurre i costi di produzione di cui i consumi energetici sono una delle componenti principali. E’ dunque una proposta progettuale che è in sintonia con i nuovi programmi che riguardano Melfi, in particolare il progetto di una centrale di gas naturale (metano), ad opera della multinazionale Wärtsilä. Lo ribadiamo: non possiamo perdere l’opportunità di candidare ufficialmente la Basilicata ad ospitare centri di trasformazione energetica per la produzione di energie alternative, incluso l’idrogeno, prima che Eni pensi ad altre aree del Paese, contando innanzitutto sulle ingenti risorse naturali di cui è ricca la regione. Determinante sarà la qualità del progetto e le motivazioni del sito da individuare per quello che in Basilicata deve rappresentare il nuovo distretto energetico che guarda al superamento del distretto Eni Val d’Agri. Per la Basilicata è questa un’opportunità irripetibile per la graduale cessazione della produzione elettrica con il fossile, compensata oltre che dalla forte crescita dell’energia rinnovabile, da un piano di interventi infrastrutturali, in generazione flessibile, reti e sistemi di accumulo, da effettuare nei prossimi anni. Non vorremmo che il Presidente Bardi e la Giunta Regionale siano distratti da problemi politici interni alla maggioranza in dinamiche che non appartengono al sindacato ma che ci vedono preoccupati sui tempi di risoluzione di quella che è comunque una crisi politica che non deve in alcun modo avere ripercussioni sui problemi dei lavoratori.