Nella ricorrenza dell’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, già Questore di Fiume, morto il 10 febbraio del 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau, oggi 9 febbraio – nel giardino di Largo Palatucci del capoluogo potentino, è stato piantumata una magnolia ed apposta una targa commemorativa alla memoria, dono del Comune di Potenza.
L’evento celebrativo si è tenuto alla presenza del Questore di Potenza Antonino Pietro Romeo, del Prefetto della provincia Michele Campanaro, del Sindaco del capoluogo Mario Guarente, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Nicola Albanese e del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Col. Michele Onorato.
Dopo lo scoprimento della targa da parte del Questore, del Prefetto e del Sindaco, è seguita la benedizione del Cappellano della Polizia di Stato ed un momento di raccoglimento durante il quale è stata ricordata la figura del giovane Funzionario di Polizia che durante la sua permanenza a Fiume, prima da responsabile dell’Ufficio Stranieri e poi, nel 1944, come questore reggente, salvò salvato dal genocidio circa 5.000 ebrei stranieri ed italiani.
Arrestato il 13 settembre 1944 dai militari tedeschi fu tradotto nel carcere di Trieste per essere successivamente trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau, dove morì nel 1945, due mesi prima della liberazione, a soli 36 anni.
Nel settembre del 1990 lo Yad Vashem lo ha riconosciuto “Giusto tra le nazioni” mentre la Repubblica Italiana nel maggio del 1995 gli ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione:
«Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione. Fedele all’impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l’occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all’arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita.»
Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma ha emesso un Editto per l’apertura del processo di beatificazione; nel 2004 è stato proclamato “Servo di Dio”.