“La Basilicata Possibile” presenta ordine del giorn contro assegnazione incarichi professionali al massimo ribasso da parte dell’Amministrazione Guarente a Potenza. Di seguito la nota integrale.
Il ricorso costante, nell’assegnazione di incarichi professionali, a procedure amministrative che privilegiano il criterio del “minor prezzo” sull’importo posto a base di gara determina la precarizzazione sempre maggiore del lavoro progettuale di giovani laureati, che vedono i loro saperi e le loro competenze svilirsi nel semplice “a chi offre di meno, lavora!”.
È, forse, questo l’insegnamento da trasmettere alla nuove generazioni? Nessuna idea, da parte dell’Amministrazione Comunale, su come e in quali forme governare e valorizzare la molteplicità delle professioni e delle esperienze innovative di cui abbiamo fortemente bisogno per fronteggiare la complessità del reale. el mentre la Comunità europea richiama costantemente il nostro Paese ad utilizzare
procedure innovative come i Concorsi di idee e gli appalti pubblici innovativi e sostenibili, in grado di privilegiare anche gli aspetti qualitativi del progetto, l’Amministrazione comunale non è nemmeno in grado di spendere i Fondi europei a disposizione all’interno dell’ITI Sviluppo urbano 2014/2020, non immettendo così risorse importanti nel tessuto economico e sociale della nostra città, segnata dai dati drammatici della disoccupazione giovanile e da un forte aumento della povertà, senza migliorare la qualità dei servizi.
Nel corso di questi ultimi mesi, la macchina politico-amministrativa del Comune di Potenza ha prodotto una serie di Determinazioni dirigenziali aventi ad oggetto incarichi professionali di progettazione sia sulle Schede “ITI Sviluppo urbano 2014/2020” che sull’Avviso “Basilicata si progetta”.
Tutte le Determinazioni sono “affidamenti diretti”, che prevedono inviti a diversi progettisti, selezionati tra gli iscritti alla piattaforma e-procurament del Comune di Potenza, i quali devono presentare preventivi ai sensi di vari articoli del Decreto Legislativo 50/2016 e/o delle Leggi N. 120/2020 e N. 108/2021.
Naturalmente, il ricorso ai vari articoli delle leggi sopra indicate rende il procedimento amministrativo del tutto legittimo, anche se è necessario evidenziare che l’iter seguito è solo uno di quelli possibili. Ma su questo ritorneremo tra breve.
Intanto, ciò che non convince è che, come emerge dalle lettere inviate dall’Amministrazione comunale, il professionista potrà aggiudicarsi l’incarico con il “criterio del minor prezzo da applicarsi sull’importo posto a base di gara”!
Volgarmente, è quello che tra gli addetti ai lavori va sotto il nome di “al massimo ribasso”, nonostante si voglia far passare questa procedura – rispettosa, comunque, della legge – come la più efficace dal punto di vista amministrativo e la più veloce dal punto di vista della realizzazione delle opere.
È, piuttosto, una procedura che accentua, ancora di più, la precarizzazione del lavoro progettuale!
Non si valuta assolutamente il progetto, le competenze, il saper fare. Al contrario, la valutazione è meramente quantitativa, svaluta il sapere e la professionalità, facendo di fatto diventare il criterio economico del “minor prezzo” l’unico criterio valido per l’assegnazione dell’incarico.
È questo un tema sul quale è ritornato più volte Papa Francesco quando, rivolgendo lo sguardo verso le pubbliche amministrazioni che indicono appalti con il criterio del massimo ribasso, non rispettano la dignità dei lavoratori e così facendo credono di ottenere risparmi ed efficienza, ma “finiscono per tradire la loro stessa missione sociale al servizio della comunità. La dignità del lavoro è la condizione per creare lavoro buono: bisogna perciò difenderla e promuoverla”.
Gli ultimi dati dell’Amministrazione comunale parlano chiaro. Sono stati assegnati – in quest’ultimo periodo – oltre 10 incarichi professionali per la progettazione esecutiva e/o per la fattibilità tecnico-amministrativa di alcune importanti opere in città e il ribasso praticato dai professionisti – nella maggior parte, architetti, ingegneri, geologi – è stato tra il 25% e, addirittura, il 62%!
Su questo, crediamo, che sia importante che si levi anche il “grido” degli Ordini professionali e dei professionisti tutti per garantire la “dignità del lavoro” di cui parla Bergoglio.
Alle nuove generazioni trasmettiamo un cattivo insegnamento: non vale assolutamente il sapere, la creatività, l’innovazione di un progetto, ma piuttosto una mera offerta economica al “massimo ribasso”! Il lavoro progettuale, la sua qualità e innovazione, sembra non valere assolutamente nulla.
Qual è il motivo per cui si ricorre, continuamente, a questa procedura?
Uno dei motivi, ma non certamente l’unico, è che la programmazione dell’Amministrazione comunale non viene monitorata con attenzione, il cronoprogramma viene continuamente “prorogato”, ed in questo modo, non vengono rispettate le scadenze concordate in sede regionale, nell’attuazione dei programmi europei.
A questo proposito, vogliamo far rilevare che le schede progettuali dell'”ITI Sviluppo Urbano” della città capoluogo riguardano il ciclo di programmazione 2014-2020 e che, oggi, a 7 anni di distanza, di fronte al fatto che non si siano ancora prodotti i necessari progetti, pone il grande problema dell’utilizzo, in tempi brevi, dei finanziamenti ricevuti, pena la loro restituzione!
Il tempo diventa in questo modo una variabile significativa dell’agire politico e dell’azione della P.A. per riproporre modalità già sperimentate, ormai datate, e che non sempre hanno dato i risultati attesi in termini di progetti innovativi, sistemici e di qualità.
Dai dati del portale ministeriale “OpenCoesione. Verso un migliore uso delle risorse”, monitorati al 31 agosto 2021, emerge una situazione del Comune di Potenza, nell’attuazione e realizzazione dei progetti, molto, ma molto negativa! I pagamenti finora effettuati – vale a dire la capacità di spesa dell’Ente nell’immettere risorse economiche all’interno dell’articolato tessuto economico e sociale della città – rappresentano solo il 6-7% delle risorse a disposizione dell’Amministrazione comunale. E questo di fronte ai dati drammatici della disoccupazione, soprattutto giovanile, ad un aumento preoccupante della povertà, a servizi qualitativamente scadenti, ad una completa assenza di politiche innovative sui temi della sostenibilità ambientale.
II.
Ritornando alle questioni sollevate sulle procedure amministrative al “massimo ribasso”, vorremmo far rilevare come la Commissione europea, nel corso degli ultimi anni, sia ritornata più volte sui temi dell’innovazione progettuale e degli appalti pubblici.
Con una Comunicazione sugli “Orientamenti in materia di appalti per l’innovazione” (maggio 2018) evidenzia come i “concorsi di progettazione” – insieme ad alcune altre procedure di appalto pubblico alternative – siano in grado di “attrarre innovazione” e di produrre “soluzioni innovative nel quadro di ogni procedura di appalto pubblico”.
La Commissione evidenzia, altresì, come le possibilità di utilizzare gli appalti strategici – sostenibili e integrati, verdi e responsabili – rispetto alle attuali sfide urbane non siano colte appieno dalle Amministrazioni:
“Il 55% delle procedure d’appalto utilizza ancora il prezzo più basso quale unico criterio” e “le gare d’appalto economicamente più vantaggiose secondo un approccio costo/efficacia che può includere criteri sociali, ambientali, innovativi, di accessibilità o altri criteri qualitativi, sono ancora troppo poco utilizzate” (Comunicazione Commissione europea, “Appalti pubblici efficaci in Europa e per l’Europa”, 2017).
L’Amministrazione comunale di Potenza rientra a pieno titolo all’interno di quel 55% se si pensa che, al momento, solo per il Ponte Musmeci, in questi ultimi anni, si è proceduti con un Concorso. Tra l’altro, il paradosso è che i lavori per il restauro del Ponte partiranno prima dei progetti con affidamenti diretti al massimo ribasso! Questo ci dice che non è vero che utilizzare altri strumenti del Nuovo Codice dei Contratti pubblici, come è quello dei Concorsi, molto più innovativo dell’affidamento diretto, ritardi la realizzazione delle opere.
III.
C’è, inoltre, un ulteriore aspetto che non viene assolutamente tenuto nella debita considerazione e sul quale è necessario riflettere, modificando le stesse procedure amministrative.
I problemi che, oggi, un progetto urbano (e non solo) deve affrontare riguarda la complessità dei temi e delle azioni da realizzare di fronte ai cambiamenti climatici in atto. Ma non solo. Anche per il futuro le azioni e gli interventi dovranno misurarsi con “ecosistemi” sempre più complessi, che richiederanno progetti fondati su una pluralità di saperi e competenze all’interno di una logica fortemente multidisciplinare.
Procedere, come si sta ancora facendo, attraverso l’individuazione del “singolo” progettista, non crediamo sia la strada più giusta da percorrere.
Al contrario, siamo fermamente convinti della necessità di privilegiare nuove e innovative pratiche amministrative che mettano a fondamento, da un lato, la complessità ambientale, sociale, culturale, e dall’altro, la valorizzazione delle competenze in “team multidisciplinari” di progettazione che vadano anche oltre la semplice presenza di quelle figure che già il “Codice dei contratti pubblici” prevede, garantendo altresì, al suo interno, la presenza di giovani professionisti (come recita l’art. 154, comma 3 del Codice).
In questo modo, anche alle giovani professionalità potranno essere garantite quelle “opportunità” di cui si alimenta il tessuto democratico di un Paese, consapevoli della necessità di migliorare e rendere più trasparente, innovativo ed efficace lo stesso agire politico-amministrativo.
È necessario aprire un confronto con il tessuto di competenze e professionalità diffuse, ascoltare le loro proposte, valutando con attenzione i risultati positivi, ma anche i problemi che il nuovo Codice dei contratti pubblici ha introdotto. E’ questo il senso dell’Ordine del Giorno che Il Gruppo Consiliare de “La Basilicata Possibile” al Comune di Potenza chiede di approvare nel prossimo Consiglio Comunale di Venerdì 11 Febbraio. Un ordine del giorno che impegni l’Amministrazione Comunale a valutare, con gli Uffici competenti, una diversa, ma egualmente corretta, applicazione del Codice, che tenga conto delle diverse modalità possibili previste per l’assegnazione degli incarichi, evitando che l’uso ossessivo della logica del massimo ribasso impedisca di mettere davvero al centro la qualità dei progetti e la loro “bellezza”.
Il Gruppo Consiliare de “La Basilicata Possibile”
Giuseppe Biscaglia
Francesco Giuzio
Valerio Tramutoli