Asm, l’affondo del Consigliere regionale Braia: “Il vaso è colmo e la pazienza finita. Agli annunci seguano i fatti. La nostra denuncia”.
Non basta il Piano dei fabbisogni 2022/2024 consegnato a dicembre e non ancora approvato dalla Giunta, ora ne serve anche uno straordinario. O si cambia passo o meglio dimettersi.
“Non basterà un antidolorifico, serve una cura shock o il paziente ASM muore. Si faccia un piano straordinario dei fabbisogni, si concludano in fretta gli investimenti come la Radioterapia ormai attesa da anni e le numerose procedure concorsuali aperte, se ne aprano di nuove, si assuma e si dotino gli ospedali di personale medico e sanitario sufficiente e soprattutto a tempo indeterminato. In tempi brevissimi, con regole chiare e una organizzazione che non umili le professioni ma valorizzi chi merita e, per una volta, magari verificando chi su questo si nasconde o crede di essere intoccabile.
Siamo tornati all’anno zero della riforma della sanità lucana con gli annunci fatti da Bardi sul PNRR Salute – case della comunità, completamento dopo 3 anni del piano Banda Larga (noi giunta precedente l’avevamo realizzata per l’80%, lo si scopre andando a vedere gli atti a valere sui fondi europei), servizi di telemedicina nei comuni – per il potenziamento delle attività territoriali, sempre senza nessun confronto con gli operatori, discussione politica e soprattutto azione concreta.
Solo fumo negli occhi, la sanità è sull’orlo di un baratro, soprattutto quella materana. Si smetta di annunciare cose che poi non saranno realizzate.
La Giunta Regionale non ha ancora sbloccato nemmeno i pagamenti alle strutture private accreditate di tutte le prestazioni erogate nel 2021, in piena pandemia, e svolte con funzione ausiliaria al sistema per garantire ai lucani la continuità assistenziale in emergenza.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Che fine ha fatto piuttosto la riforma sanitaria del settembre scorso? Dove si è persa? Non vorremmo – prosegue il consigliere Braia – che fosse l’oggetto di scambio nelle trattative per risolvere la infinita crisi politica regionale.
Intanto, la verità è che la medicina territoriale langue e le comunità tutte – in particolare quelle di periferia – soffrono. La sanità della Provincia di Matera è diventata la più disastrata della Basilicata per non parlare della situazione nelle aree interne. La responsabilità non può che essere della politica e di un management, sino a prova contraria, non all’altezza o assolutamente – ad oggi – non in grado di far valere le proprie ragioni, rispetto ad un governo regionale di centro destra che forse vuole, di fatto, realizzare quello che non ha il coraggio di annunciare.
Cioè l’azzeramento dell’autonomia dell’ASM, ridimensionando e spogliando di professionalità competenze e servizi l’ospedale di riferimento che è il Madonna delle Grazie di Matera per giustificare, con i numeri in conseguente decadenza, un processo che mira ad accorpare e dirottare tutto verso l’Asp ed il San Carlo di Potenza.
Se questo è il disegno subdolo che si vuole realizzare, sarebbe meglio che chi in questo momento storico governa i vari settori interessati da questo processo torni nelle rispettive regioni di provenienza. Altrimenti ci penseranno i cittadini con una plateale dimostrazione pubblica, che sarà ricordata per sempre.
Le poche professionalità rimaste sembra non vedano l’ora di abbandonare la nave, perché costrette allo stato attuale a lavorare nell’impossibilità di operare, di utilizzare spesso le sale operatorie per mancanza di medici, anestesisti, infermieri, Oss, oltre che spesso anche di farmaci, strumenti di prima necessità che rendono, dal Pronto Soccorso ai reparti, le prestazioni erogate nemmeno sufficienti.
Da tre anni l’Assessore Leone, seppur di Policoro, che rappresenta il comparto, sembra essere riuscito solo a far peggiorare, in maniera esponenziale, la quantità e qualità dei servizi sanitari offerti dai presidi sanitari della provincia di Matera. E’ tempo che la DG Pulvirenti, già commissaria ASM dal marzo 2021, presenti i dati reali della gestione dell’emigrazione sanitaria negli anni 2019/2021, sul deficit del personale (centinaia di pensionamenti non rimpiazzati) e sulle liste di attesa, oltre a dichiarare e giustificare le eventuali sue ragioni di questo declino che sembra a tutti irreversibile. Il Direttore Amministrativo da tre mesi viene in sede a Matera con i minuti contati, tutto ciò appare inaccettabile.
L’incremento record dell’emigrazione sanitaria, liste di attesa infinite con migliaia di pazienti che attendono mediamente da 6-8 mesi sino a due anni per una visita specialistica o una operazione chirurgica mostrano un sistema andato fuori controllo. Per tentare di contenerlo o ridurlo, siamo al punto che si chiede aiuto all’ASP e si pagano milioni di euro alla sanità extra regionale, a cui i cittadini e le cittadine ormai si rivolgono, anche per le prestazioni più semplici e per avere garantito il diritto alla salute.
La lamentela percorre tutto il territorio, dal Madonna delle Grazie, al Papa Giovanni Paolo II di Policoro, dall’abbandonato Peragine di Stigliano per cui le mozioni in consiglio regionale approvate all’unanimità sono carta straccia, al Mazzarone di Tricarico e al distrettuale di Tinchi. Compresa la rete del servizio Emergenza Urgenza del 118, cittadini e operatori, insieme a noi, da mesi denunciano le criticità rimanendo totalmente inascoltati.
Presidente Bardi, abbiamo bisogno di un management operativo che sia in sede 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, per recuperare una situazione ormai drammatica di cui abbiamo notizie e denunce che dalla gente, dagli operatori sanitari e medici interni all’ASM di Matera oltre che evidenze rinvenibili dagli atti pubblici come le delibere della Direzione Generale.
Il sistema è ormai imballato e vive il paradosso di una carenza cronica di personale medico e sanitario anche dovuto ai pensionamenti a cui si è aggiunta la pandemia, insieme a quello dei concorsi ancora annunciati oppure indetti da mesi e mesi ma bloccati.
Emblematici – conclude Braia – sono ad esempio, il concorso regionale a tempo indeterminato per 142 infermieri dell’agosto scorso (50 posti per l’Azienda Sanitaria di Potenza, 32 posti per l’Azienda Sanitaria Locale di Matera, 60 posti per l’AOR San Carlo di Potenza) che dopo 6 mesi, con la commissione composta, non produce nessun effetto. Oppure, il concorso per Primariato Otorinolaringoiatra a Matera, così come quello di chirurgia a Policoro, per non parlare di quanto succede a Stigliano, dove il PPI e il 118 si dividono un medico. Mentre si tiene chiuso il reparto di lungodegenza per assenza di medico, quando è noto che, da ben 2 anni il Dottor Dentamaro attende una risposta alla sua dichiarazione di disponibilità a dirigere la struttura complessa, avendo partecipato all’avviso del gennaio 2020.
Potremmo continuare ancora a lungo ma credo che già questa lista di denunce, insieme al giudizio negativo dei cittadini e delle cittadine materane e della provincia, debba imporre al Governo Regionale una inversione di tendenza, senza se e senza ma e se diciamo cose non vere venga in consiglio a relazionare.”