La seconda Commissione consiliare, presieduta da Luca Braia (Iv), riunitasi oggi ha dato il via libera a maggioranza, con l’astensione di Carlucci, alla pdl, d’iniziativa della consigliera Sileo (Lega), che prevede interventi regionali di promozione e sostegno per l’istituzione di gruppi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e delle comunità energetiche rinnovabili. E’ stata la stessa Sileo ad illustrare il provvedimento e otto suoi emendamenti concernenti, alcuni, ad adeguamenti a provvedimenti emessi nel frattempo dalla comunità economica europea e altri alla variazione di bilancio già avvenuta per assicurare la somma di 150 mila annui per il 2022 e il 2023. Sulla legge sono intervenuti i consiglieri Acito, Carlucci e Braia. Quest’ultimo ha sottoscritto la pdl.
La proposta di legge tende ad affidare ai cittadini un ruolo attivo nella produzione di energia, ottimizzando produzioni e consumi e trasformandoli nei c.d. “prosumer” (produttori e nello stesso tempo consumatori). In tale maniera – viene evidenziato nella relazione di accompagnamento – i cittadini beneficeranno, in primis, di tariffe più basse e di una crescente autonomia e, in secondo luogo, limiteranno gli sprechi dovuti alla rete di distribuzione e contribuiranno ad abbattere le emissioni nocive. Il gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che agisce collettivamente è formato da almeno due soggetti, ubicati in un medesimo edificio o condominio, che producono energia rinnovabile per il proprio consumo, anche eventualmente accumulandola o vendendola purché, per un autoconsumatore di energia rinnovabile diverso dai nuclei familiari, tali attività non costituiscano l’attività commerciale o professionale principale. Per comunità energetica rinnovabile (CER) invece si intende un soggetto giuridico autonomo costituito, senza fini di lucro e in modo aperto e volontario, da persone fisiche, condomini.
Sì alla unanimità alla pdl, d’iniziativa del consigliere Bellettieri (Fi), sottoscritta anche da Quarto, Aliandro, Acito e Sileo sull’istituzione dell’Albo regionale dei Comuni aderenti al baratto amministrativo. Al centro dello strumento legislativo, che ora passa all’esame dell’Aula per la definitiva approvazione, un modello di partecipazione cittadina collegato alla detassazione locale, attraverso la previsione della riduzione o esenzione dei tributi come controprestazione dell’attività svolta dal privato. Lo strumento del “baratto amministrativo” nato in campo tributario con il Decreto Sblocca Italia (art. 24 d.l..133/2014) – viene evidenziato nella relazione di accompagnamento della pdl – in questo momento storico di crisi, aggravato dall’ emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, rappresenta un elemento di vicinanza e di assistenza al cittadino”. Ai comuni, aderenti all’albo, spetta l’obbligo di redigere apposito regolamento anche per verificare il periodo, gli obiettivi e le modalità di lavoro e individuare luoghi di intervento sul territorio di propria competenza, mentre il contribuente sceglie la mansione più confacente alla sua formazione personale e alla sua idoneità fisica.
Via libera, sempre alla unanimità per la pdl sull’istituzione del registro regionale dei Comuni con prodotti a Denominazione Comunale, d’iniziativa dei consiglieri Braia e Polese (Iv). Una pdl che sulla scia di quanto già promosso da altre Regioni italiane (Liguria, Campania ecc.) punta a focalizzare l’attenzione sull’importanza rivestita dal cibo in quanto “elemento portante nei processi di conservazione e di trasmissione della memoria delle tradizioni per lo sviluppo sociale, economico e culturale della comunità”. Il registro regionale è concepito quale contenitore nel quale vengono raccolti i prodotti locali ad alto valore storico della tradizione locale di ogni singolo Comune, nonché i soggetti privati e giuridici che effettuano le produzioni locali e contrassegnati dal Comune di origine. Viene precisata la natura della Deco che non è un marchio di qualità e neppure uno di certificazione. Per prodotto De.Co. si intende un prodotto agroalimentare o gastronomico, una ricetta, ma anche un prodotto ad alto valore storico della tradizione locale, una festa, una fiera, una sagra oppure una tecnica particolare di coltivazione o di allevamento, identificativo di una determinata comunità.
La commissione ha quindi licenziato, alla unanimità, la pdl d’iniziativa del consigliere Baldassarre (FdI) che prevede modifiche alla legge regionale 3 novembre 1998, n. 40 sulle “Norme per la promozione e tutela delle Comunità Arbereshe in Basilicata”, andando a stabilire che anche il Comune di San Chirico Nuovo faccia parte dei Comuni oggetto di tutela delle Comunità Arbereshe in Basilicata. “San Chirico Nuovo già Casale di Tolve insieme ai paesi di Barile, Brindisi di Montagna, Maschito, Ginestra, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, San Giorgio Lucano – viene evidenziato nella relazione – fu destinazione delle circa 8000 persone che vennero, distribuite tra Sicilia Calabria e Basilicata quando i Turchi, nel1534, stavano per rioccupare la Marea e Carlo V, impossibilitato a continuarne la difesa, li fece evacuare. Da allora numerosi nuclei familiari giunsero a ripopolare anche San Chirico, dove le nuove popolazioni si mischiarono a quelle già presenti, inglobandole, condividendone idee, costumi, lingua e religione”.
Approvata a maggioranza, con l’astensione di Carlucci, la pdl, d’iniziativa del consigliere Acito (Fi), sottoscritta anche da Braia, che detta modifiche alla legge regionale 49/2015 sul riordino delle funzioni provinciali. La proposta – ha spiegato in Aula il proponente – si rende necessaria al fine di consentire alle Province l’esercizio delle funzioni in materia di cultura, biblioteche, pinacoteche e musei, in attuazione della disciplina contenuta nella L.R. 49/2015 concernente il riordino delle funzioni provinciali in applicazione della Legge 7 aprile 2014 n. 56. Dipanare i dubbi applicativi ingenerati dal continuo divenire normativa in materia l’obiettivo della pdl e consentire la continuità delle suddette funzioni, ivi compresa la gestione del personale impiegato, in attesa del definitivo conferimento delle funzioni amministrative in capo alla Regione.
Via libera infine a maggioranza, con l’astensione di Carlucci e Braia, alle delibere di Giunta relative alla richiesta di autorizzazione all’esercizio provvisorio anno 2022 dell’Ater Matera e dell’Ater Potenza.
In apertura di seduta è stato audito l’amministratore unico di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta, accompagnato dal direttore dell’Ufficio economia e finanza, Episcopia e dal Direttore generale Volpe, in merito alle problematiche legate al budget previsionale relativo all’esercizio 2022, alle comunicazioni trimestrali relative agli obiettivi di efficientamento raggiunti, ai dati sugli effetti determinati sul bilancio dal rincaro dell’energia e come si intende affrontare il problema, sui finanziamenti assegnati e non ancora utilizzati, sui lavori programmati e in corso di realizzazione sulla rete lucana, sui lavori ancora da appaltare, sui progetti candidati a valere sugli avvisi in essere sul Pnrr della Basilicata.
Sono intervenuti, oltre al Presidente Braia i consiglieri Acito e Sileo, Carlucci.
Ai lavori erano presenti, oltre al presidente Braia, i consiglieri Carlucci (M5s), Sileo e Cariello (Lega), Acito e Bellettieri (Fi), Trerotola (Pl).