Bolognetti (Radicali Lucani): “La galassia fu radicale e le lacrime di coccodrillo”. Di seguito la nota inviata da Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani, già membro del Consiglio generale dei Club Pannella e della presidenza del Prntt.
Premessa: ho raccolto le firme per i referendum Tortora, sono stato capolista delle liste Amnistia, Giustizia e Libertà per volere di Marco Pannella, che nel 2013 non a caso chiuse la sua campagna elettorale proprio in Basilicata al mio fianco.
Amnistia che era soprattutto “Amnistia per la Repubblica” e cioè “amnistia” per uno stato incapace su vari fronti di rispettare la sua propria legalità. Per me giustizia giusta significa anche occuparsi delle vittime di reati. Certo non riesco ad immaginare Palamara come il nuovo Enzo Tortora e non mi piace il garantismo peloso di chi sembra voler pretendere impunità. Ho lottato in vita mia con tutte le forze per difendere l’art. 27 della Costituzione, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo, ma detesto gli schematismi di alcuni furbetti del quartierino di questo settantennio.
Fatta questa indispensabile premessa e affermato che la Corte Costituzionale si è rivelata una volta di più suprema cupola della mafiosità partitocratica, scegliendo di bocciare alcuni quesiti referendari per i quali e non a caso per la prima volta in quasi 40 anni non mi sono attivato, consentitemi alcune considerazioni rivolte a quella galassia radicale che piange lacrime di coccodrillo.
Leggo le loro dichiarazioni di oggi e avrei voglia di dirgli che quel che è accaduto è semplicemente figlio di una battaglia che hanno smesso di combattere. Di fatto non la combattono più. Si accontentano di curare il loro settore di competenza, i loro orticelli, i loro 5per mille e 2permille e hanno perso completamente di vista una visione d’insieme. È sparita completamente l’analisi sul caso Italia. In questo Paese o si combatte sul serio una lotta che abbia al centro la questione democrazia/diritto alla conoscenza o altrimenti la massima ambizione che si può nutrire è quella di ritagliarsi uno strapuntino in veste di figurine del presepio di questo settantennio di metamorfosi del male e banalità del male. Non rientra nelle mie personali ambizioni vestire i panni di figurante e partecipare ai teatrini di un regime che ha prodotto putrefazione e decomposizione, bancarotta sociale, politica, economica e istituzionale. Mi tengo stretto la mia lotta e il mio Satyagraha, anche a costo di fare il giapponese nella giungla.
Quanto alle questioni sul Covid che ho posto, esse riconducevano ai temi della democrazia, del diritto alla conoscenza, ecc. Ho condotto un’inchiesta lunga due anni, che ha fatto emergere di tutto, cose che dovrebbero rendere inquieti. Ho svolto un’azione talmente esplosiva e radicale che pure quella Radio Radicale, fattasi stampa è regime e stampa nel regime, ha pensato bene di mettermi a tacere, dopo quasi certe pressioni interne ed esterne (niente di nuovo). Non ci hanno capito molto e sono stati appiattiti sulle indecenti posizioni dei Bucci, dei Corbellini, dei Turchi, delle Bonino in Soros, delle Gallo, degli opportunismi e delle convenienze. Il tema era l’emergenza democratica. Lo era da subito. Lo era da febbraio 2020. Ho provato in tutti i modi a farglielo capire, ma non potevano e non hanno voluto e non hanno capito. Occorre davvero stendere un velo pietoso su Prntt, Caini, Radicali all’italiana, Coscioni, i cloni di non si sa cosa e pure su altro. Non c’è visione, non c’è tensione, non c’è il respiro che occorrerebbe. La cosa, se la memoria non mi tradisce, non mi stupisce affatto. Per molti dei protagonisti della cosiddetta galassia non c’era nemmeno prima.
Ormai sono regime nel regime.
Qui un intervento di Marco Pannella dell’ottobre 2013.
A futura memoria