Martedì 22 febbraio 2022 alle ore 20.30, presso la parrocchia di Cristo Re in via Gramsci 11 a Matera è in programma la Santa Messa celebrata da Monsignor Pino Caiazzo per il centenario della nascita di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. Di seguito i particolari.
Cristianesimo come incontro, come avvenimento, come storia d’amore.
Il carisma di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, a cento anni dalla nascita.
La comunità materana di Comunione e Liberazione terrà una celebrazione eucaristica in memoria di don Luigi Giussani, nella ricorrenza del centenario della nascita e nel 40° del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL.
Celebrazioni liturgiche analoghe e in giorni diversi sono previste in tutte le diocesi della Basilicata, come nel resto d’Italia e del mondo intero, occasioni anche per riscoprire il carisma del fondatore di questo movimento ecclesiale.
Nato il 15 ottobre 1922 nel comune brianzolo di Desio, Luigi Giussani entra in seminario all’età di undici anni e sarà ordinato sacerdote il 26 maggio 1945 dal cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. In seminario, come ha raccontato egli stesso, “un bel giorno” sente dire dal suo insegnate: «Il Verbo di Dio, ovvero ciò di cui tutto consiste, si è fatto carne. Perciò la bellezza s’è fatta carne, la bontà s’è fatta carne, la giustizia s’è fatta carne, l’amore, la vita, la verità s’è fatta carne: l’essere non sta in un iperuranio platonico, si è fatto carne, è uno tra noi».
In quel “bel giorno” emergeva nel giovane Giussani la consapevolezza che non poteva esserci nulla di più adeguato al desiderio del suo cuore che quel fatto in cui l’Essere si fa carne, diventa realmente uno tra noi. Ma nello stesso tempo si accorgeva che questo umano desiderio, in tutta la sua vertiginosa intensità, poteva riscontrarsi nel cuore di ogni uomo aperto alla verità.
L’esempio più evidente è, secondo Giussani, la poesia di Giacomo Leopardi, esempio di nostalgia di una bellezza infinita, assoluta. Ricordava a questo proposito l’emozione suscitata dalla recita dell’inno Alla sua donna del poeta di Recanati. «In quell’istante» diceva Giussani, «pensai come quella di Leopardi fosse, milleottocento anni dopo, una mendicanza di quell’avvenimento che era già accaduto, di cui san Giovanni dava l’annuncio: “Il Verbo si è fatto carne”».
A questa mendicanza, suggerita dalla poesia leopardiana negli anni della giovinezza, don Luigi Giussani rimase fedele, eroicamente fedele, per tutta la vita. Tanto da poter affermare, davanti al Papa san Giovanni Paolo II, in occasione dell’incontro con i movimenti ecclesiali il 30 maggio 1998: «L’esistenza si esprime, come ultimo ideale, nella mendicanza. Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo».
Ciò porterà il cardinale Ratzinger, nell’omelia al funerale di don Luigi Giussani, deceduto il 22 febbraio 2005, a dire di lui: «era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza; non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita; così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia».
Il Movimento di Comunione e Liberazione avviato da don Giussani è scaturito dal desiderio, dall’urgenza di comunicare ciò e soprattutto da ciò che il fondatore ha chiamato “rischio educativo”, inteso come tentativo di stabilire un rapporto nel quale l’altro – ogni uomo – possa essere introdotto nella realtà totale.
Nell’occasione del centenario della nascita di don Luigi Giussani, la comunità di Comunione e Liberazione ha inoltre indirizzato una lettera al Sindaco di Matera ed al Presidente della Provincia, quali massimi rappresentanti istituzionali del territorio, con l’invito a partecipare alla celebrazione eucaristica del 22 febbraio.
Nell’invito si scrive:«riteniamo un bene socialmente prezioso che uomini e donne della comunità che Lei amministra si educhino alla pace ed alla instancabile costruzione di spazi di vita, ponti fra culture e vincoli di solidarietà. È stata l’appartenenza al Movimento fondato da don Luigi Giussani a rendere possibile che persone di ogni estrazione culturale potessero stare insieme solo per continuare a mantenere vivo il desiderio di giustizia, libertà, solidarietà, senza cedere allo smarrimento e al cinismo».