Rinnovabili, Luca Lorenzo (vice segretario regionale di Articolo Uno Basilicata): “La transizione ecologica non passa per la Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
La transizione ecologica ed energetica non passa per la Basilicata.
Le nostre critiche alla legge regionale 30/2021 “Disposizioni in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili”, espresse con fermezza lo scorso luglio, appaiono oggi come un triste presagio.
La miopia del governo regionale, concretizzatasi con un’operazione di sostanziale opposizione allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, ostacolando l’auspicata transizione ecologica ed energetica necessaria a mitigare le drammatiche conseguenze della crisi energetica, è incomprensibile.
In un momento storico in cui la transizione ecologica è al centro del dibattito politico e dei progetti di molti Stati, l’imbarazzante controtendenza nelle politiche energetiche del governo regionale della Basilicata appare oggi ancor più grottesco.
Ed infatti, la modifica della normativa regionale in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili, voluta e difesa dal governo Bardi, che limita a soli 3 MW la produzione su terreni agricoli da impianti fotovoltaici, va nella direzione opposta rispetto all’obbiettivo di realizzare un processo di transizione ecologica sostenibile e utile ad un rilancio dell’economia e dei settori produttivi regionali.
Il governo regionale evidentemente preferisce, per motivi incomprensibili, lasciate inalterata la dipendenza energetica dalle fonti fossili, con tutto ciò che ne deriva in termini di disastro per l’ambiente, come i nostri territori, ahi noi, possono testimoniare e di rincari sulle bollette.
Viceversa la crescita e l’incentivo di impianti utility, scale a terra, oltre che da soluzioni di “agrivoltaico” in grado di coniugare la produzione di energia con quella agricola, con modelli che garantiscono al contempo benefici diretti ai proprietari agricoli, sono oggi imprescindibile, e costituiscono l’unico approccio in grado di coniugare ambiente, sviluppo e lavoro.
La legge regionale, come avemmo già modo di denunciare, non solo appare inopportuna ed in controtendenza rispetto alle politiche energetiche mondiali, ma presenta
numerosi elementi di manifesta incostituzionalità, analoghi a quelli già evidenziati dalle recenti sentenze del TAR Basilicata (Sentenza n. 721/2020) e della Corte Costituzionale (Sentenza n. 106/2020) sulle norme regionali vigenti, oggi al vaglio della Consulta nel prossimo mese di aprile.
Appare incomprensibile che il governo regionale, in piena e drammatica crisi energetica, con famiglie e imprese in forte difficoltà, non torni onorevolmente sui propri passi invece di attendere, una auspicabile e altamente probabile decisione di incostituzionalità di una legge scellerata.