“L’Eipli, l’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, divenga una società partecipata dai Ministeri competenti e dalle Regioni interessate, affinché dia stabilità amministrativa e operativa alle dighe che gestisce e sia regolare nei pagamenti degli stipendi ai 139 lavoratori, che non hanno percepito le ultime due mensilità e sono in stato di agitazione. In riferimento a questa proposta, ho formulato un’interrogazione parlamentare rivolta ai Ministri dell’Economia e delle Finanze, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, del Sud e della Coesione Sociale, delle Politiche Agricole Alimentare e Forestali”.
Così, in una nota, il senatore e capo del Dipartimento per il Mezzogiorno della Lega, Pasquale Pepe.
“Dal 2011 – spiega Pepe – l’Ente, che è pubblico e gestisce otto invasi, vive una situazione paradossale, in quanto, pur essendo stato posto in liquidazione, continua ad erogare regolarmente i servizi all’utenza, senza avere in prospettiva una concreta via d’uscita. Nonostante le rassicurazioni ricevute dal commissario straordinario, i lavoratori di Eipli vivono in una condizione di incertezza, anche retributiva. Le Regioni interessate, al contempo, hanno grande bisogno del supporto dell’Ente, avendo delle infrastrutture importanti, tra le quali la diga di Senise, la più grande d’Europa, e disponendo, altresì, di notevoli risorse economiche per la manutenzione degli impianti, in particolare quelle stanziate nell’ambito del Pnrr, che prevedono interventi specifici per ridurre i tassi non più sopportabili di perdita d’acqua e per aumentare la capacità di accumulo della risorsa idrica. Dunque, c’è bisogno di una società ad hoc, perché gli impianti devono continuare a funzionare e il lavoro dei dipendenti deve essere tutelato, con retribuzioni puntuali”.