È rischio occupazionale nell’indotto Stellantis di Melfi. “Nei giorni scorsi si è tenuto l’incontro richiesto dal sindacato con la Las Automotive Melfi, azienda della logistica nell’indotto Stellantis Melfi, durante il quale è stato illustrato il quadro della situazione lavorativa e occupazionale. L’azienda ha comunicato che per la nuova riorganizzazione di Stellantis e per rispondere alle loro richieste di efficientamento, verranno spostati 33 codici dal sito Las Automotive a Stellantis, con ricadute sull’occupazione”. Lo ha reso noto oggi Giorgia Calamita, della Fiom Cgil Basilicata, all’iniziativa promossa dalla Fiom Cgil e dalla Cgil Basilicata davanti ai cancelli della Sit Rai, nell’area industriale di Melfi.
“L’azienda – ha spiegato Calamita – ha dichiarato un esubero di 2 lavoratori per turno e quindi, considerando i tre turni, l’esubero risulta essere di 6 lavoratori. All’esubero dichiarato dalla Las Automotive si aggiunge un ulteriore esubero di 3 lavoratori nel sito Fdm, sempre nel settore logistica dell’indotto di Melfi”. Si tratta di una prima conseguenza di quello che Stellantis ha definito efficientamento e che ha delle ricadute specie sui lavoratori precari dell’indotto, in contratto di somministrazione. “La Las Motive di melfi – ha proseguito Calamita – ha dichiarato di non conoscere ulteriori progetti di efficientamento da parte di Stellantis, ma che in futuro non esclude ulteriori azioni rivolte a una riduzione dei costi”. La situazione crea molto allarme nel sindacato.
“Come Fiom Cgil – ha detto Calamita – rivendichiamo la necessità di avere maggiore chiarezza su eventuali ulteriori azioni di efficientamento da parte di Stellantis. Abbiamo rivendicato, quindi, la necessità di un tavolo permanente con l’azienda appaltatrice Fdm per avere informazioni su ulteriori cambiamenti e impatti occupazionali che gli efficientamenti del gruppo Stellantis potrebbero causare. Alla luce di questa situazione di precarietà, che vede coinvolti tutti i lavoratori della componentistica dell’automotive di Melfi, riteniamo necessario un confronto con Stellantis, per rivendicare la garanzia occupazionale per tutti i lavoratori dell’area industriale così come previsto dall’accordo firmato con lo stabilimento Stellantis di Melfi il 25 giugno 2021. La transizione tecnologica, necessaria per la produzione di nuovi modelli elettrici previsti a Melfi a partire dal 2024, così come definito dall’accordo di giugno – conclude Calamita – non dovrà impattare sulla condizione di lavoro e sull’occupazione di tutti i lavoratori dell’area industriale di Melfi. Riteniamo necessario mettere in atto risposte di mobilità orizzontale e di miglioramento dell’organizzazione e dei tempi di lavoro sulle linee, affinché l’efficientamento non si traduca in esubero occupazionale”.
Dalla Fiom Cgil anche la richiesta di “politiche industriali che possano garantire la transizione nel settore automotive nel nostro paese, attraverso strumenti ulteriori di ammortizzatori sociali atti a garantire la transizione ecologica, investimenti sulla ricerca e sulla formazione, per garantire ulteriori competenze per i lavoratori, affinché la transizione diventi un’opportunità per le imprese”. È quanto sostiene il segretario generale della Fiom Cgil di Basilicata, Gaetano Ricotta, che chiede un tavolo regionale e nazionale sull’automotive.
“Il piano strategico a lungo termine Dare Forward 2030 presentato dall’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares non contiene nessuna garanzia per i metalmeccanici italiani – continua Ricotta – Per questo motivo la Fiom Cgil nazionale ha proclamato lo stato di agitazione per garantire l’occupazione in tutti gli stabilimenti Stellantis fino all’incontro convocato dal Mise per il prossimo 10 marzo. È necessario un confronto sul piano industriale, sul futuro dei lavoratori in produzione, negli enti di ricerca e sviluppo e nelle funzioni di staff, e sulle aziende della componentistica committenti. Le lavoratrici e i lavoratori stanno subendo la cassa integrazione da anni. La mancanza di investimenti e di lancio di nuovi modelli hanno determinato un impatto negativo sui salari. Le condizioni di lavoro sono inoltre complessivamente peggiorate, aggravate dalle fermate produttive improvvise per l’approvvigionamento di componenti. È importante la svolta elettrica e l’annuncio della produzione di batterie di cui il governo non ha comunicato nulla ai sindacati e ai lavoratori. Se non ci saranno garanzie, a partire dal 10 marzo, sulle missioni produttive, sugli investimenti, sui modelli e sui volumi, la Fiom si mobiliterà con le lavoratrici e con i lavoratori per un piano necessario per superare il ricorso agli ammortizzatori sociali e per far ripartire l’industria dell’automotive con investimenti per la transizione nel nostro Paese”.