La Basilicata ancora senza un Piano di tutela delle acque a garanzia della salute dei cittadini lucani, Summa (Cgil Basilicata): “Arpab in questo ha un ruolo strategico, va ripristinata subito una guida competente e adeguata”. Di seguito la nota integrale.
“La guida dell’Arpab non può continuare ad essere ostaggio di logiche politiche e spartizioni partitiche. Il ruolo strategico che ha l’ente per la salute dei territori e dei cittadini impone l’individuazione e il ripristino di una guida competente e adeguata”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa in relazione al Piano di tutela delle acque, di cui la Regione Basilicata è ancora sprovvista.
“A distanza di sedici anni dall’obbligo imposto alle Regioni dal decreto legislativo 152 del 2006 sulle norme in materia ambientale – continua Summa – la Regione Basilicata è in procedura di infrazione comunitaria per mancata vigenza del Piano di tutela delle acque (PTA), mai approvato anche a causa dei ritardi negli adempimenti ricognitivi e di monitoraggio delegati ad Arpab.
Il Pta, ai sensi del citato decreto legislativo e della Direttiva europea 2000/60 CE (Direttiva Quadro sulle Acque), rappresenta il documento di pianificazione regionale che individua le misure per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale per corsi d’acqua, laghi e acque sotterranee a tutela dei territori e dei cittadini. Uno strumento fondamentale – aggiunge Summa – per conoscere lo stato di inquinamento delle nostre acque e per perseguire la protezione e la valorizzazione dei corsi superficiali e sotterranei, nell’ottica dello sviluppo sostenibile soprattutto per la nostra regione che è il polmone idrico del mezzogiorno.
Adottato nel lontano 2008, il Piano di tutela delle acque in Basilicata non è mai stato approvato perché a oggi non sono state recepite le osservazioni richieste nel 2009 dall’allora ministero dell’Ambiente, che sollecitavano, in particolare, di aggiornare il piano con la definizione e caratterizzazione dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Un’attività, quella di caratterizzazione e monitoraggio qualitativo e quantitativo dei corpi idrici, obbligatoria per l’approvazione del Piano, affidata ad Arpab nel 2015 con uno stanziamento di fondi regionali per 1,36 milioni di euro, incrementati nel 2016 a 1,4.
Attività e risorse riconfermate ad Arpab dalla Regione nel 2016 con il Masterplan, che aveva come obiettivo la realizzazione di programmi strategici, fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente e della salute del popolo lucano, ma che a distanza di sei anni dall’affidamento risulta ancora non completata.
In sintesi – precisa Summa – a oggi non si conoscono ancora né lo stato di inquinamento dei corpi idrici regionali né le azioni di prevenzione, controllo e monitoraggio delle acque da intraprendere. Un’attività di ricognizione che dovrebbe essere prioritaria e non secondaria per l’ente strumentale della Regione deputato al controllo dello stato ambientale del nostro territorio, perché necessaria per restituire un quadro dettagliato sulla varietà e sullo stato di salute delle acque lucane e che, invece, è fondamentale per la individuazione di un piano di misure atte a garantire la tutela qualitativa e quantitativa, il controllo periodico e la bonifica, laddove necessaria , proprio a tutela della salute dei lucani.
A distanza di tre anni dall’insediamento di questo governo regionale, aldilà delle narrazioni e degli annunci – conclude Summa – non abbiamo assistito a nessun cambio di rotta in campo ambientale: la nostra regione non ha ancora il suo Piano di tutela delle acque, l’Arpab – che vanta al suo interno elevate capacità tecnico professionali – in questi tre anni è stata depauperata di una guida autorevole e competente, il tutto a discapito non solo della competenza e reputazione dell’ente, ma soprattutto della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Considerato che la salute dei cittadini deve essere la priorità per tutti, si chiede di ripristinare il ruolo strategico di Arpab individuando una professionalità competente in grado di guidare l’ente nell’attuazione delle azioni che le sono state affidate per la salvaguardia dell’ambiente e della salute della nostra regione”.