“ISMEA mette all’asta 19.800 ettari di terreni abbandonati. Ma quella che potrebbe sembrare una buona notizia forse non lo è. Se ci sono tutti questi terreni abbandonati, soprattutto nel Mezzogiorno, qualcosa non funziona. Molti di questi terreni sono tornati a ISMEA perché chi li possedeva, a causa della bassa redditività e/o delle calamità, non è riuscito a far fronte ai debiti contratti. Questo è il segnale da un lato della mancanza di una politica agricola lungimirante che invece di sostenere gli aiuti al reddito li ha ridotti, e dall’altro della scarsa trasparenza dei meccanismi di formazione dei prezzi delle materie prime”.
Con queste parole il senatore di Forza Italia Saverio De Bonis commenta il bando della Banca delle terre agricole di ISMEA previsto da qui al 5 giugno.
“Dopo anni in cui abbiano chiesto ai nostri agricoltori di diversificare, di aggregarsi o di dividersi, di formare OP (spesso fasulle), di fare filiera e chi più ne ha più ne metta – prosegue De Bonis – ora siamo di fronte alla più grande crisi cerealicola dai tempi della Prima guerra mondiale. All’improvviso abbiamo scoperto che è più saggio puntare sull’autosufficienza alimentare. Non lo impone solo la situazione internazionale e la guerra ma anche il buon senso”.
“La situazione di crisi – continua il senatore – ha portato a più miti consigli anche gli industriali, che finalmente si sono presentati al tavolo della CUN sperimentale sul grano duro, dopo una ‘lunga assenza’ di 15 settimane. La CUN deve superare la fase sperimentale e diventare subito effettiva. Lo chiederò anche in un’interrogazione a Patuanelli e a Draghi. Solo così, con la maggiore trasparenza garantita dalla CUN, anche i terreni marginali potranno diventare più redditizi, oltre che con una revisione delle politiche di convergenza sugli aiuti, colmando i divari tra le varie regioni italiane. Lo dobbiamo fare anche per tutelare i consumatori che rischiano di essere vittime di una speculazione annunciata (su pane e pasta). Un intervento del governo su questo fenomeno sarebbe auspicabile quanto quello che si sta facendo per l’energia”.