Congresso ANPI provincia di Potenza: approvati i documenti conclusivi. Eletti i delegati al Congressso nazionale e Comitato Provinciale, appello per fermare la guerra in Ucraina. Di seguito la nota integrale.
Claudio Maderloni, segretario nazionale ANPI, concludendo i lavori del 3° Congresso Provinciale tenutosi a Potenza il 6 marzo scorso ha evidenziato i rischi delle scelte assunte dall’Italia e dall’Unione Europea sulla guerra. Non è con le armi che si promuove la pace ma attraverso la ricerca ostinata di negoziati diplomatici tesi a stabilizzare in modo duraturo l’area. Dopo la relazione del Presidente Michele Petraroia, hanno fatto pervenire i saluti o sono intervenuti i Sindaci di Lauria, Sant’Arcangelo, Rionero in Vulture e Picerno, il Prefetto, il Vescovo della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, la Direttrice dell’Ufficio Scolastico Provinciale, il Segretario Regionale del PD, il Vicesegretario Regionale di Articolo Uno, il Presidente ARCI Basilicata, l’Unione degli Studenti, Fabio Laurino consigliere provinciale per i Verdi, Alessia Araneo per il Movimento 5 Stelle, Filippo Pugliese per le ACLI, Gerardo Melchionda e Marianna Tamburrino per LIBERA, Giuseppe Chiarillo per ANPI Bologna, la nipote di Francesco Saverio Nitti, Antonella Dolci quale Presidente ANPI Stoccolma, Sonia Di Napoli nipote dell’antifascista melfitano Attilio Di Napoli già Ministro nel 1944, Gabriella Panevino figlia del magistrato e partigiano di Aliano Nicola Panevino, Emilio Chiorazzo giornalista e scrittore di Carbone, Palma Roseti madre di Luca Ventre, Maddalena Labollita e Carmela La Padula per ANPI Matera, Piero Scutari per ANPI Potenza ed i delegati Francesco Cirigliano, Antonella Giosa, Giovanni Lettieri, Michele Giura, Teresa Cappiello, Michele Magno, Renata Bisceglia. Antonio Cosentino, Danilo Di Chio, Sandro Fundone, Giuseppe Della Guardia, Maria Rosaria D’Anzi, Anna Martino, Vincenzo Mongelli, Marco Zampino e Giovanni Casaletto quale Presidente del Congresso.
Al termine dei lavori sono stati approvati all’unanimità i documenti congressuali nazionali, le relazioni, gli emendamenti e gli ordini del giorno predisposti dalla commissione politica. Successivamente con voto unanime sono stati eletti i delegati effettivi e supplenti al Congresso Nazionale Maria Rosaria D’Anzi, Danilo Di Chio, Antonella Giosa e Giulio Festa, il collegio dei revisori con Maria Lorusso, Giuseppe Della Guardia, Tonino Nolè, Michele Magno e Rosa Pepe, ed il Comitato Provinciale con Maria Labanca, Maria Rosaria D’Anzi, Teresa Pellegrino, Giovanni Soave, Antonio Sanfrancesco, Teresa Cappiello, Marco Zampino, Anna Martino, Maria Elena Bencivenga, Antonio Cosentino, Renata Bisceglia, Danilo Di Chio, Antonella Giosa, Giovanni Casaletto e Michele Petraroia.
Antonella Giosa ha evidenziato che 4 Presidenti di Sezione su 8, e 8 componenti del Comitato Provinciale su 15 sono donne, ed ha ricordato gli innumerevoli eventi promossi col Coordinamento Donne ANPI fino al seminario del 3 marzo scorso organizzato insieme alla Fondazione NILDE IOTTI e concluso dall’On. Livia Turco. Sul piano organizzativo la responsabile Maria Rosaria D’Anzi si è soffermata sull’andamento degli iscritti passati dai n.200 del 2018 ( 63 donne ) ai n.280 del 2019 ( con 89 donne ) fino ai n.445 del 2020 ( di cui 165 donne ) e ai n.532 del 2021 ( con 209 donne ), ed ha segnalato la piena ottemperanza alle innumerevoli prescrizioni di leggi sulle associazioni.
Danilo Di Chio quale Vicepresidente responsabile comunicazione ha fatto cenno all’attivazione delle pagine facebook delle Sezioni, ai progetti condotti con scuole, fondazioni e istituti storici oltre che con esperti e docenti universitari, alle molteplici iniziative culturali promosse anche in diretta streaming che hanno raggiunto migliaia di persone, e alla tenacia con cui anche nei momenti più bui della pandemia come il 25 Aprile 2020 i responsabili ANPI hanno reso onore ai caduti della Liberazione dal nazifascismo.
L’avv. Luca Lorenzo si è soffermato sulla causa in corso contro 6 giovani antifascisti di Potenza ed espresso come tanti altri intervenuti piena solidarietà all’Anpi per il contenzioso in essere sull’intitolazione di una sala consiliare ricordata analiticamente dal delegato di Barile, Michele Giura.
Sia i rappresentanti istituzionali che i dirigenti delle forze politiche e delle associazioni che hanno portato il proprio contributo ai lavori hanno confermato l’impegno a sostenere attivamente la rete democratica e antifascista lucana per attuare la Costituzione, difendere la legalità e fermare ogni deriva xenofoba, razzista, discriminatoria o peggio di persecuzione, oppressione o violenza. Nelle prossime settimane, d’intesa con la segreteria nazionale ANPI, il Presidente del Congresso, Giovanni Casaletto, convocherà il Comitato Provinciale per l’elezione della nuova Presidenza.
XVII CONGRESSO NAZIONALE A.N.P.I
III CONGRESSO PROVINCIALE A.N.P.I. POTENZA
< Per una nuova fase della lotta democratica e antifascista >
Potenza, 6 marzo 2022
Park Hotel
Relazione : < Pace, antifascismo, fraternità e uguaglianza >
Michele Petraroia
Presidente del Comitato Provinciale
Il flebile raggio di luce che l’umanità intravedeva in coda alla peggiore pandemia dell’ultimo secolo, è stato brutalmente offuscato dall’orrore di una guerra scoppiata nel cuore dell’Europa e su cui stentano a mobilitarsi energie per fermarla. L’ANPI è immediatamente intervenuta per sollecitare un ruolo dell’Italia, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite teso a far tacere le armi, riaprire il negoziato e giungere attraverso il massimo impegno delle diplomazie ad un’intesa per la stabilizzazione dell’area. Va raccolto l’appello di Papa Francesco e scongiurata l’estensione di un conflitto dagli sbocchi imprevedibili per i possibili incidenti in centrali nucleari o peggio per l’uso di armi non convenzionali e testate atomiche. La frontiera su cui è indispensabile mobilitarsi è quella della PACE e del disarmo, della ricerca ostinata del dialogo tra le principali potenze globali e di un rilancio della legittimazione dell’ONU come organizzazione sovranazionale capace di dirimere in attuazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ogni contenzioso attraverso le diplomazie e senza mai far ricorso alla guerra. L’Unione Europea, stretta nella morsa della contrapposizione economica tra Stati Uniti e Cina, ha il dovere di accelerare la propria unificazione politica rilanciando un modello sociale incardinato sulla Pace, la Democrazia, l’Uguaglianza e la Libertà. La millenaria civiltà nata nel Mediterraneo deve spingere Bruxelles ad assumere coscienza che una guerra nucleare determinebbe la distruzione della Vita consegnando alle nuove generazioni le ceneri di una devastazione su larga scala simile a ciò che accadde a Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Non possono essere le armi e men che meno le guerre l’orizzonte delle democrazie. Arduo pensare di omologare il Mondo agli esclusivi interessi di Pechino, Mosca o di Wall Street così come appare ancora più improbabile che una sola potenza nucleare possa assumere il controllo di tutte le risorse o materie prime della Terra senza colpo ferire. In questo quadro ciò che serve è l’Europa dei Popoli, della Cooperazione e della Pace, sognata da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi a Ventotene, e non l’Europa di una finanza speculativa in cui si accentuano le disuguaglianze e si rinuncia alla bellezza della fraternità e della giustizia sociale. L’Italia, in questa prospettiva, può adoperarsi per spingere Bruxelles a non confondere gli ideali di un’Unione Europea, libera e democratica, con gli obiettivi strategici e militari perseguiti dalla NATO. Le testimonianze di Gandhi, Nelson Mandela o quelle maturate ad Assisi con la Tavola della Pace, gli esempi virtuosi di Dossetti, La Pira, Capitini, di Don Lorenzo Milani o quello più recente della Comunità di Sant’Egidio con Andrea Riccardi si saldano con le radici pacifiste del movimento operaio e con i valori delle nuove generazioni che lottano per i cambiamenti climatici e per salvaguardare il pianeta. L’Italia può assumere questo ruolo sostenendo lo sforzo straordinario di un Papa che con la “LAUDATO SI” e con l’enciclica “FRATELLI TUTTI” indica all’umanità un cammino condiviso ed un’agenda che parta dal riconoscimento dei diritti universali di cittadinanza per tutti, affinche nessun uomo soffra più la fame o non abbia la possibilità di curarsi o di studiare. Questa è la sfida del nostro tempo se non vogliamo piegarci alle logiche del dominio economico, della sottrazione delle materie prime ai Paesi poveri, della produzione illimitata di armamenti e di una distribuzione della ricchezza concentrata nelle mani di pochi oligarchi.
L’ANPI condanna senza appello l’invasione russa in Ucraina e ogni violazione dei diritti umani in Egitto, Siria, Hong Kong, Myanmar, Israele, Stati Uniti, Congo o ovunque si determini; esprime preoccupazione per le scelte illiberali assunte da alcuni Stati membri dell’Unione Europea in tema di diritti civili, immigrazione, libertà d’informazione e autonomia della magistratura; e auspica l’adozione di direttive comunitarie che agevolino l’accoglienza dei profughi, dei rifugiati e dei migranti riconoscendo la cittadinanza a chi nasce, studia o lavora da tempo in uno qualsiasi degli Stati Membri. Vanno salutate positivamente le prime misure adottate in queste ore per soccorrere il popolo ucraino e chi scappa da quella guerra, ed il nostro auspicio è che progressivamente gli stessi diritti come sanciscono le convenzioni internazionali sui diritti umani vengano riconosciuti anche ai civili che provano a mettersi in salvo da Siria, Yemen, Sudan o altre aree in cui imperversano guerre dimenticate.
Il Mediterraneo torni ad unire il Nord e Sud del Mondo dall’Atlantico al Medio Oriente, non si rassegni ai lager libici, agli arresti di Al Sisi, alle negazioni di giustizia per i palestinesi e agli atti di protervia di Erdogan contro il popolo curdo e verso i migranti in transito per la Turchia. L’Europa apra le porte ai Paesi dei Balcani e non abbia timore di assumere a valore la multiculturalità o la preponderanza della religione islamica in parte di quelle Nazioni. Si torni ad investire per la cooperazione internazionale perchè ci sia un futuro migliore per l’Africa e l’America Latina, ci si confronti se abbia ancora una ragione l’embargo a Cuba e si rifletta se sia giusto che poche case farmaceutiche abbiano conseguito profitti per miliardi di dollari anteponendo i propri affari rispetto alla distribuzione gratuita dei vaccini a tutta l’umanità.
L’ANPI auspica che l’antifascismo torni ad essere la pietra miliare su cui costruire società libere, in cui non ci sia spazio per il razzismo, le discriminazioni, le mafie o per i soprusi contro le donne e i bambini. In Italia i diritti costituzionali vanno resi esigibili e per questa ragione la nostra Associazione come indica il documento congressuale è impegnata contestualmente a custodire la Memoria, a trasmettere i valori dell’antifascismo alle nuove generazioni, e a battersi per la Pace, per il Lavoro, per la Sanità, per la Scuola, in difesa dell’Ambiente, per la Parità e per l’Uguaglianza tra territori contro ogni ipotesi di autonomia differenziata. La libertà disgiunta dalla giustizia sociale rischia di essere una finzione, ed è per questo che sul piano culturale occorre dar vita a reti democratiche e antifasciste che al di là delle legittime diversità o sensibilità politiche, culturali o sindacali sappiano ritrovarsi nelle comunità contro il razzismo, la violenza, la xenofobia, le discriminazioni di genere a a sostegno di politiche di sviluppo ecocompatibili che assumano i giovani ed il loro futuro quale prospettiva strategica contro lo spopolamento e la desertificazione del Mezzogiorno e delle aree interne. Su questi temi pur con i limiti e le difficoltà legate alla pandemia nel corso di questi due anni l’ANPI Basilicata si è adoperata costruendo con le rappresentanze delle istituzioni, delle associazioni umanitarie, del sindacato, del movimento studentesco e delle forze politiche, iniziative tese a ricordare frammenti di storia antifascista lucana o mobilitazioni per il diritto allo studio, contro le mafie, per la tutela dell’ambiente o a salvaguardia della salute e del benessere sociale delle fasce più fragili della popolazione. Le nostre Sezioni hanno saputo entrare nelle scuole e parlare con i giovani, coinvolgere studiosi per riflettere insieme a loro sulla Giornata della Memoria, sulle foibe e le più complesse vicende del confine orientale, sul 25 Aprile, sul 2 giugno e per ciò che concerne il nostro territorio sul 21 settembre a Matera anzichè sul 24 settembre a Rionero in Vulture. Tante le attività avviate in collaborazione con le istituzioni scolastiche e molti i progetti condivisi per pubblicazioni specifiche, docu-film o ricerche sugli Internati Militari, sui confinati politici in Basilicata o sui campi di internamento lucani. Di rilievo la proposta avviata con l’Università della Basilicata di prospettare insieme all’ANPI Nazionale un raccordo tra Istituti Storici per la Resistenza, Atenei, istituzioni e Fondazioni, per contribuire ad una ricerca più ampia sul contributo del Mezzogiorno alla lotta di liberazione nazionale dal nazi-fascismo. Su questo terreno c’è possibilità di restituire al senso comune del Paese una maggiore consapevolezza sull’apporto che tanti lucani hanno dato, pagando con la vita, per conquistare la libertà e la democrazia. Matera non per nulla è Medaglia d’Oro per essere stata la prima città a insorgere così come l’eccidio di Rionero in Vulture del 24 settembre è un tributo che si salda con le altre stragi perpetrate con ferocia dai nazifascisti nel resto del Paese. Figure come Orazio Petruccelli, Nicola Panevino, Attilio Corrubia o Mario Miscioscia insieme a tanti altri partigiani e internati militari lucani si inseriscono tra i Martiri della Resistenza ed è nostro dovere custodirne la Memoria e trasmetterla ai nostri ragazzi; così come dobbiamo tener vivo il ricordo di chi come Francesco Saverio Nitti, Attilio Di Napoli, Carlo Levi, Michele Preziuso, Eugenio Colorni, Camilla Ravera e tanti altri per essersi opposti al fascismo furono costretti a espatriare o vennero discriminati, perseguiti e inviati al confino. Insieme a loro furono migliaia i lucani che si collocarono tra i 600 mila soldati italiani che rifiutarono di combattere insieme ai nazisti dopo l’8 settembre, e tante persone semplici, oppositori del regime e figure che vennero internate, arrestate o private di ogni diritto. Su questi temi ci sarà molto da approfondire, scoprire e riordinare, ma sono convinto che i tanti esperti che si sono misurati su questi temi sapranno adoperarsi per contribuire a far luce su quelle pagine di storia e per questo ci sentiamo di ringraziarli, incoraggiarli e sostenerli come ANPI.
Belle le iniziative promosse con alcune scuole per avviare ricerche su internati militari di quelle comunità afffinchè i giovani possano unire allo studio della grande storia quella di uomini semplici partiti dalla Lucania e mai tornati a casa a causa della barbaria nazista. Mi congratulo vivamente con ogni studioso, esperto o docente che si è impegnato e si impegna su questi temi, con ogni istituzione scolastica che promuove progetti didattici e con chiunque dedichi energie tese a restituire un nome, un volto e un vissuto a chi lottò a suo modo e per quel che poteva per la nostra libertà. Contestualmente l’ANPI non può non ribadire anche in Basilicata che bisogna mettere al bando organizzazioni eversive che si collocano al di fuori della Costituzione e si richiamano al fascismo. Il No al razzismo, alla xenofobia, alla violenza eversiva, all’omofobia e alle discriminazioni verso i migranti, deve essere forte e chiaro. Non si può tacere al cospetto di chi usa pubblicamente simboli fascisti, promuove eventi pubblici, presenta libri, organizza manifestazioni o distribuisce volantini utilizzando bandiere, vessilli e striscioni che si richiamano al nazismo e al fascismo. E’ inimagginabile restare in silenzio al cospetto di riabilitazioni posticce di figure coinvolte nel regime fascista. Il nostro dovere è tenere ferma la distinzione tra democrazia e tirannia, tra libertà e oppressione, tra fascismo e antifascismo. Per questo non abbiamo taciuto e non resteremo in silenzio di fronte alla devastazione della sede nazionale della CGIL o più sommessamente al cospetto di scelte, vicende o manifestazioni locali che si collocano lontano e all’opposto dei principi della Costituzione e delle leggi che vietano la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del Partito Nazionale Fascista. Non lasceremo solo i docenti, gli studenti, i giovani o le persone che per aver difeso la libertà di tutti si ritrovano nelle Aule dei Tribunali e saremo al loro fianco a Potenza, a Matera e ovunque sarà necessario. In questa sede esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento a tutte le forze democratiche, istituzionali, politiche e sociali che hanno scelto di non restare in silenzio e si sono mobilitate prontamente insieme all’ANPI a tutela e salvaguardia della Costituzione.
Per ciò che attiene le questioni organizzative della nostra Associazione è doveroso ricordare l’impegno dei compagni che hanno promosso e radicato l’ANPI a Rionero in Vulture, Potenza, Lauria, Melfi, Lavello, Avigliano e più recentemente a Roccanova-Sant’Arcangelo-Senise e nella sezione intercomunale di Picerno. Grazie a loro già nel 2018 fu possibile chiudere il tesseramento con 200 iscritti a livello provinciale. Come sapete dagli inizi del 2019 sollecitato ad impegnarmi nell’Associazione mi sono adoperato insieme ai dirigenti di quel periodo a monitorare e ricercare ogni possibile alternativa. Stante la difficoltà a individuare altre soluzioni su pressante sollecitazione della Presidenza Nazionale il 21 settembre del 2019 ho assunto la responsabilità di guidare il Comitato Provinciale e fare da riferimento quale coordinatore Anpi Basilicata. Purtroppo a distanza di pochi mesi la pandemia ha reso impraticabili le riunioni in presenza e ha impedito spostamenti, forme di socializzazione, iniziative pubbliche o qualsiasi altra attività, costringendo le fasce più fragili della popolazione a non esporsi a rischio. Nonostante tali limitazioni oggettive suffragate dalle persistenti dichiarazioni di stato d’emergenza del Consiglio dei Ministri l’attività dell’ANPI si è sviluppata grazie all’uso delle tecnologie digitale e al contributo preziosi di giovani, donne e di tanti antifascisti che hanno ostinatamente proseguito il proprio impegno per tener vivi i valori della Resistenza e delle lotte partigiane. La crescita delle adesioni che hanno superato i 530 iscritti al 31 dicembre 2021 e del numero delle Sezioni, si è accompagnata alla costituzione del Coordinamento Donne e al protagonismo militante di tanti giovani a cui va dato merito di aver preso in mano la bandiera dell’ANPI, dei diritti e della democrazia. Sarebbe stato impossibile raggiungere questi obiettivi senza l’impegno, la competenza e la passione di Danilo Di Chio, Antonella Giosa, Giovanni Casaletto e Maria Rosaria D’Anzi. Il lavoro delle Sezioni e dei nostri Presidenti è stato prezioso e ci ha permesso anche nei momenti più bui della primavera 2020 di essere presenti il 25 Aprile con la bandiera ANPI nei principali centri del territorio. Grazie compagni per aver condiviso anche con qualche differenza il cammino politico e culturale di crescita, radicamento e rafforzamento della nostra Associazione. Spero che il dialogo tra di noi possa agevolare un futuro di condivisione, di programmazione, di attività e di iniziativa in una terra segnata da una perniciosa instabilità istituzionale con crisi aperte a livello regionale e comunale, nel mentre la guerra apre scenari inquietanti per la tenuta occupazionale e per la spirale inflazionistica che taglierà il potere d’acquisto di salari e pensioni. Il confronto al nostro interno va vissuto come reciproco arricchimento e ricondotto a sintesi condivisa, al fine di poter tutti insieme lottare contro vecchi e nuovi fascismi, vecchie e nuove ingiustizie e perchè i giovani non siano costretti a scegliere come diceva Nitti tra essere briganti o emigranti. La ripresa economica del post-pandemia si è capovolta in una crisi ancora più preoccupante e dagli sbocchi imprevedibili. Non sarà semplice tutelare lo stato sociale, difendere il lavoro, investire sulla conoscenza, potenziare la medicina territoriale e la sanità pubblica, salvaguardare le aree interne e le fasce popolari più povere, sostenere i diritti degli immigrati, accogliere i profughi dell’Ucraina e allo stesso tempo progettare un futuro di solidarietà, dignità, coesione e umanità. Il rischio che si determini una saldatura tra la criminalità organizzata e le forze eversive neofasciste in una prospettiva di crisi di tale livello non va sottostimato, a maggior ragione in questo 2022 in cui ricorderemo il 40° anniversario degli assassini di Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa, ed il 30° delle efferati stragi di mafia del 1992 in cui vennero brutalmente uccisi Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli uomini e le donne che li proteggevano. Non c’è democrazia nè libertà nei territori governati dalle mafie. Custodiamo nei nostri cuori il ricordo di quei caduti ma onoriamo la loro Memoria unendo le nostre energie a quelle della Magistratura, delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni che si adoperano quotidianamente per salvaguardare la sicurezza dei cittadini e a quelle dei volontari di LIBERA e delle altre associazioni umanitarie che si battono per la legalità e la giustizia sociale. A loro confermiamo che il 21 marzo come ogni anno saremo in piazza per celebrare la Giornata Nazionale per le Vittime Innocenti di mafia e nostre delegazioni saranno con le bandiere dell’ANPI a Scanzano Ionico per attestare solidarietà e sostegno a chi combatte in prima linea in difesa della sicurezza dei cittadini.
Nel porgere un abbraccio a Peppino Brescia, compagno di rara sensibilità, umanità e competenza, saluto gli antifascisti che mi hanno aiutato a leggere e comprendere una Terra meravigliosa ma non semplice, e tutti i lucani che da Empoli, Buenos Aires, Milano, Bologna, Roma, Montreal, Napoli e altre città, hanno sostenuto e incoraggiato le nostre iniziative. Mai come in queste ore buie servirebbe la capacità di saper andare controcorrente di Pier Paolo Pasolini, la profondità degli scritti di Rocco Scotellaro e la bellezza di gesti d’amore come la scelta di Carlo Levi verso questo lembo di Mezzogiorno. Lo scorso agosto con Emilio, Gabriella e una delegazione ANPI insieme al Sindaco ci siamo recati emblematicamente nel cimitero di ALIANO per deporre un fiore sulle tombe di Nicola Panevino, giovane magistrato lucano fucilato dai nazifascisti a Savona e su quella poco distante di Carlo Levi, intellettuale del Nord, sottolinenando come in quel luogo si ritrovano due protagonisti della lotta di liberazione, provenienti da luoghi ed esperienze diverse ma accomunati dall’amore per la libertà.
Auspico che il confronto cogressuale ci aiuti a superare errori o limiti nella nostra azione, scusandoci con umiltà nei confronti di chi per nostre responsabilità e in modo del tutto fortuito possa per qualsiasi ragione non essersi sentito coinvolto, ascoltato o sostenuto. L’unità dell’ANPI è un patrimonio prezioso da saper tutelare e valorizzare insieme al pluralismo interno e alla capacità di saper far incrociare generazioni, competenze, sensibilità e culture diverse. Adoperiamoci tutti insieme e con rinnovato slancio in questa lotta assumendo a riferimento il coraggio di una ragazza di 20 anni di Potenza che non ha avuto timore di affrontare un processo penale, è entrata in Aula e non ha abbassato lo sguardo perchè chi si schiera con la Costituzione nata dalla Resistenza, qualunque cosa accada non si troverà mai dalla parte sbagliata.
Buon lavoro
Potenza, 6 marzo 2022
Michele Petraroia