“Fare il commissario straordinario all’emergenza Covid è stata una incredibile avventura. Ma io il 31 marzo comunque voglio passare la mano perché ho un incarico importante come comandante del Covi e mi voglio dedicare a quello. Penso di aver fatto la mia parte, ho visto cose belle e cose meno belle ma basta così. Sono un tecnico e voglio rimanere un tecnico”. A due settimane dalla fine dello stato di emergenza il commissario straordinario nominato dal governo Draghi (e comandante del Covi), Francesco Paolo Figliuolo, è pronto a lasciare. Lo annuncia lui stesso a Libri Come, in corso all’Auditorium Parco della Musica di Roma, durante la presentazione del suo libro “Un italiano”, scritto con Beppe Severgnini.
“Perché ho scritto questo libro? Per lasciare traccia di quello che sono – ha spiegato – Metà del libro parla di questa incredibile avventura che mi è capitata di fare come commissario straordinario. Così, se avrò dei nipotini, magari un giorno leggeranno cosa ha fatto il nonno”.
Da una emergenza all’altra, Figliuolo ha poi parlato dell’Ucraina: “Al Covi – ha detto – c’è un team di crisi che è permanente, attivato per seguire l’evoluzione. Sin dall’inizio della crisi sfociata in una guerra di aggressione l’Italia ha monitorato la situazione e la Difesa ha incrementato le misure di sorveglianza e vigilanza. C’è un’interlocuzione continua con Lorenzo Guerini (il ministro della Difesa, ndr) e Giuseppe Cavo Dragone (capo di Stato Maggiore della Difesa, ndr) con cui seguiamo costantemente l’evolversi della situazione”.