“La misura ‘Potenza riusa’ si propone di intervenire sui temi della riuso edilizio’, della rigenerazione urbana, della valorizzazione immobiliare del patrimonio in dismissione degli Enti locali”. Questa l’introduzione del vicesindaco e assessore all’Urbanistica Antonio Vigilante nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella Sala dell’Arco del Palazzo di Città, alla quale ha preso parte anche il dirigente dell’ufficio Urbanistica e Gestione del territorio, Giuseppe D’Onofrio. “L’iniziativa è frutto di un percorso – ha spiegato Vigilante – che ha coinvolto anche la Regione Basilicata, attraverso la proficua collaborazione attivata con con l’ufficio Urbanistica e Pianificazione territoriale e l’assessorato ‘Ambiente ed Energia’ che era guidato da Gianni Rosa. Una collaborazione grazie alla quale il Comune di Potenza ha ottenuto una modifica normativa che ha creato le condizioni proprio per dar vita al progetto ‘Potenza riusa’. Con la modifica dell’articolo 36 della Legge regionale 23 del’11 agosto 1999 si è ottenuta la possibilità di riconoscere una procedura semplificata per le strutture a uso pubblico dismesso. La procedura semplificata garantirà delle tempistiche e procedure molto più snelle. Il bando del Comune di Potenza – ancora il vicesindaco – garantirà massima trasparenza riguardo al processo di rigenerazione urbana, che vedrà l’esame del Consiglio comunale per l’approvazione delle trasformazioni. Nel contesto del ‘Superbonus 110%’, introdotta dal decreto-legge ‘Rilancio’ del 19 maggio 2020, e nel pieno spirito della stessa legge, si incentiva il miglioramento del patrimonio edilizio esistente. E’ facile immaginare che tale misura persegua anche il tema del risparmio del consumo di suolo con una mitigazione del nomadismo urbanistico che ad oggi ha visto la città di Potenza con la dismissione di strutture per via delle sopravvenute condizioni della società. Molto del patrimonio pubblico in dismissione a oggi ha visto diverse procedure di gara andare deserte; l’auspicio è che ora questi immobili potranno ottenere l’interesse da parte del mercato immobiliare, così da per consentire l’opportunità, da parte degli Enti, di fare cassa e di rigenerare aree della città che vedevano condizioni di degrado, soprattutto a causa di immobili in stato di abbandono”. L’assessore Vigilante in conclusione ha menzionato alcuni esempi quali “l’ex Scuola statale Sinisgalli, in via Leoncavallo o la ex caserma dei vigili del fuoco nel rione San Rocco, fino ad arrivare all’ex centro Natasha di rione Lucania. Abbiamo posto le basi perché i temi su cui si è fatta tanta accademia ora possano essere attuati concretamente. Da parte nostra l’orgoglio di essere stati operatori delle idee che diventano azione”.