Basta con la telenovela
L’inquinamento delle falde acquifere del fiume Ofanto sta diventando, ogni giorno che passa, una telenovela sempre più lunga. Il 3 Marzo del 2009 l’Arpab decide di informare il sindaco di Melfi, Navazio, che il livello di mercurio presente nella falda è superiore a quello previsto.
Lo ha fatto qualche giorno prima che l’informativa arrivasse dalla direzione dell’EDF- Fenice s.p.a. Brava l’Arpab ha fatto il suo dovere.
In seguito all’ accaduto, il segretario regionale dei radicali Bolognetti fa richiesta della documentazione .
L’Arpab risponde che non è possibile produrre nulla perché i carteggi sono stati secretati dalla magistratura inquirente.
Bolognetti non demorde e richiede l’intervento del Difensore Civico Regionale che ottiene la stessa risposta .
Finalmente a Bolognetti viene dato accesso agli atti dagli uffici regionali e lì si scopre che i monitoraggi Arpab sono inesistenti perché mai fatti. La OLA si chiede a questo punto quali sarebbero i dati secretati a cui ha fatto riferimento il Dott. Sigillito e per quale motivo in tutti questi i anni vi sarebbe stata la mancata trasmissione dei monitoraggi al Dipartimento Ambiente.
Appare evidente come gli unici monitoraggi esistenti siano quelli della stessa Fenice Spa, che assume il duplice ruolo di controllore e controllato.
A questo punto sembra una situazione abbastanza squallida si è in presenza, infatti, di un monitoraggio fatto dalla Fenice e riscontrato in maniera cartacea e giammai con rilevazioni autonome sul campo.
Fin qui la prima serie della telenovela alla quale si aggiunge quasi immediatamente la seconda serie.
Non è vero che i dati non ci sono perché l’Arpab già da un anno prima si era accorta della sforamento, dice il Dr. Bove a Tg Basilicata, ma si è guardata bene dal denunziare l’evento perché non spettava a lei.
Se troviamo un morto in mezzo alla strada facciamo una conferenza di servizi per vedere chi va dai Carabinieri a denunziare l’accaduto.
Oltre all’ ironia non possiamo che ribadire quanto dice Bolognetti che siamo di fronte ad una omissione di atti d’ufficio.
Tutto questo comportamento macchinoso mi ha indotto ad analizzare il carteggio intercorso tra il Difensore Civico regionale e l’Arpab in merito ad una richiesta di Cittadinanzattiva e che riguardava il funzionamento del Cementifico Italcementi di Trasanello a Matera.La prima segnalazione del Difensore Civico è datata 29 Ottobre 2008 , l’avv. Catello Aprea sollecita di nuovo l’Arpab il 23 Gennaio del anno in corso ed alla fine, non avendo riscontro alcuno, segnala l’accaduto anche al Presidente De Filippo ed alla Assessore Santochirico l’11 Marzo successivo.
Solo allora il Direttore Sigillito dà risposta ma lo fa richiamando la seconda lettera, quella del 23 Gennaio, che era di sollecito e non già quella del 29 Ottobre 2008 ed un motivo c’è.
Solo quando è arrivata la prima richiesta del Difensore Civico l’Arpab ha organizzato una campagna di monitoraggio e che porta le date del 5-6-11-18 Novembre 2008.
Ha dovuto, quindi, raccogliere i dati perché altrimenti non aveva nulla da dire se non gli elementi prodotti in autonomia dal cementificio.
Il Difensore Civico insite con la nota del 23 Gennaio , l’Arpab non si assume la responsabilità della comunicazione e trasmette via Fax il tutto al Dipartimento regionale il 2 Febbraio.
Solo nel momento in cui il Difensore Civico, compiendo fino in fondo il suo dovere e con particolare sagacia, scrive ai due organi della giunta e questi danno il benestare il Direttore Generale Sigillito da riscontro..
Coglie, anche, l’occasione per far una rampogna alla stampa.
Per avvalorare ulteriormente il proprio operato promette che avrebbe fatto il monitoraggio con centralina mobile non appena l’attività del cementificio fosse ripresa.
La cosa accade il 12 maggio ma dopo che era stato richiesto il monitoraggio da parte dell’Ola in una nota del 8 Maggio e nella quale l’organizzazione chiedeva, anche, di conoscere cosa trasportasse il Tir ribaltatosi all’ingresso del cementificio ma mai nessuna risposta è mai arrivata, era o non era pet-coke?
Abbiamo detto che la centralina arriva il 12 maggio ma stranamente viene messa sopravvento rispetto ai venti che spirano con maggiore costanza: ignoranza, disavvedutezza o furbizia?
Fatto è che su venti giorni di monitoraggio la centralina cattura i venti solo per quattro, gli altri rimanenti essi arrivano sulla città, come normalmente avviene, senza che vi sia alcun monitoraggio utile.
A prescindere poi da dove spira il vento quello che è importante è monitorare l’aria che respirano i cittadini materani e quindi la centralina si doveva interporre tra il cementificio e la città, perciò nel parco della Murgia.
Sono tutte cose che messe insieme non fanno che aumentare la sfiducia nei confronti dell’Arpab.
Che dire, ancora, della mancata certificazione europea che l’azienda non è riuscita ad ottenere, degli sprechi vari denunziati dai giornali nei mesi scorsi, della discutibile gestione del personale denunziata dalle organizzazioni sindacali?.
Credo che l’attuale gestione sia arrivata al capolinea e che sia il caso di riportare l’Azienda all’antico splendore perché un credito la struttura a livello regionale l’aveva acquisito ma adesso si è completamente esaurito.
Pio Abiusi