Recuperare la qualità delle città. Trasformare la città consolidata con politiche di riqualificazione è il tema da affrontare, non certamente quello di creare nuovi quartieri e nuove espansioni. L’Europa guarda alle città come il motore dello sviluppo all’interno delle politiche di coesione territoriale. L’assessore alle Infrastrutture Agatino Mancusi, agli inizi di aprile, ha partecipato a Roma, in qualità di coordinatore vicario della Commissione infrastrutture mobilità e governo nell’ambito della Conferenza delle Regioni, all’incontro “Un piano per le città”.
Il tema- ha sottolineato l’assessore- non è quello di creare quartieri nuovi, ma piuttosto di trasformare la città consolidata, recuperando qualità e funzionalità. Il “Piano per le città” fa parte del Decreto Sviluppo e incentiva soprattutto la riqualificazione delle aree degradate. La qualità urbana – ha continuato Mancusi – si consegue anche attraverso una politica dell’abitare, per superare il degrado dei quartieri e conseguire adeguati livelli di integrazione del tessuto edilizio e sociale’’. Questa dichiarazione comporterebbe, da parte della Regione Basilicata, un atto di coerenza che porti a ripensare i vari “piano casa”, puri strumenti di speculazione e di consumo di suolo. Per maggiore chiarimento va ricordato che, dal 10 novembre 2011, nelle Regioni a statuto ordinario, che non hanno legiferato un proprio “piano casa”, varranno le regole messe a punto dal nuovo “piano casa” nazionale, varato con il primo decreto sviluppo del 2011 entrato in vigore il 13/7/2011 (Dl 70/2011 divenuto legge 106/2011). Il progetto era stato lanciato già nel 2009 senza successo, producendo leggi regionali pessime e in un quadro normativo disarmonico e confuso. A livello pratico, per capire quale sia la normativa da applicare, si deve verificare se la propria regione abbia o meno legiferato in ottemperanza alle disposizioni nazionali. La Basilicata con la legge regionale 17/2011 ha solo prorogato gli effetti della precedente (Art. 29 – Proroga del termine di cui all’art. 10 della l.r. 7.8.2009, n. 25 – Misure urgenti e straordinarie volte al rilancio dell’economia e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente: 1. Il termine di validità temporale di cui all’art. 10 della l.r. 7.8.2009, n. 25 è prorogato al 31dicembre 2011). Ci troviamo pertanto, ad oggi, in un vuoto normativo che ancora una volta consente interventi in deroga agli strumenti urbanistici. Una condizione in cui le imprese possono dettare legge e continuare a speculare a scapito dell’intera comunità. Negli ultimi giorni abbiamo letto vari interventi sull’argomento, che sollecitavano lo sblocco dei progetti presentati con il primo piano casa. In un momento di forte crisi economica, di duro attacco ai redditi delle famiglie, si pensa di far ripartire l’economia costruendo nuove case. Con quali soldi le famiglie compreranno tali nuove abitazioni, considerando che il costo delle case, già realizzate nella nostra città, rimane ancora elevato? Da una indagine del comune di Matera(26.11.2011), presentata in un incontro sul piano casa, risulterebbero n. 2.081 alloggi vuoti. Allora ci chiediamo perché non ragionare su come utilizzare i suddetti alloggi, invece di pensare a nuove costruzioni visto che lo scarso incremento demografico non giustificherebbe un tale intervento? Perché allora non riflettere sulla riqualificazione e rigenerazione del tessuto urbano esistente, settori che riteniamo più utili per far ripartire l’economia locale? La Regione Basilicata, dopo le dichiarazione dell’assessore Mancusi, deve fare una scelta coraggiosa e di grande lungimiranza, approvando una legge che colmi il vuoto normativo esistente, che non preveda alcuna deroga agli strumenti urbanistici vigenti, che escluda nuove espansioni e consumo di suolo, che tenga conto delle specificità e delle caratteristiche dei territori, con l’esclusivo obiettivo della riqualificazione e della rigenerazione urbana, che annulli le proposte fin qui pervenute, ricordando a tal proposito, che il Bando pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Basilicata n.41 del 16/10/2010 recita all’art.3 comma 5 “I Comuni nei successivi 30 giorni verificano che le proposte pervenute, non vincolanti per il Comune e senza che le stesse possano attribuire ai proponenti alcuna aspettativa giuridicamente tutelata ……ecc.”.
Inoltre, la Regione deve sollecitare i comuni a dotarsi di tutti gli strumenti urbanistici come previsto dalla legge regionale 23/99. Per quanto riguarda il comune di Matera è improcrastinabile non tenere più nascosti nei cassetti il Piano Strategico, il Piano Strutturale e il Regolamento Urbanistico, strumenti attraverso i quali si delineano i progetti di sviluppo della città. Questi strumenti urbanistici vanno portati immediatamente al confronto pubblico e successivamente in Consiglio comunale quale luogo competente in materia di governo del territorio. E’ nei suddetti strumenti che vanno ricercate le soluzioni per quelle aree, quali Mulino Alvino, Ex Barilla, Piazza Matteotti e Visitazione, solo per fare alcuni esempi, se vogliamo che la nostra città torni ad essere quel “Laboratorio di Urbanistica”, che menzioniamo continuamente in ogni incontro. Infine rivolgiamo un appello a tutto il settore dell’edilizia, affinché acquisisca una visione più illuminata e una responsabilità sociale d’impresa che valuti attentamente un cambio di atteggiamento verso la città.
Marino Trizio, presidente Associazione Città Plurale