Francesco Mollica, Già Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, racconta l’esperienza vissuta per il ricongiungimento di due ragazze ucraine ed il figlio di una di esse alla loro madre domiciliata a Noepoli, e l’arrivo a Venosa di un ragazzo minore non accompagnato.
Di seguito la nota integrale.
Perché racconto oggi la mia esperienza. Perché finalmente oggi ho potuto completare la mia missione con il ricongiungimento di due ragazze ucraine ed il figlio di una di esse alla loro madre domiciliata a Noepoli, e l’arrivo a venosa di un ragazzo che non siamo riusciti a recuperare in quel momento, perché minore non accompagnato, e quindi necessitava di autorizzazioni ulteriori .
Le due ragazze ed il bambino ,bloccati a Venosa perché risultati positivi al covid, hanno dovuto attendere l’esito negativo del tampone, per poter finalmente riabbracciare la loro madre e, sentirsi completamente al sicuro . Un grande plauso va all’amministrazione di Noepoli che li ha accolto calorosamente facendosi carico di tutte le incombenze burocratiche necessarie rispetto anche all’inserimento scolastico del bambino.
L’unica amarezza è che, anche in queste circostanze c’è sempre qualcuno che animato da retropensieri maliziosi,ha inopportunamente parlato di strumentalizzazione e protagonismo da parte mia. Ebbene a queste eccelse menti mi sento di dire che, forse, per raccontare i fatti bisognerebbe almeno avere contezza della realtà, toccandola da vicino, diversamente il tacere risulterebbe più consono perché maschererebbe la facezia manifestata che, in una tragedia come questa, non può sicuramente trovare spazio. Facezia smentita nei fatti dai tanti altri che hanno emulato il mio esempio, riempendo le pagine dei giornali e della tv in questi ultimi giorni, e che continuano a contattarmi per avere consigli ed indicazioni in virtù della nostra esperienza; altre missioni umanitarie con le quali siamo in costante contatto. Un dato risulta inconfutabile : sicuramente ho fatto poco ma, in coscienza, davanti ad un tale genocidio so di non essermi girato dall’altra parte . Concludo con un auspicio : che la diplomazia riesca a fermare questa escalation di violenza e vittime e che il popolo russo, tenuto isolato dal resto del mondo, possa ragionare senza condizionamenti riuscendo ad interrompere quella lucida follia di un solo uomo che, come la storia purtroppo ci insegna, può condurci ad un epilogo ben più triste per l’intera umanità.