Fp Cgil Potenza denuncia molestie sessuali nei confronti di operatrice sanitaria 118 . Di seguito la nota integrale.
Siamo scossi per quanto accaduto all’operatrice sanitaria del Dires Asp nei giorni scorsi ed emerso in queste ore. E’ inammissibile che una donna debba subire molestie e violenza ed è inaccettabile che questo accada sul luogo di lavoro da parte di un collega.
Come Fp Cgil non possiamo che stringerci a questa giovane donna, condividendo il suo dolore e la sua rabbia, mettendole a disposizione la nostra struttura e tutte le sue ramificazioni, compresa la tutela legale. La violenza nei confronti delle donne è un reato odioso che reca un danno indelebile nelle vittime, ma sconvolge, al contempo, la condizione lavorativa e di vita di tutti i lavoratori sul luogo di lavoro, facendo emergere paure e insicurezza.
Quanto accaduto ci riporta prepotentemente al centro dell’attenzione la priorità delle priorità: fare dell’ambiente di lavoro un luogo sicuro e rispettoso della dignità non solo delle lavoratrici e dei lavoratori, ma di tutte le persone che vi operano con dedizione e senso di abnegazione. Una pagina nera che rischia, in maniera assolutamente errata, di macchiare l’immagine di operatori al servizio della salute pubblica, ogni giorno impegnati per salvaguardare le cure e l’integrità fisica e psicologica della popolazione. Operatori che da oltre due anni mettono a rischio la loro vita, schierati in trincea, avamposto della nostra salute. Una ferita profonda che ha bisogno, per essere curata, sicuramente di un cambio di passo culturale, ma che esige, nell’immediato, interventi decisi e concreti atti a tutelare la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.
La violenza e le molestie sul luogo di lavoro integrano una violazione dei diritti umani, rappresentando una intollerabile minaccia alle pari opportunità, ed hanno ripercussioni sulla salute psicologica, fisica e sessuale, sulla dignità e sull’ambiente familiare e sociale della persona coinvolta.
Chiediamo all’azienda sanitaria l’istituzione di un tavolo per condividere un protocollo sulla
sicurezza degli operatori, prevedendo un sistema stringente di controlli, soprattutto in quegli ambiti, come il 118 e la continuità assistenziale che, prevedendo turni notturni in situazioni di “isolamento”, rendono oggettivamente più pericoloso lo svolgimento della propria attività lavorativa anche da parte di potenziali aggressori esterni. Invitiamo l’Asp a coinvolgere, tra l’altro, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza per inserire nel documento di valutazione dei rischi aziendale il rischio di violenza e molestie anche di genere esattamente come ogni altro rischio connesso all’ambiente lavorativo, individuando le relative misure di prevenzione e protezione. E’ necessario garantire sicurezza. Fare quadrato contro la violenza e lanciare segnali inequivocabili. E’ un preciso obbligo del datore di lavoro e un impegno vincolante per noi tutti.